Tripla doppia sfiorata per James Harden (Foto: cbssports.com)

Tripla doppia sfiorata per James Harden (Foto: cbssports.com)

Vittoria rocambolesca per i Warriors, che si portano 2-0 con i Rockets al termine di una gara altalenante e decisa da due errori nel finale. Golden State e Stephen Curry in particolare partono infatti fortissimo, segnando 36 punti, di cui 15 del play, nel solo primo quarto, e toccando anche il +17 con una tripla di Barnes dopo 16 minuti di gioco. “Houston, abbiamo un problema”, McHale chiama timeout e qualcosa si sblocca, soprattutto James Harden, che guida una rimonta in grado di riportare il punteggio in parità all’intervallo. E i Rockets non si fermano qui: il parziale a cavallo tra secondo e terzo quarto dice 33-10, per il +6 firmato da Ariza dopo 4 minuti della ripresa, ma rimane il massimo vantaggio per gli ospiti, dato che la gara in pratica prosegue punto a punto, con Curry a colpire da una parte e Harden dall’altra, fino ai minuti finali. A 1:39 dalla fine Curry segna il +8, ma Houston rientra con un break di 8-1 in poco più di un minuto. Sul 98-99 la palla è dei Warriors, ma Barnes sbaglia il layup rovesciato e concede ai Rockets il tiro della potenziale vittoria; tiro che, però, non arriva, perché Harden pasticcia con la palla e non riesce a superare l’ottima difesa di Curry e Thompson.

Houston Rockets @ Golden State Warriors 98-99 (0-2)

MVP. Ancora una volta Stephen Curry si conferma MVP, con una prestazione da 33 punti e 6 assist, anche se con 6 palle perse, con 8/10 da due e 5/11 da tre.

LVP. Non ingannino i 10 punti di Josh Smith, sia per le percentuali (5/17), sia per le scelte (a inizio gara ha tirato praticamente solo lui), sia per l’evanescenza in ogni altro aspetto del gioco (1 rimbalzo, 2 assist, 1 recupero e 1 persa in 21 minuti).

Losing Effort. James Harden non è riuscito nemmeno a tentare il tiro della potenziale vittoria, ma ciò nulla toglie a una prova mostruosa da 38 punti, 10 rimbalzi e 9 assist, con un ottimo 13/21 da campo. Insomma, meglio di così non poteva fare. Forse.

Andrew Bogut, solido elemento sotto canestro (Foto: sportal.com.au)

Andrew Bogut, solido elemento sotto canestro (Foto: sportal.com.au)

The Unexpected. Parlare di sorpresa è quasi ridicolo, ma contro un avversario ingombrante e sicuramente efficace (19 punti e 17 rimbalzi) come Dwight Howard poteva andare anche peggio; invece Andrew Bogut porta in dote ai suoi 14 punti, frutto di un ottimo 7/9 dal campo, conditi da 8 rimbalzi, 4 assist e 5 stoppate, confermandosi pedina preziosa per la sua squadra.

Stat of the Night. In una gara così tirata, l’apporto delle panchine è fondamentale; non a caso, quella dei Rockets è particolarmente carente: oltre ai 12 punti di Terrence Jones (che però è un finto panchinaro), Capela, Prigioni, Brewer e Johnson combinano per soli 3 punti con 1/8 al tiro, 2 rimbalzi e 2 assist. I Warriors, al contrario, hanno contributi estremamente positivi da Iguodala (6 punti, 6 assist, 2 rimbalzi, 2 recuperi, nessun errore al tiro), Barbosa (4 punti e 3 assist), Ezeli (2 punti e 6 rimbalzi) e Livingston (8 punti e 4 rimbalzi senza errori al tiro), con quest’ultimo particolarmente prezioso in alcuni momenti delicati della gara.