Miami Heat @ Indiana Pacers

West dà il suo contributo sotto i tabelloni

LA PARTITA – Se gara 3 doveva essere la prova decisiva per capire se per gli Heat si potesse ufficialmente parlare di crisi, la risposta arrivata dalla Bankers Life Fieldhouse è stata affermativa. Gli uomini di coach Spoelstra, infatti, sono rimasti in partita solo nel primo tempo per poi essere spazzati via in un terzo periodo molto simile a quello di gara 2, chiuso 26-12 peri padroni di casa. Sul banco degli imputati in casa Miami sale sicuramente Wade. Il numero 3 ha messo insieme numeri disastrosi, mandando a referto appena 5 punti con 2/13 dal campo e 5 palle perse, chiudendo per la prima volta in carriera il primo tempo di una gara di playoff a quota 0. Come non bastasse, il prodotto di Marquette ha mostrato lo stesso nervosismo emerso in gara 2 con il flagrant foul di tipo 1 nei confronti di Collison, inscenando un duro confronto con il suo coach durante un time-out nel terzo periodo. Un segnale non certo confortante per le prossime gare. Il terzo episodio della serie ha ancora mostrato, inoltre, dei Pacers capaci di sfruttare i punti deboli degli avversari e di avvalersi di un attacco bilanciato al meglio, come dimostrano i 5 uomini in doppia cifra e il netto dominio a rimbalzo (52-36, di cui 16 offensivi) e uno straripante Hibbert (19 punti, 18 rimbalzi e 5 stoppate), che pone l’accento in maniera marcata sull’assenza dall’altra parte di Chris Bosh e dimostra l’inadeguatezza di Pittman, scelto da Spoelstra per partire in quintetto. Un’altra discriminante che ha fatto la differenza è il tiro dalla lunga distanza. Anche in gara 3 Miami ha fatto registrare un deludentissimo 4/20, con Battier capace di sbagliare tutti e 6 i tentativi oltre l’arco. Una percentuale, questa, che ha reso vano il career-high nei playoff di Mario Chalmers (25, 6 rimbalzi e 5 assist), mentre LeBron James ha cercato di sostituirsi anche a Wade e Bosh, finendo col forzare troppo e chiudendo a quota 22 punti ma con altrettanti tiri tentati.

James non può nulla contro questi Pacers

LA SERIE – Considerare la prossima come la gara in cui Miami sarà con le spalle al muro non sembra certo un’esagerazione, viste anche le modalità con cui è arrivata la sconfitta questa notte. Molto dipenderà dall’approccio mentale con cui Wade e compagni arriveranno a gara 4. In questo senso il diverbio tra il campione 2006 e Spoelstra in gara 3 non sembra deporre a favore di una reazione positiva almeno del numero 3. Di certo anche Indiana si troverà in una condizione mentale diversa da quella vissuta fino ad ora nella serie. Coach Vogel e i suoi ragazzi, infatti, hanno capito che posso arrivare a compiere un’impresa insperata alla vigilia e sanno anche quali sono i punti deboli degli avversari, sui quali hanno costruito il loro vantaggio. Resterà da vedere, quindi, se questa nuova consapevolezza creerà maggiori tensioni in Granger e compagni e se ne bloccherà o meno l’ascesa. In questo senso il nervosismo degli Heat, così come le loro pessime percentuali da 3 (5/36 nella serie finora) e l’apporto limitatissimo del supporting cast, se si esclude la gara 3 giocata da Chalmers, potrebbero agevolare non di poco il compito dei Pacers.