Dopo gara 2 è ufficiale l’ingresso degli Heat nelle Finals che passano ad Oklahoma City con una partita nel complesso più che convincente. L’hanno fatto sfruttando al meglio le loro enormi possibilità in termini di talento: LeBron ha prodotto un’altra solida prestazione, Battier ha punito con estrema efficacia i raddoppi dei Thunder, Bosh sta riacquistando la forma migliore e, soprattutto, Wade è tornato il supereroe ammirato sino ad un paio di stagioni fa. La rabbia e la determinazione del capitano degli Heat ha fatto la differenza, il suo atteggiamento, l’aggressività e la concentrazione  hanno subito messo in seria difficoltà la difesa di OKC.
Wade e Battier strepitosi in gara 2, si ripeteranno?Proprio Wade dopo gara 1 ha ammesso che non può essere, soprattutto fisicamente, esplosivo come nel 2006 ma ha chiosato dicendo:” credo di avere ancora qualcosa nel serbatoio da estrarre”. E la rabbia del fenomeno degli Heat ha prodotto il break iniziale che in parte ha tramortito Durant e compagni. Puntuale è arrivato il recupero dei padroni di casa che hanno avuto tantissimo da Harden che è tornato, dopo la “freddina” gara 1, a segnare con straordinaria continuità. I veri problemi per coach Scott Brooks arrivano paradossalmente dai lunghi, settore dove i padroni di casa potevano essere in chiara superiorità. Il quiz per lo staff tecnico di Oklahoma è Perkins: l’ex Celtics accoppiato con Ibaka è perfetto in chiave difensiva contro una squadra dai ritmi lineari come gli Spurs. Quando Miami lascia Bosh, togliendo di mezzo i vari Turiaf, Anthony ecc, in posizione di centro Perkins fatica ad uscire e subisce le penetrazioni di Wade e LeBron, con conseguenti rimbalzi d’attacco possibili. Se in chiave difensiva può essere un problema in attacco Perkins è totalmente avulso dal contesto tecnico, troppa la velocità di esecuzione nei momenti più intensi di gara 2 con Westbrook che, con la sua feroce frenesia, difficilmente può parlare lo stesso linguaggio dell’ex biancoverde. Anche Ibaka e, soprattutto, Collison non hanno avuto impatto subendo l’impatto di un Bosh da 15 rimbalzi.  Il resto del pino è stato sostanzialmente a guardare con il solo Fisher in campo senza dare un contributo significativo.

LA SERIE: Miami ha avuto il merito di entrare in questa serie con rabbia ed intensità, restano i dubbi sulla tenuta emotiva e tecnica su una serie di 7 partite. LeBron sta giocando una postaseason sino ad ora strepitosa ma gli Heat in generale restano una squadra troppo emotiva ed umorale. Nonostante la sconfitta casalinga non sembrano essere in pericolo i Thunder che hanno tutte le possibilità per passare almeno una volta, se non due, in Florida. Durant e Westbrook stanno giocando con grande maturità, sopratutto KD è ormai travolgente in ogni partita, mostrando una leadership ormai consolidata che trascina anche i compagni. OKC ha la profondità e le alternative tecniche per mettere in imbarazzo la difesa degli Heat, gli uomini di Spoelstra hanno bisogno per vincere di un Battier sempre micidiale. L’ex Rockets è stato encomiabile nelle prime due uscite della serie, ma difficilmente potrà tenere queste percentuali in tutte le Finals. Anche in gara 2 nonostante tutte le difficoltà i Thunder sono riusciti a rientrare ed a creare più di un apprensione nel finale dando l’impressione che in ogni momento possono rimontare qualunque vantaggio degli Heat. Questa consapevolezza, mescolata al momento irreale di un Durant vicino alla perfezione, sono i fattori che possono riportare ampiamente la serie verso OKC.

MARCO TAMINELLI