HAWKS @ PACERS 0 – 1 

Paul George (Photo by Ron Hoskins/NBAE via Getty Images)

Paul George (Photo by Ron Hoskins/NBAE via Getty Images)

LA PARTITA: Opener senza  sorprese nella prima domenica di playoffs NBA, non fa eccezione la sberla che gli Hawks prendono alla Conseco Fieldhouse. Per coach Larry Drew e ed i suoi uomini l’incubo di gara 1 si chiama Paul George, la difesa degli ospiti non ha infatti risposte al ragazzo da Fresno State che timbra una tripla doppia strepitosa, 23 punti, 11 rimbalzi e 12 assist . Le percentuali non premiano la guardia dei Pacers ma George con la sua energia mette allo scoperto tutta la fragilità degli esterni di Atlanta. Con Hibbert e West che sostanzialmente impattano la sfida contro la premiata ditta Smith & Horford la panchina più estesa a disposizione di Vogel, e la straripante partita di George, non potevano che fare nettamente la differenza.

LA SERIE: Pochi gli antidoti reperibili per gli Hawks per arginare la voglia, l’energia ed il maggiore atletismo presente nei ragazzi di Frank Vogel. Impotenza evidenziata anche dallo sconsolato Larry Drew a fine gara:” Non siamo mai riusciti a fermarli, ci hanno dominato in termini di energia e forza fisica, ogni singolo gioco importante che poteva rimetterci in partita lo hanno cancellato con un’ulteriore accelerazione”. Senza Lou Williams, out per la stagione, la scarsa pericolosità offensiva perimetrale della franchigia della Georgia diventa nulla o quasi frutto di un pino pressoché inesistente degli esterni, con tutto il peso affidato al solo Jeff Teague, comunque positivo in gara 1. Difficile prevedere un mutamento radicale in gara 2 in programma mercoledì notte.

HEAD TO HEAD: La battaglia tra le front line è il fattore decisivo per gli Hawks se vogliono tentare almeno di far diventare questa serie meno scontata del previsto. Smith ed Horford devono salire di livello se vogliono riportare i “Falchi” in quota, per ora in gara 1 il forte impatto di un Hibbert concentrato e di tutti i Pacers andati a rimbalzo con grandissima intensità hanno tolto ogni inerzia agli ospiti, 48-32 il finale in vernice. Poi se Paul George è anche solo metà di quello ammirato in apertura di questa serie il rischio di uno sweep non sembra affatto remoto.

BUCKS @ HEAT 0 – 1

LA PARTITA: Complesso parlare di partita quando una gara 1 sostanzialmente non è mai iniziata. Troppa la differenza in campo con Miami che ha maramaldeggiato sin dall’avvio con LeBron James che ha predicato basket flirtando, come spesso in stagione, con l’ennesima tripla doppia, 27 punti con 10 rimbalzi ed 8 assist. Il ruolo di vittima sacrificale si addice perfettamente ai Bucks che non hanno fatto nulla per tentare di dare una scossa alla gara. Monta Ellis non cerca scuse ed ammette a fine partita la superiorità netta dei campioni in carica:” Loro sono una squadra incredibile, hanno capitalizzato ogni nostro errore, dopo l’intervallo sono decollati senza lasciarci nessuna chance di rientro”.

LA SERIE: Anche in questo caso difficile capire come Milwaukee possa generare problemi alla corazzata di Miami. LeBron sembra a tratti davvero onnipotente e sempre più consapevole della sua forza, anche la panchina ha dato risposte molto confortanti, pur con il valore di una quasi non competitiva, con Chris Andersen tornato ai livelli del “Birdman” deti tempi di Denver, 10 punti con 7 rimbalzi in 16 minuti sul parquet.

HEAD TO HEAD: I Bucks devono ricevere molto di più da un acciaccato Ilyasova (problemi al polso destro) spento in gara 1, 1/7 al tiro per soli 2 punti a referto. Il turco che può dare un contributo fondamentale a rimbalzo, altro settore dove hanno sofferto gli uomini di Jim Boylan. Per gli Heat tutto sembra in assoluta discesa con James che firma un altro record singolare, ovvero il minor numero di tiri effettuati in carriera in una gara di playoffs, solo 11 per il sicuro MVP stagionale.

LAKERS @ SPURS 0 – 1

LA PARTITA: Nelle parole di Gregg Popovich la spiegazione della vittoria degli Spurs in gara 1 della serie con L.A. ovvero Manu Ginobili:” E’ stato fondamentale riavere Manu in campo. Ha fatto semplicemente quello che sa fare meglio, messo tiri importanti e messo sempre in apprensione la difesa avversaria. Ora la mia preghiera è quella di sperare che anche domattina stia bene, se sarà tutto ok questo rappresenterà il segnale migliore per la squadra e questa serie”. Se l’ex virtussino è stato il fattore X che, come da tradizione, ha spostato i valori della gara partendo dal pino (18 punti in 19 minuti) la solidità di Duncan e Parker ha fatto il resto. I gialloviola hanno cercato di contrapporre alla maggiore solidità e lunghezza della panchina dei padroni di casa la loro forza in vernice. Gasol, vedovo Bryant, riesce a tirare fuori il meglio (o quasi) del suo repertorio, 16 punti ed altrettanti rimbalzi con 6 assist, mentre Howard ha contribuito con un positivo 20+15. Nel terzo periodo l’ultimo acuto gialloviola, Nash e compagni arrivano sino a meno 4, poi due triple letali di Ginobili hanno chiuso ogni tentativo di rimonta.

Ginobili decisivo contro i Lakers (Foto: sports.yahoo.com)

Ginobili decisivo contro i Lakers (Foto: sports.yahoo.com)

LA SERIE: A differenza di molte esibizioni di quest’anno gli uomini di D’Antoni hanno cercato di restare aggrappati alla partita con maggiore convinzione. Troppa però la superiorità sia tecnica, di accoppiamenti( se si esclude ovviamente la forza fisica della coppia Gasol-Howard), e di profondità che premia in quasi tutti i settori San Antonio. Al resto aggiungete l’abituale “pretattica” di puro stampo calcistico dei neroargento, fattore evidenziato proprio dalla prestazione di Parker che, come il genio argentino, alla fine era in campo ed in condizioni assai migliori di quelle segnalate dallo scaramantico staff tecnico dei texani. Lakers che possono provare a produrre uno sforzo ulteriore ma è difficile prevederli molto più efficaci di quelli visti in gara 1.

HEAD TO HEAD: Se le condizioni fisiche di Parker, Duncan e Ginobili saranno le stesse sarà molto complesso per i gialloviola ribaltare l’inerzia della serie. I malinconici 10 punti (con 2/8 dal campo) del pino dei Lakers il dato che dovrà essere migliorato in modo sensibile da parte degli ospiti, Jamison e Meeks dovranno essere assai più pericolosi da fuori se vorranno creare ancora maggiore spazio ad Howard e Gasol.

ROCKETS @ THUNDER 0 – 1

LA PARTITA: Non sarà stato ne tempo di nostalgia ne di polemiche ma il messaggio mandato dai Thunder ai Rockets assume sicuramente il connotato di una severa lezione. Un monito duro che Durant e compagni hanno dato ai texani, letteralmente cancellati dal campo dai Thunder.  Westbrook (19 con 10 assist ed 8 rimbalzi per una tripla doppia ad un passo) ha letteralmente piallato Jeremy Lin che ha visto solo la targa del play di OKC. Meglio in cabina di regia Patrick Beverley, dell’ex Spartak San Pietroburgo l’ultimo sussulto di Houston che impatta a quota 38 prima di inabissarsi a meno 15 prima dell’intervallo. Eccellente il lavoro della difesa dei ragazzi di Scott Brooks contro l’attesissimo ex James Harden limitato ad un pessimo 6/19 dal campo.

LA SERIEOKC al meglio e Rockets al minimo sindacale per larghi tratti, questa la sentenza che arriva dall’opener. Spesso chi vince in modo molto netto il primo atto può rischiare di allentare la presa, così come i Rockets sono stati troppo arrendevoli per essere gli stessi ammirati nella seconda parte di regular season. L’impressione è che i Thunder si sentano pronti per la missione Final atto secondo, la chiave resterà sempre l’impatto di Lin, troppo morbido l’inizio di playoffs dell’ex Knicks atteso al vero banco di prova dopo i fuochi di artificio in maglia blu arancio e l’annata luci ed ombre in Texas.

HEAD TO HEADWestbrook vs Lin, come ricordato poco sopra la sfida tra i play sarà il vero barometro di questa serie. La fisicità del prodotto da UCLA rischia di schienare troppo spesso il piccolo play dei Rockets, Mc Hale si aspetta anche una crescita del contributo di Parsons. Troppo timida la gara 1 del ragazzo della Florida che dovrà provare ad attaccare con maggiore convinzione Durant con il chiaro obbiettivo di far lavorare in difesa la star dei Thunder.