Westbrook e Durant

Westbrook e Durant

Gara-4 della Finale della Western Conference è stata il regno di Russell Westbrook. Il numero 0 di Long Beach ha giocato con una furia agonistica pazzesca sui due lati del campo, una concentrazione e una cattiveria che hanno fatto tutta la differenza del mondo, tali da indirizzare ben presto una partita chiusa con anticipo rispetto alla sirena finale. I critici continueranno a sostenere che non è un playmaker, che non sa fare giocare gli altri, che difende a fasi alterne, ma da ora avranno una gara in più da aggiungere alla lista delle prestazioni sontuose di uno che probabilmente non sa fare certe cose, ma una sì: sa giocare a basket.

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Ma la chiave del dominio dei Thunder è il ritorno di Ibaka che, con la sua presenza difensiva ha aiutato a tenere per la seconda gara di fila gli Spurs sotto al 40%, ma ha anche saputo attirare quelle attenzioni in attacco utili a liberare spazi per Westbrook e Durant, passati dai 30 punti combinati di gara-2 ai 71 di gara-4.

UPS

Russell Westbrook. “Il coach ci ha chiesto il massimo sforzo e tutto partiva da me – ha detto Westbrook – E’ il mio compito giocare forte in entrambe le metà campo. Se vuoi vincere il titolo, sono cose che devi fare”. E Russell (12/24 dal campo, 14/14 ai liberi) lo ha fatto, confezionando la prima prova ai playoffs da almeno 40 punti, 10 assist e 5 recuperi (record carriera nei playoffs) da quando ci riuscì Michael Jordan nel 1989.

Kevin Durant. “E’ stato divertente da vedere. Molti dall’esterno non si rendono conto del suo impatto, ma è una cosa su cui possiamo costruire come gruppo” ha detto del compagno a cui ha lasciato la copertina. Ma non lo ha certo lasciato da solo, insaccandone 31 con 11/22 dal campo, 5 rimbalzi e 5 assist. Se nessun altro è andato in doppia cifra, ma i Thunder hanno (stra)vinto lo stesso, il merito è anche suo.

DOWNS

Il quintetto degli Spurs. Annichiliti dall’aggressività dei primi cinque schierati da Brooks, ancora col positivo Jackson al posto dell’annebbiato Sefolosha, i titolari di Popovich si sono sciolti sotto il maggiore atletismo avversario. Doppia cifra per Parker (14 con 7/12) e – molto più faticosa – Leonard, 10 ma solo 3/9, assai deludenti soprattutto Duncan (9), Green e Splitter (3 a testa). Visto il lungo garbage time, coach Pop li ha tirati fuori con largo anticipo, le riserve hanno quantomeno ridotto il gap da -27 a -12.