Kyle Lowry

Lowry raddoppiato da Williams e Kirilenko

Non saranno entusiasmanti come le corrispettive ad ovest ma le due gare di playoff della Eastern Conference disputate nella notte hanno regalato momenti di suspance e incertezza. I Brooklyn Nets si fanno recuperare 15 punti di vantaggio, ma con le unghie, riescono ad avere la meglio dei Toronto Raptors che ci hanno creduto fino alla fine sospinti dai canestri di DeMarr DeRozan e Patrick Patterson, anime della rimonta. Gara 3 tra Chicago Bulls e Washington Wizards è stata una guerra di trincea per tutti e 48 minuti, con i Wizards che davanti al pubblico di casa, dopo aver rimontato nel quarto periodo, non riescono a strappare il terzo sigillo nella serie a causa dei canestri “clucth” di Jimmy Butler, autore di una tripla decisiva a 30 secondi dalla fine e poi del 2/2 dalla linea dei liberi che ha sigillato il blitz dei Bulls.

UPS

Joe Johnson e il midrange. Non segnava così tanti punti ai playoff da quando ne mise 34 ai Chicago Bulls il 2 maggio del 2011 vestendo la maglia degli Atlanta Hawks e gran parte dei 29 punti che Joe Johnson a messo a referto contro i Toronto Raptors sono arrivati dal midrange. Ha chiuso la gara con un sontuoso 11/17 al tiro totale segnando nella cosiddetta “terra di mezzo” 7 dei suoi 10 tentativi, con una varietà impressionante di movimenti che hanno tenuto in scacco la difesa dei Raptors. I suoi tiri in corsa dai 4 metri alzando la parabola quella frazione di secondo prima che arrivasse l’aiuto dopo aver battuto il suo marcatore diretto, i suoi palleggio-arresto-tiro e il suo gioco spalle a canestro creando separazione per il jumpshot sono stati veleno puro per la difesa dei Raptors che non ha trovato un antidoto soddisfacente.

Mike Dunleavy. Fino ad oggi non aveva mai segnato più di 17 punti in una partita di playoff (lo scorso anno contro i Miami Heat al primo turno quando vestiva la maglia dei Milwaukee Bucks) ecco quindi che i 35 punti rifilati ai Wizards da Mike Dunleavy oltre ad aver fatto saltare il banco sono anche il suo career high in postseason. Nelle prime due partite della serie aveva segnato 11 e 9 punti con un 4/11 complessivo da tre punti, tenendo fede alla sua nomea di giocatore silenzioso e poco appariscente. Ma in gara 3 è andato decisamente oltre con un fantastico 8/10 al tiro da tre con ogni tripla messa a segno di vitale importanza per tenere i suoi Bulls a contatto o per capovolgere l’inerzia della partita.

Il quarto periodo di Patrick Patterson. I Brooklyn Nets erano in vantaggio di 13 punti, sull’80-67, a 10 minuti dalla fine quando Patrick Patterson ha messo il suo primo canestro nel 4° periodo. Da lì in poi per Patterson altri 3 canestri senza errori al tiro, tra cui 2 triple con i suoi Raptors in grado di recuperare il deficit ed arrivare a 34 secondi dalla fine sul -1. Peccato per i due capitali errori dalla lunetta a 19 secondi dalla fine che potevano valere il pareggio con i Nets che invece hanno saputo sfruttare il fallo sistematico per portare a casa il 2-1 nella serie.

DOWNS

L’espulsione di Nene. In questa serie Nene finora è stato la chiave di volta che ha permesso ai Wizards di portare a casa le prime due partite della serie vincendo il confronto diretto con il fresco di nomina difensore dell’anno Joakim Noah e tenendo il scacco la difesa dei Bulls a beneficio dei compagni di squadra che con i loro canestri da fuori hanno deciso i prime due upset della serie. La sua espulsione a quasi 9 minuti dalla fine, per un eccesso di adrenalina, è stata un duro colpo per i Wizards in piena inerzia in quel momento, perchè ha permesso ai Bulls di stringere le maglie sul perimetro e riorganizzare la propria difesa. E c’è pure il rischio che salti gara 4 per il fatto di aver messo le mani addosso a Jimmy Butler.

Troppi falli. L’ultimo quarto tra Wizards e Bulls ha visto le due squadre tirare la bellezza di 33 tiri liberi (18 per i Bulls, 15 per i Wizards) grazie ai 21 falli fischiati dalla terna arbitrale sui 45 totali. Nonostante siano stati 12 minuti intensi in cui il nervosismo ha portato anche all’espulsione di Nene, i fischietti hanno contribuito ad alimentare la tensione con chiamate dubbie e una sottile vena di eccessivo protagonismo, che però non ha inficiato sul risultato finale e la meritata vittoria dei Bulls. Lo stesso dicasi per la partita tra Nets e Raptors che ha visto il trio arbitri fischiare 63 falli complessivi per un totale di 74 tiri liberi equamente distribuiti. A fine partita coach Casey, lapidario, ha glissato le domande dei giornalisti con un “scusate, mi tengo stretto i miei soldi” riferito a una probabile multa proveniente dagli uffici della NBA se fosse andato a briglia sciolta contro la terna arbitrale.