Paul George, assurto nell'empireo NBA anche grazie allo spettacolo delle sue giocate (foto: abc.net.au)

Paul George, assurto all’empireo NBA ,anche grazie alla spettacolarità di alcune sue giocate (foto: abc.net.au)

La partita – Tutto ha congiurato, desiderata dei fan NBA tra i fattori più incidenti, naturalmente, perché una delle serie più avvincenti di questi playoffs regalasse la seconda gara 7 di questa post-season e proprio per incoronare la dominatrice dell’est. Tra i modi misteriosi in cui il fato si manifesta, vi sono però costanze in cui è concesso leggere diritto sulle righe contorte del gioco: gara 6 tra Miami e Indiana è stata il negativo di gara 5 . Nel senso in questo caso molto evidente, grazie all’esegesi dei numeri, che il terzo quarto è stato ancora il momento in cui la partita è girata ed in cui il rendimento delle squadre si è invertito. A Miami gli Heat avevano vinto la penultima frazione di 17 punti, tirando con il 72,2%, concedendo ai Pacers uno striminzito 21,4% e LeBron ne aveva griffati 16. A Indianapolis i Pacers hanno scavato un differenziale di 14 punti (29-15), tirando nel terzo quarto con il 70,6%, lasciando agli Heat solo il 25% al tiro e consentendo a James di trasformare il suo sforzo in soli 6 punti e solo negli ultimi 93 secondi del periodo. In vernice poi il conto si è fatto sanguinoso per i campioni in carica: 16-0 per i Pacers e +22 in totale (il peggior differenziale per gli Heat in area in questa post season). Ma è stato soprattutto il frontcourt di Miami a sfaldarsi di fronte a quello di Indiana: per i gialloblu fanno 63-34, con 29 del predestinato, nella notte abbandonato alla sua grandezza, in particolare da Bosh, che con soli 5 punti tocca il fondo della sua carriera nei playoffs. Non che squilli battaglieri risuonino da parte Dwyane Wade: i loro 15 punti combinati di gara 6 sono il minimo da quando sono cateti del triangolo “Big” disegnato da Pat Riley (fino a stanotte la peggior prestazione combinata erano i 17 di due giorni fa. Un invito a riflettere?). Certo non saremmo all'”ok corrall” di luned’ notte alla AA Arena se George non avesse messo con i suoi 29 più punti di quanti sommati in gara 3 e 4 (25) tornando negli ultimi due atti ad un identico e proficuo 11/19. Hibbert alla quinta prestazione con più di 20 punti non è quasi più una notizia tanto quanto il suo impatto sull’attacco degli Heat, i quali hanno segnato solo 5 canestri nel raggio di 1,5 metri dal ferro (ribadendo l’imbarazzo già provato di fronte ai baluardi dell’Indiana in regula season): una situazione che ha contribuito a far precipitare gli Heat al la loro peggior prestazione al tiro quest’anno con il 36% dal campo.

La serie – La kabbalah ci consegna il dato di un 79,5% a favore delle squadre di casa in gara 7 (89/112). Gli Heat sono 3-3 nella storia della franchigia nelle partite “do or die” (ma 3-2 in quelle casalinghe), mentre i Pacers sono 2-3. Per LeBron sarà la quarta gara 7, dove può vantare, oltre alle due sconfitte coi Cavs, solo la vittoria dello scorso anno nelle Eastern Finals contro i Celtics. Dalla sua, e contro Indiana, il record nella storia NBA di 34,3 punti di media nelle gare con la scritta “the road ends here”.

Head to head – Per arrivare a quella che sarebbe la terza apparizione consecutiva alle Finals pr gli Heat e la seconda di sempre per I Pacers, questi ultimi dovranno nuovamente tenere a bada le palle perse (nella notte 21) e al contempo alto il vantaggio a rimbalzo (+20, 53/33). I timori di Miami restano centrati sull’evanescenza del supporting cast: Wade, Bosh e Allen hanno racimolato solo un 5/24. West nonostante l’infezione respiratoria e lo stato febbrile che gli ha fatto sbagliare i primi 7 tiri, alla fine ha messo 11 punti e soprattutto costretto Spoelstra a partire con Haslem e a concedere a Battier solo 4:26 di gioco. Con “Birdman” in gabbia (e il quarto flagrant gli costerebbe automaticamente la sospensione), Anthony ha iniettato intensità con 9 rimbalzi e 2 punti in 29 minuti. A riprova che la differenza nella serie la stanno facendo i compari di LeBron nella serie West, Hibbert e George hanno segnato 368 punti contro i 332 di James, Wade e Bosh. Una serie finora fotografata dagli esiti delle schermaglie nel pitturato: nelle vittorie Indiana ha conquistato la supremazia in area colorata per 134-94; nelle vittorie di Miami, questa si è aggiudicata il duello 146-116. Miami non aveva mai perso (31-0) prima di stanotte quando aveva segnato 10 o più triple (10-18), ma i crucci di Spoelstra riguardano soprattutto il 29,6% da 2 (16/54).