Tutto in un notte ancora una volta tra Celtics e Sixers, come nella migliore tradizione delle sfide storiche tra le due rivali la serie di semifinale di quest’anno arriverà a gara 7.
Pierce non vuole sentire ragioni, Gara 7 sarà biancoverde
Epilogo non scontato ma in qualche modo prevedibile, i Celtics accusano in parte la fatica di una serie interminabile, i Sixers dimostrano come sempre i loro alti e bassi tipici di una squadra giovane con alto potenziale ma con una maturità tutta da raggiungere. In gara 6 sarà stata l’atmosfera magica delle celebrazioni per il ritorno di Allen Iverson, oppure il video della straordinaria gara 7 del 1982 che Collins ha mostrato ai suoi ragazzi per cercare l’impresa, ma Phila ha trovato il modo di arpionare l’ultimo spareggio. La difesa, l’atletismo di Iguodala e compagni ha supplito in qualche modo alla carenza di esperienza ed alla strabordante superiorità a rimbalzo dei biancoverdi. Boston che ha cercato ancora con insistenza Bass, dominatore di gara 5, che stavolta non è riuscito nell’impresa di diventare il pericolo pubblico numero uno di coach Collins. La partita opaca di Rondo è stata la chiave della sconfitta degli uomini di Rivers che hanno patito anche l’assenza di Bradley. Senza il prodotto di Texas Allen è stato costretto agli straordinari, fattore che non giova anche alla situazione delle caviglie di “He Got Game”. C’è tanta attesa per la sfida decisiva: la freschezza, la voglia di realizzare un’impresa e l’energia danno un vantaggio a Phila per ripetersi dopo 30 anni da quella magica gara 7 del 1982. L’esperienza di Pierce, la cattiveria di Garnett, la classe di Allen, la gara casalinga ed il calendario di una serie costruita quasi per il loro riposo, prima semifinale di conference ad iniziare ed ultima a terminare, i fattori che fanno propendere, alla fine, per un successo biancoverde.

Marco Taminelli