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La partita – Tenendo conto che Miami non perde 2 partite consecutive dall’8-10 gennaio e che è dunque ora 6W-0L in post season, e 12W-0L da allora in regular season, il risultato a favore dei defending champions all’AT&T Center non dovrebbe stupire. Altrettanto non dovrebbe stupire che LeBron segni 33  punti e Dwyane 32. Che 2 giocatori segnassero più di 30 punti in una vittoria esterna delle Finals non accadeva, però, dai tempi di Kobe e Shaq nel 2002. Wade è anche divenuto il 5° giocatore nella storia delle Finals a segnare più di 30 punti con 5 rimbalzi e 5 rubate, in compagnia lusinghiera di Allen IversonMichael JordanScottie Pippen e Julius Erving. James è il primo giocatore con almeno 33 punti e 11 rimbalzi in una gara di finale dall’MVP del 2011, Dirk Nowitzki.

Dwyane Wade ha ritrovato tutta la sua pericolosità in prossimità del canestro in gara 4 (immagine: espn.com).

Dwyane Wade ha ritrovato tutta la sua pericolosità in prossimità del canestro in gara 4 (immagine: espn.com).

Chris Bosh, per aver infilato la sua terza doppia doppia consecutiva (20 punti e 13 rimbalzi), dopo averne messe a referto solo 2 nelle serie precedenti, condita da 2 stoppate e 2 recuperi, è anche diventato l’unico giocatore ad assestarsi su quel livello in una vittoria esterna nelle Finals negli ultimi 25 anni, insieme a O’Neal. Non proprio cose che finiscono nelle “brevi”.  I “Three” di Miami tornano, dunque, “Big”: totalizzano 85 punti dopo che il loro massimo nella serie era stato 48 in gara 1. Tirano tutti sopra il 50%, per un 37/64 che vale il 58% dal campo, prendendosi molte più responsabilità, se James prendeva mediamente 18 tiri nella serie contro i 25 della notte scorsa; Wade aveva in media 10 tentativi contro i 25 di gara 5 e Bosh non si era mai preso più di 10 tiri nei precedenti incontri. Ma la costellazione del cielo della Florida ha brillato soprattutto per aggressività, equilibrio e sforzo difensivo. Come? Con Wade, dentro, James, fuori e Bosh, ovunque.

Alte percentuali da tutte le zone del campo per gli 85 punti combinati di James, Wade e Bosh (immagine: espn.com).

Alte percentuali da tutte le zone del campo per gli 85 punti combinati di James, Wade e Bosh (immagine: espn.com).

L’ex Marquette ha realizzato 9/11 in area, mettendo tutti i canestri in entrata dopo essersi fermato a soli 9 punti nelle 3 gare precedenti, in cui era stato accurato solo al 58%. LeBron, deliberatamente invitato da Popovich a prendersi long-two, ne ha invece derisoriamente piazzati 8/11. Insieme le due stelle hanno reso il 73,3% attaccando il canestro, contro il 45% delle prime 3 sfide con gli Spurs. Ma va dato credito a Spoelstra di esser riuscito a giocare un piano partita più equilibrato: i tocchi di James sono andati in linea con gara 3 (70 contro 63), mentre quelli di Wade e Bosh sono andati ai massimi (rispettivamente 65 e 55).Tocchi game4 Miami non ha inoltre giocato un singolo minuto con un lungo di fianco a Bosh, al fine di mettere in difficoltà San Antonio con lineups piccoli,  costringendo l’ex-Toronto a flottare incessantemente, e con grande efficacia, per raddoppiare e portare aiuto sugli avversari diretti dei compagni: come risultato Bosh ha percorso 100 passi di media per possesso difensivo durante gara 4, contro gli 89 della stagione regolare. Per Popovich le note dolenti vengono sopratutto dalle palle perse di Tiago Splitter quando servito come rollante, famelicamente raddoppiato dalla muta del backcourt di Miami; dal secondo tempo di Tony Parker, nel quale diversamente dai due quarti iniziali in cui la gara era in parità, anche grazie ai suoi 15 punti con 7/12 al tiro, ha concluso con 0/4, senza mai andare in lunetta; dalle miserrime prestazioni di Ginobili: solo in gara 4 si è preso 5 tiri per 5 punti in 26 minuti sul campo, nei quali il rendimento dell’argentino è amaramente stigmantizzato dai tagli in backdoor che ha concesso sulla linea di fondo a Wade. Con l’attuale rendimento da 10/29 dal campo e 3/16 da oltre l’arco nella serie, è proprio la voce di Manu ad aver steccato sinora nel coro di Pop.

Dov'è finito Manu Ginobili? (foto: espn.com).

Dov’è finito Manu Ginobili? (foto: espn.com).

La serie – Da quando per lel Finals esiste il formato 2-3-2 (dall”85), se la serie è sul 2-2, il vincitore di gara 5 ha poi vinto il titolo 7 volte su 10. Quando la vincitrice di gara 5 fu la squadra in casa, si aggiudicò successivamente il titolo 4 volte su 7. La squadra in trasferta che riuscì ad aggiudicarsi gara 5, ha in seguito sempre conquistato l’anello. Ricordando che il “prescelto” nel clutch time (ultimi 5 minuti di partita) delle ultime 3 Finals tira il 26,7% dal campo e l’11,1% dall’arco con un plus/minus di +5.

Head to head – Cosa fare nell’ultimo atto in Texas per non concedere il matchball interno in Florida? Provare ad andare super-small con Ginobili o Neal, rischiando però di soffrire tremendamente sotto i tabelloni. Oppure, diversamente da gara 4 in cui Duncan e Splitter hanno calcato il parquet solo per 3 minuti, affiancare stabilmente al 14 volte AllStar Boris Diaw, come nei 9 minuti di gara 4 in cui gli Spurs hanno sopravanzato gli Heat di 17,4 punti per 100 possessi, riprendendo anche il 28,6% dei propri tiri fuori bersaglio.