NBA: Golden State Warriors at Los Angeles Clippers

DeAndre Jordan, Chris Paul e Blake Griffin

Serie sull’1-1 nelle due sfide ad ovest che hanno visto uscire vincitori dal campo Clippers e Grizzlies. Vittoria netta, anzi nettissima, da una parte. Match combattuto oltre i 48 minuti dall’altra. Ci si aspettava una prestazione più solida da parte dei Warriors, ma il +40 messo a referto dai californiani è un messaggio forte e chiaro di come questa squadra sappia far male offensivamente, nonostante i quasi 100 punti subiti. Il trio Westbrook-Durant-Ibaka non basta ai Thunder per portare la serie sul 2-0,

Memphis risulta rocciosa sotto entrambi i canestri e di certo Perkins non riesce a dare un contributo significativo alla causa. La qualità dell’accoppiata Randolph-Gasol è visibile a chilometri di distanza e nel pitturato hanno la meglio. Prestazione corale esaltante per i Clippers che con Paul direttore d’orchestra sempre sotto controllo, a parte le 5 palle perse, e Griffin inarrestabile non vanno mai sotto i 30 punti realizzati per quarto. Giovedì notte si andrà a giocare a Memphis e ad Oakland: ci sarà da aspettarsi una grande voglia di rivincita di Curry e compagni da una parte, mentre dall’altra è sensato pensare ad un altro match dove regnerà l’equilibrio.

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Griffin. Autentico mattatore della serata, con 35 punti messi a referto in 29 minuti di impiego. 13/17 dal campo, conditi da 6 rimbalzi. Alza l’asticella rispetto a gara-1, anche se gli avversari non sembrano farsi in quattro per arginarlo, e fisicamente si nota fin dai primi minuti come egli sia di un altro livello. Spazzare via il reparto lunghi dei Warriors diventa una formalità. Ora ci sarà da dimostrare di essere decisivo anche nel resto della serie e costituire un fattore in coppia con DeAndre Jordan. Se a questa intensità offensiva aggiungerà anche un numero di rimbalzi significativo, allora sarà una serie da incubo per i lunghi di Golden State. Incontenibile.

La panchina dei Clippers. Oltre alla ottima prova di Griffin, uno degli elementi che più ha fatto la differenza in gara-2 è stata senza dubbio la profondità della panchina di Los Angeles, sia in termini quantitativi che qualitativi. In doppia cifra addirittura 3 giocatori (Collison, Granger e Turkoglu) e Jamal Crawford che si è fermato a 9 punti. Nel corso della serie questo potrebbe risultare un fattore di estrema importanza, considerando che la panchina dei Warriors è di buona qualità, ma non al livello di quella dei Clippers. Inoltre, Crawford è potenzialmente il giocatore che può avere l’impatto più importante sulla gara, essendo ormai da tempo uno dei sesti uomini più forti della Lega, se non il più forte in assoluto.

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Zach Randolph e Marc Gasol

Il quintetto dei Grizzlies. Rotazione a 9 giocatori per i Grizzlies e impatto devastante del quintetto. Questa è stata la chiave della vittoria in casa dei Thunder. Ottima la prova di Randolph (25 punti e 6 rimbalzi, ma 8 punti nell’overtime sui 12 totali) e di Conley (19 punti e 12 assist), oltre alle buone prestazioni di Gasol e Lee nonostante le brutte percentuali dal campo per lo spagnolo. Fondamentale anche l’apporto di Beno Udrih, autore di 14 punti, e di Mike Miller (3/4 dalla lunga).

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La panchina dei Thunder. 14 punti sono davvero pochi per la panchina di una squadra che punta al titolo, a maggior ragione se si considerano giocatori del calibro di Butler e Jackson, abituati ad incidere entrando a partita in corso. Non bastano prestazioni di alto livello da parte di Westbrook e Durant in termini realizzativi e di Ibaka (15 punti, 11 rimbalzi e 5 stoppate) per portare a casa una partita interpretata meglio dagli avversari, che sarebbe terminata nei 48 minuti regolamentari se non fosse stato per il numero 9 in maglia Thunder. Insufficiente, da migliorare a tutti i costi.

Perkins. E’ ormai risaputo che il centrone di Oklahoma City rappresenti l’anello debole di un quintetto che è seriamente intenzionato ad arrivare fino in fondo in questi playoff. La prestazione (4 punti e 4 rimbalzi) non è comunque accettabile per il compagno di reparto di Ibaka, che soffre maledettamente la presenza nel pitturato dell’accoppiata Gasol-Randolph. L’impatto di Perkins dovrà cambiare a partire da gara-3, nel tentativo di portare la serie sul 2-1, ma soprattutto in prospettiva del prossimo turno contro la vincente tra LA e Golden State, sempre che i Thunder riescano ad uscirne vittoriosi contro i rocciosi Grizzlies.

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I Warriors sconfitti 138-98 dai Clippers

Quintetto e lunghi Warriors. Brutta prova per l’intero quintetto dei Warriors, Curry escluso (anche se tira con 1/7 da tre punti). Lee e O’Neal soffrono tremendamente la fisicità di Griffin e la verticalità di Jordan, mentre l’impatto di Iguodala e Thompson non è sufficiente per impensierire i Clippers. Quintetto delle grandi potenzialità, soprattutto nella metà campo offensiva, ma 40 punti di scarto sono oggettivamente troppi  e Steph Curry non può di certo fare un miracolo dietro l’altro. Si riparte dall’Oracle Arena in gara-3 per far capire ad ovest che i Warriors fanno sul serio e per replicare quanto fatto di buono nell’intero arco della regular season.