LaMarcus Aldridge e Nicolas Batum (Photo by Scott Cunningham/NBAE via Getty Images)

LaMarcus Aldridge e Nicolas Batum (Photo by Scott Cunningham/NBAE via Getty Images)

Un famoso film del 1999 si intitolava Wild Wild West, titolo che calza a pennello per descrivere quanto sta avvenendo nella pazza, pazza Western Conference. Dopo i fuochi d’artificio della gara inaugurale tra Clippers e Warriors, tra la serata di ieri e la notte italiana, sono andate in scena due partite di assoluto livello, il derby texano tra Spurs e Mavs e la sfida tra i Rockets e i Blazers. Nonostante si affrontino la prima forza della Conference contro l’ottava, la serie tra San Antonio e Dallas è più equilibrata di quel che si possa pensare. Non ha destato scalpore, così, il fatto che i nero-argento abbiano dovuto faticare più del dovuto per imporsi su un avversario talentuoso, profondo ed esperto come i Mavericks. Decisivo un parziale di 14-0 nel 4° periodo orchestrato da Duncan, Parker, Ginobili e un ottimo Splitter, che ha permesso alla squadra di Popovich di respingere gli assalti di Nowitzki e compagni. Nell’altra gara della notte, invece, come già successo in molte altre partite inaugurali, si è assistito all’upset, alla vittoria della sfavorita. Trascinata da un LaMarcus Aldridge a dir poco ispirato, Portland ha espugnato Houston dopo un supplementare. Logico è ora pensare che la serie possa diventare tra le più equilibrate ed appassionanti di tutto il primo turno. Se Houston ha risorse in abbondanza per risorgere, i Blazers hanno la dovuta tenuta mentale ed il sufficiente talento per creare più di un grattacapo ai texani e provare ad eliminare una squadra che, al di là della sconfitta di questa notte, pare sulla carta comunque superiore.

UPS

Duncan. Può sembrare scontato evidenziare, ancora una volta, una grande prestazione dell’ala texana nei playoffs. Se, però, ricordiamo in che condizioni fosse il nostro solo un paio di anni fa, avere ancora la fortuna di riammirare un giocatore di questa classe e sapienza cestistica non può lasciare indifferenti. I suoi 27 punti con 12 su 20 dal campo, uniti ad 11 rimbalzi, sono stati la chiave per evitare agli Spurs una sconfitta che avrebbe complicato non poco il prosieguo della serie. Infinito.

Panchina Mavs. Se Dallas è arrivata ad un passo dall’ espugnare l’At&T Center di San Antonio, molto del merito va ai panchinari. 46 punti su 85 totali, sono arrivati infatti dalle riserve. Ottime, in particolare, le prove di Harris (19 punti) e di Wright (11 punti).

Aldridge. Sarà perché si giocava a Houston, ma in alcuni momenti di gara 1, ci è sembrato di ammirare un Hakeem Olajuwon più magro ma con la medesima classe. Decisivo non solo per le cifre nude e crude (46 punti, career-high e 18 rimbalzi) ma anche per aver realizzato il canestro in tap-in che è valso il supplementare. Gli perdoniamo anche l’ingenuo blocco irregolare che gli è valso il 6° fallo quando mancava un solo minuto alla fine del supplementare ed il punteggio era in parità.

DOWNS

Panchina Spurs. Solitamente tra le panchine più produttive della lega, ieri sera Popovich non ha avuto il contributo sperato dai suoi comprimari. Non ha inciso Belinelli, che in 12′ non ha mai segnato, non hanno inciso i vari Mills, Diaw, Bonner. Solo Ginobili ha giocato una partita delle sue. San Antonio ha bisogno come non mai del supporting-cast se vuole ripetere la cavalcata dello scorso anno, magari con un esito finale diverso.

Nowitzki. Ha perso in maniera netta il duello con Duncan. Ha faticato fin dalle battute iniziali, senza riuscire mai a trovare il ritmo giusto. Ha chiuso con 11 punti ed un misero 4 su 14 al tiro in 41 minuti. Al di là dell’ottima prestazione della panchina, se Dallas vuole competere a lungo nella serie, deve ritrovare al più presto il suo leader.

La malattia di Sager. E’ stato il momento più toccante di questa prima tranche di primo turno. Il saluto di Popovich a Craig Sager, bordocampista della TNT affetto da leucemia. Un omaggio strappalacrime del coach (“torna presto Craig, farò il bravo”) che ha avuto qualche (finto?) screzio di troppo con uno dei giornalisti più in voga negli States, il tutto al microfono del figlio di Craig, Craig Sager Junior. L’augurio di tutti è che il noto giornalista possa tornare al più presto ad inscenare i suoi divertenti duetti con Popovich. Get well soon, Craig.