Redick abbandona mestamente il campo, mentre in sottofondo si sta consumando la festa dei Pacers

Indiana Pacers @ Orlando Magic

LA PARTITA: gara 4 è un match caratterizzato da diversi strappi, con gli ospiti che in più di un’occasione hanno provato ad allungare (anche in maniera importante: +19 a 8 minuti dalla fine) e i padroni di casa che invece sono riusciti in ogni occasione a ricucire il disavanzo. L’epilogo più che giusto di una partita simile sono i 5 minuti supplementari, equilibrati come non mai e decisi da un fallo su George Hill, il quale converte i due liberi consegnando il vantaggio decisivo in mano ai suoi Pacers. La risposta per un altro overtime arriva dall’altra parte da Glen Davis, protagonista assoluto della partita come del resto di tutta la serie, il quale però non riesce a realizzare. Indiana ha rischiato molto, soprattutto per colpa di qualche palla persa di troppo, e può ringraziare una panchina molto produttiva (tutti e quattro i panchinari hanno chiuso con un plus minus compreso tra il +15 di Barbosa e il +13 degli altri) e un David West praticamente infermabile (26 punti e 12 rimbalzi). Orlando invece deve arrendersi per colpa delle medie dal campo (34/85) e, a differenza d’Indiana, di una panchina più dannosa che altro (con un’eccezione per la fantastica tripla di Redick che ha portato tutti al supplementare).

LA SERIE: era l’occasione per riaprirla da parte di Orlando e i rimpianti di certo non mancheranno per la squadra della Florida che, al di là della pesantissima assenza di Howard, sinora è stata troppo altalenante non solo tra una partita e l’altra, ma anche all’interno di una singola partita (come dimostrato da questa gara 4). A questo punto gara 5 ad Indiana sembrerebbe la perfetta conclusione per una serie che difficilmente si riaprirà. I Pacers punteranno a chiuderla davanti al proprio pubblico amico, per potersi così definitivamente  concentrare sulla prossima serie (presumibilmente contro gli Heat).

Zach Randolph ha probabilmente giocato ieri la miglior partita della serie. Per sua sfortuna tutto ciò non è bastato.

Memphis Grizzlies @ Los Angeles Clippers

LA PARTITA: altra importantissima vittoria per i Clippers che vincono la seconda partita in volata della serie. Decisivo un ultimo quarto da incubo per i Grizzlies che, prima delle due triple incredibili dell’ultimo minuto di Gay, aveva tirato da campo con un pietoso 1/13 realizzando appena 9 punti. Chris PaulC nel frattempo era salito in cattedra mostrando quanto può essere freddo e decisivo nei momenti importanti di una partita. I problemi a rimbalzo per i Clippers si sono ripetuti così come era avvenuto in gara 2, anche se questa volta Reggie Evans (tirandone giù 11) c’ha messo una bella pezza. Le percentuali dal campo premiano per la terza volta in altrettante gare la formazione di Del Negro, mentre i Grizzlies forse possono rimpiangere il fatto di non aver sfruttato appieno nel secondo tempo un Marc Gasol che sinceramente in campo sembrava aver ben pochi rivali (Jordan ieri è stato praticamente invisibile).

LA SERIE: l’impressione rimane quella di una serie combattuta (forse la più combattuta dell’intero primo turno di questi playoffs) che probabilmente avrà bisogno di tutte e sette le gare per decretare la vincitrice. La prossima gara 4 da questo punto di vista potrebbe rivelarsi decisiva in quanto una vittoria di Los Angeles potrebbe mettere una seria ipoteca sulla serie. I Grizzlies hanno dimostrato non poche difficoltà a gestire i propri vantaggi nell’ultimo periodo, sorprendendo un po’ tutti, in quanto, tra le due, la squadra con meno esperienza a questi livelli dovrebbero essere i Clippers. Paul naturalmente sinora è stato il fattore in più che sta facendo pendere la serie a vantaggio dei californiani, ma da non sottovalutare è l’apporto che Del Negro sta trovando dalla panchina (ieri ha concluso la partita con Bledsoe ed Evans in campo, ma precedentemente Young, Williams e Martin erano stati per diversi frangenti molto importanti).

 

La delusione di Dirk Nowitzki dopo lo sweep subito al primo turno da Oklahoma City

Oklahoma City Thunder @ Dallas Mavericks

LA PARTITA: più che mai in questa gara, il talento dei Thunder e’ emerso in tutta la sua forza, costringendo i campioni in carica a gettare la spugna già al primo turno dei “play-off”, abbandonando la competizione senza nemmeno vincere una partita. Mentre nelle precedenti gare il duo DurantWestbrook e’ quello che ha più fatto parlare di se‘, in questo match e‘ stato James Harden a salire in cattedra e a consegnare il secondo turno di play-off a dei Thunder che adesso sembrano lanciatissimi verso le “Conference Finals”. Con 29 punti, di cui 15 nel quarto finale, il sesto uomo di Oklahoma City ha ripetutamente bucato la difesa di Dallas, aiutando non poco la sua squadra ad azzerare il +13 di vantaggio che i Mavs vantavano a fine terzo quarto. Nowizki ha cercato di allungare la serie con un terzo quarto particolarmente prolifico, tuttavia nel quarto finale anche i tiri del tedesco hanno iniziato ad andare fuori bersaglio, assieme a quelli del resto della squadra. Se per i Thunder questo e’ l’inizio di un affascinante viaggio nei “play-off” che forse li terra’ occupati fino a Giugno, per i Mavericks si apre una “off-season” particolare, che potra’ dire molto sulle fortune di Dallas nei prossimi anni.

LA SERIE: con uno “sweep” importante, i Thunder sconfiggono i Mavs avanzando al turno successivo curiosi di vedere se affronteranno i Lakers o i Nuggets. Ad oggi, se ci fosse da scommettere un centesimo su una finalista di conference, i Thunder sarebbero sicuramente la squadra più gettonata. Il roster e’ di grande qualita’, con dei giocatori come Ibaka, Perkins, Sefolosha e Fisher ad arricchire un trio di grande atletismo e talento come quello fatto da DurantWestbrookHarden. Nonostante la giovane eta’, questo gruppo può vantare una più che discreta esperienza nei “play-off”, avendo affrontato i Lakers che poi divennero campioni NBA due anni fa, ed essendo stati sconfitti dai Mavs l’anno scorso, nella stagione che ha visto proprio Dallas aggiudicarsi il titolo a fine stagione. Ora più che mai, i Thunder sono una squadra affamata, d’esperienza e di voglia di rivincita: gli ingredienti necessari per arrivare fino in fondo ci sono, resta da vedere se Oklahoma City riuscirà nell’impresa.

Dal canto suo Dallas e’ uscita abbastanza meritatamente da una stagione che non l’ha mai avuta da protagonista. La precedente “off-season” ha privato i Mavericks di giocatori chiave che permisero alla squadra di vincere il titolo l’anno scorso, vedi Chandler & Barea. In più la stagione attuale e’ stata resa ancora più difficile dall‘affaire Odom, il quale arrivato dai Lakers controvoglia, ha causato più danni che benefici alla squadra con il suo atteggiamento insolente e contro produttivo. Nonostante questo, nemmeno Mark Cuban ha cominciato la stagione regolare sperando in un titolo, dopo l’exploit dell’anno scorso il proprietario dei Mavs aveva capito che la stagione 2011/2012 sarebbe stata una stagione transitoria. Tuttavia, un’uscita per 4-0 al primo turno dei “play-off” resta pur sempre qualcosa di poco gradevole. Ad ogni modo, non e‘ detto che il futuro di Dallas sia cupo, con giocatori come Nowitzki e Terry sempre capaci a dare un contributo di primissima qualità, i Mavericks dovrebbero riuscire ad aggiungere un paio di pezzi di spessore per tornare a sperare nel titolo. Lo spazio salariale che possono vantare in questa “off-season” e‘ assai considerevole, e fino a quando Howard non ha prolungato di un anno con i Magic, molti erano sicuri che l’anno prossimo avremmo visto il trio Nowitzki-Howard-Williams (Deron) in maglia Mavs. Howard ha buttato all’aria i piani estivi di mezza lega, Mavs inclusi ovviamente, ma con tanto spazio salariale a disposizione, non e‘ detto che Cuban non riesca ad inventarsi qualcosa per rilanciare i suoi già l’anno prossimo.

Un'incursione di Tony Parker nei pressi del canestro dei Jazz

San Antonio Spurs @ Utah Jazz

LA PARTITA: nonostante i Jazz si siano confermati come squadra ostica da battere, gli Spurs sono comunque riusciti a strappare una fondamentale vittoria sul loro campo, portando la serie sul 3-0 a loro favore. Statisticamente, Utah e’ fuori dai giochi, poiché nessuna squadra e‘ mai riuscita a ribaltare una serie partendo da uno svantaggio di 3-0. In questa partita, Tony Parker su tutti ha risaltato per gli Spurs, finendo il match con 27 punti, aiutato da un solido Duncan da 17 punti e 6 rimbalzi. Non sono bastate le prove di Devin Harris, Al Jefferson e Derrick Favors, i quali, in fine, sono andati a sbattere contro la muraglia di San Antonio, che ha potuto fare affidamento anche alle giocate di Ginobili e Splitter.

 

LA SERIE: come detto in precedenza, il fatto che i Jazz siano sotto 3-0 nella serie sicuramente non volge a loro favore e, lasciando le statistiche da parte per un attimo, non resta difficile credere che gli Spurs avanzeranno presto al turno successivo. Considerando quanto il campo dei Jazz sia ostile, e’ forse plausibile pensare che Harris e compagni riusciranno a riportare la serie a San Antonio, tuttavia, questo servirebbe solo ad evitare che i Jazz escano dai “play-off” con uno “sweep”, visto che la supremazia degli Spurs e’ fin troppo evidente. Dal punto di vista degli Spurs, resta ovvio pensare che i ragazzi di Popovich vogliano chiudere la pratica Jazz già nella prossima gara, in maniera tale da togliersi di torno un cliente scomodo, e per da riposare in vista del secondo turno di “play-off”, che vedrà gli Spurs affrontare la vincente fra Clippers e Grizzlies, serie che potrebbe protrarsi fino a gara 6 o gara 7.

Eugenio Simoni e Giordano Goggioli