Ginobili, Duncan e Parker. Pronti per i playoff

1. San Antonio Spurs vs 8. Utah Jazz
Quindicesima partecipazione ai playoff consecutiva, miglior record della Western Conference e pallacanestro celestiale per gli uomini di coach Popovich che da fine gennaio in poi hanno inanellato lunghe serie di vittorie (2 serie da 11W consecutive prima e post ASG e serie da 10W consecutive per chiudere la regular season). Roster profondo anche grazie agli innesti di uomini esperti come Stephen Jackson e Boris Diaw, acquistati a marzo, ma anche grazie a nuovi giovani come Kawhi Leonard (rookie da San Diego State con braccia interminabili e ottime attitudini difensive) e Thiago Splitter (al 2° anno e sempre più a suo agio). Big three in forma splendida con Tim Duncan tirato a lucido, con Manu Ginobili perfettamente recuperato dall’infortunio iniziale alla mano e con Tony Parker tornato ad alti livelli dopo un inizio difficile. Secondo miglior attacco della lega con 103.6 punti segnati di media, ma miglior attacco su 100 possessi e miglior rating offensivo, gli Spurs allargano il campo come pochi anche grazie a buoni tiratori come Danny Green, Gary Neal e lo stesso Stephen Jackson. Il tutto con Manu Ginobili e Tony Parker che si alternano in cabina di regia, un lusso come backcourt.
Di fronte i giovani e arrembanti Utah Jazz che hanno raggiunto la post season, dopo un anno di assenza, con una zampata finale agguantando l’ottava moneta ad ovest a scapito di Suns e Rockets. Il frontcourt profondo ed atletico è sicuramente il punto forte dei Jazz. Utah infatti ha la seconda miglior percentuale per conclusioni in area di tutta la NBA, questo grazie a Paul Millsapp e Al Jefferson veri trascinatori, mentre dalla panchina ottimo il contributo alla causa di Derrick Favors ed Enes Kanter, ancora grezzi, ma capaci di dare sostanza, rimbalzi e atletismo nel pitturato. Il vero punto debole dei Jazz è il reparto esterni, falcidiato dagli infortuni durante la regular season, prima Raja Bell, poi Josh Howard, CJ Miles ed infine Earl Watson (anche se i primi due dovrebbero essere recuperati per la post season). Nonostante questo coach Corbin ha potuto fare affidamento sugli enormi passi avanti di Gordon Hayward (nelle ultime decisive 15 partite ha viaggiato a 17 punti con il 50% dal campo, 5 rimbalzi e 4 assist di media), mentre nella post season si aspettano un cambio di direzione da parte di Devin Harris, fino ad ora ombra di se stesso.
Il confronto in regular season dice 3-1 a favore degli Spurs, ma l’unica vittoria Jazz è arrivata alla vigilia di Spurs-Lakers e coach Popovich in quella circostanza lasciò a riposo Duncan, Parker e Ginobili.
Pronostico: 4-1 San Antonio Spurs. Pronostico che sembra chiuso, troppo evidenti le differenze qualitative. Certo Millsap,Jefferson e tutto il reparto interni dei Jazz metteranno in seria difficoltà i lunghi nero-argento e una sfida potrebbe finire in mano ai Jazz, che eviteranno lo sweep magari in una serata in cui i big three tireranno il fiato.

Rudy Gay, l'MVP di questi Grizzlies

4. Memphis Grizzlies vs 5. Los Angeles Clippers
Sicuramente il 1° turno playoff più interessante ed accattivanete ad ovest. La sfida per il 4° posto è stata equilibrata e decisa solo all’ultima giornata utile di regular season, con i Grizzlies che hanno approfittato delle due sconfitte consecutive dei Clippers, sorpassandoli e guadagnandosi il fattore campo per la prima volta dalla loro nascita nel 1995.
La squadra di coach Hollins, si presenta alla post season con il titolo di “ammazza grandi”, vedi quanto successo ai playoff 2011 quando vi arrivarono con l’ottava testa di serie (con un record all-time in post season di 0W-12L) ed eliminarono in sole 6 gare la testa di serie n°1, i San Antonio Spurs. Dopo un inizio complicato passato nei piani bassi della Conference, a metà febbraio la svolta con 9 vinte su 10 partite, a cui sono seguite importanti vittorie in casa di Heat, Thunder e Lakers nel giro di 10 giorni. Roster essenzialmente immutato con Rudy Gay (assente nella post season 2011) leader e trascinatore del gruppo, ben coadiuvato nel pitturato da Marc Gasol, sempre più a suo agio nelle aree NBA. Il tutto senza Zach Randolph, infortunatosi al ginocchio destro ad inizio regular season e rientrato solo nelle ultime settimane, ma utilizzato ancora con il contagocce, forse per non rovinare gli equilibri creatisi nel corso della stagione. Memphis è una tra le migliori difese, concede solo 93.0 punti a partita, è nella top ten come differenziale a rimbalzo ed è la migliore squadra per numero di palle perse a cui costringe agli avversari. E qui la citazione la merita Tony Allen, uno dei migliori difensori perimetrali della lega.
Dal canto loro i Clippers hanno raggiunto la post season dopo 6 anni e con un record di 40W-26L hanno toccato la percentuale vittorie di 0.606, il massimo nella loro storia NBA. Le aspettative sulla squadra di Del Negro erano molto alte sin dall’inizio, vista la trade Paul che li ha rivoluzionati ad inizio stagione. Dopo una buona partenza hanno avuto un netto calo nel mese di marzo, salvo poi rialzarsi trascinati dal duo Chris PaulBlake Griffin e dalla crescita di Randy Foye. Nonostante il grave infortunio che ha tolto di mezzo per tutta la stagione Chauncey Billups, i Clippers si sono mossi bene sul mercato andando a ricoprire ogni spot libero. Prima l’acquisizione di Nick Young, ottimo back up per gli esterni, troppo innamorato della palla ma capace di cambiare il ritmo alle partite ed infine Kenyon Martin, reduce dall’esperienza cinese ed in grado di dare sostanza e attitudini difensive al frontcourt losangelino.
Gli scontri in regular season sono stati solo 3 e parlano di un 2-1 in favore dei Clippers con Paul e Griffin superlativi.
Pronostico: 4-3 Memphis Grizzlies. Pronostico aperto. Sono due franchigie con poca esperienza ai playoff. I Clippers andranno dove Paul li guiderà e se non sarà al 100% per via dell’infortunio all’inguine, la serie finirà presto.

 

Kobe Bryant e i Lakers ancora protagonisti?

3. Los Angeles Lakers vs 6. Denver Nuggets
La squadra di coach Mike Brown arriva in questi playoff con una serie innumerevole di incognite. Sono passati solo 12 mesi dalla inaspettata disfatta subita dai Mavericks, molto è cambiato in quel di El Segundo e questa breve regular season ha evidenziato pregi e difetti della formazione giallo-viola. In primis coach Brown deve dimostrare di aver in pugno questa squadra che dopo l’inserimento di Ramon Sessions sembra aver trovato la quadratura, con un playmaker con punti nelle mani e capace di giocare a difese schierate. Il frontcourt titolare gialloviola è senza dubbio il più dominante della intera NBA: Pau Gasol nonostante le innumerevoli voci di trade è rimasto a L.A. anche se è apparso leggermente meno coinvolto e sotto al suo standard, mentre Andrew Bynum apparso in forma e sano per tutta la regular season, è cresciuto molto fronte e spalle a canestro, anche se in più di una occasione è apparso sopra le righe, con comportamenti poco professionali. Kobe Bryant arriva da un infortunio alla tibia, ha saltato 7 sfide (5vinte-2 perse) e nel periodo senza il 24 sono cresciuti di livello Metta World Peace e Matt Barnes, con Metta che ha poi rovinato il tutto con l’espulsione per la gomitata ad Harden e seguenti 7 giornate di squalifica, che lo terranno fuori in questo 1° turno (potrebbe rientrare solo in caso di una eventuale gara7).
I Denver Nuggets invece hanno raggiunto la nona partecipazione consecutiva alla post season, anche se dopo un inizio positivo, si sono visti risucchiare dal vortice degli infortuni e hanno perso Danilo Gallinari per ben due volte (caviglia e poi pollice), Rudy Fernandez (schiena) ed infine Wilson Chandler, arrivato solo a fine marzo, ma già finito sotto i ferri per un infortunio all’anca sinistra. Alla trade dead line hanno ceduto il loro lungo di punta Nene ai Wizards in cambio di Javale McGee. Uno scambio che aveva fatto storcere il naso a molti addetti ai lavori, anche perchè Nene aveva da poco rinnovato per altri 5 anni a 67 milioni di $. Ma il suo sacrificio è stato sensato, si è alleggerito il cap in previsione futura, aprendo una autostrada al rookie Kenneth Faried. Il nativo di Newark ha risposto presente alla chiamata e la sua energia, verticalità, misto a un buon iq cestistico (nonostante paghi a livello di centimetri e peso con i pari ruolo) ne hanno fatto punto fondamentale per la cavalcata ai playoff. A questo va aggiunta la definitiva esplosione di Ty Lawson che grazie alle ottime doti fisiche misto a una discreta visione di gioco ne hanno fatto la pg titolare a dispetto dell’esperto Andre Miller. La batteria di esterni dei Nuggets è di tutto rispetto. Gallinari sta tornando in condizione e se aggiungiamo Arron Afflalo, Corey Brewer, Al Harrington (lungo atipico) abbiamo una squadra temibile dall’arco e rapida in transizione. Denver è dati alla mano, il miglior attacco della lega con 104.1 punti segnati di media, ma è anche una tra le peggiori difese con i 101.2 punti concessi a partita. Sicuramente coach Karl imposterà le sfide sulla velocità, sulla transizione, sugli altri ritmi, in modo da non far schierare la difesa gialloviola.
Quattro sfide in regular season, 3-1 in favore dei Lakers, equilibrio in ogni confronto con partite decise con scarti tra i 3 e i 9 punti.
Pronostico: 4-3 Los Angeles Lakers. Non sarà semplice per gli uomini di coach Brown, i Nuggets sono giovani, profondi, atletici e corrono. Il frontcourt Lakers dominerà, ma la panchina corta, la mancanza di un back up affidabile per i lunghi e l’assenza di Metta World Peace, potrebbero essere un problema. Ci penserà come sempre Kobe Bryant?

Westbrook e Durant verso l'anello

2. Oklahoma City Thunder vs 7. Dallas Mavericks
Dopo 3 mesi passati a dominare la lega, i Thunder sono stati raggiunti e sorpassati in vetta alla Conference dai San Antonio Spurs. L’ultimo periodo è stato poco positivo, sono arrivate 7 sconfitte nelle ultime 15 giocate, ma a Oklahoma City il morale è alto, le aspettative sono tante e dopo la finale di conference dello scorso anno persa per 4-1 contro Dallas, questa serie rappresenta la possibile vendetta e il primo passo verso un lungo cammino.
L’attacco dei Thunder è tra i migliori della lega, non tanto per la qualità del gioco espresso, ma per il talento dei loro big three. Primo tra tutti Kevin Durant, che arriva ai playoff con il 3° titolo di marcatore NBA consecutivo in tasca, con le migliori percentuali dal campo in carriera e con un arsenale offensivo illimitato. Al suo fianco Russell Westbrook, alla migliore stagione realizzativa in carriera (con seguente calo a livello di assist) e vero punto interrogativo in questa post season. Quando Russell guida i suoi in campo aperto o tramite le sue rapide penetrazioni, i Thunder sono praticamente inarrestabili, mentre se si intestardisce su jumper contestati allora l’attacco tende a stagnare. Infine il terzo violino che entra dalla panchina, James Harden che con le sue doti in cabina di regia in aggiunta a una buona mano fuori dall’arco, ne fanno punto fondamentale per cambiare ritmo alle partite. A questi tre vanno aggiunti Serge Ibaka (leader NBA delle stoppate), Kendrik Perkins, Nick Collison e Thabo Sefolosha, giocatori fondamentali che prediligono la metà campo difensiva a quella offensiva.
Per la squadra campione NBA in carica invece una qualificazione ai playoff piena di difficoltà. La partenza di Tyson Chandler ha senza ombra di dubbio indebolito il frontcourt di coach Carlisle. Troppe le difficoltà a proteggere l’area, con Brendan Haywood non all’altezza e Ian Mahinmhi troppo acerbo. La scommessa Lamar Odom non è andata a buon fine e l’arrivo di Vince Carter ha cambiato ben poco gli equilibri. Jason Kidd ha raggiunto i 39 anni di età e non ha molte chance di tenere l’esplosività di Westbrook sotto controllo. Lo scorso anno la difesa perimetrale dei Mavericks poteva concedersi una pausa ogni tanto, visto il lusso di avere Chandler in aiuto in mezzo all’area, quest’anno la situazione sarà totalmente differente.
Come in ogni stagione toccherà a Dirk Nowitzki caricarsi sulle spalle i suoi, ma il tedesco dopo il meritato successo dello scorso anno è apparso in lieve calo e lo testimoniano percentuale dal campo e punti segnati mai così bassi da 10 anni a questa parte. Ovviamente Nowitzki è ben lontano dall’essere un giocatore finito, il suo tiro in fade-away e la sua capacità di mettere palla per terra sono ancora il marchio di fabbrica, solo che in questa occasione potrebbero non bastare.
Da segnalare i buoni passi in avanti del francesino Rodrigue Beaubois, rapido giocatore di striscia quanto JJ Barea, anche se meno playmaker e un Jason Terry sempre pronto a dire la sua dalla panchina nei momenti che scottano.
In regular season le formazioni si sono affrontate 4 volte, 3-1 a favore dei Thunder, con sfide equilibrate, divertenti e decise solo negli ultimi secondi.
Pronostico: 4-2 Oklahoma City Thunder. I Mavs sono i campioni in carica, non cederanno facilmente, ma i Thunder hanno tanto, troppo talento e sono lunghi e grossi in mezzo all’area. Nowitzki e Terry venderanno cara la pelle, ma i giovani di Oklahoma City sono in missione verso l’anello.

DailyBasket, che seguirà ogni giornata di playoffs con la consueta passione e competenza, nel presentarvi gli accoppiamenti del primo turno della Western Conference ha voluto anche mettersi alla prova lanciando per ogni serie un pronostico. Senza avere la pretesa di indovinarli ad ogni costo, ma soprattutto come spunto di dibattito con i lettori. Potete partecipare e scrivere i vostri pronostici aggiungendo i commenti all’articolo.


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