5. IGGY TOP – I Warriors sanno giocare e divertire anche quando Curry è in panchina. Anzi, quando quasi tutti i titolari sono in panchina. Vedere, per credere, l’azione che ha portato Andre Iguodala all’inchiodatona in testa a Howard. “Superman” e Prigioni ci mettono del loro, ma la combinazione Barbosa-Bogut- Iggy è tanto pulita quanto esaltante. Che poi l’ex Denver sappia volare, beh, non è di certo una sorpresa. Curry dimostra di apprezzare, eccome. La sua reazione assomiglia tanto alla nostra quando è lui a estrarre i conigli dal cilindro.

4. MUCH MORE BAZEMORE – Da schiacciatore a schiacciatore. Giustamente, ad Atlanta erano tutti preoccupati per il ginocchio di Carroll. Ci mancherebbe. L’immagine del #5 che esce senza appoggiare la gamba ha rovinato il finale di gara-1 (che per la verità non era stata memorabile). Scorrendo il roster, la sua riserva naturale è il signor Kent Bazemore: un “trampolino umano”. L’ex Warriors e Lakers non avrà la disciplina tattica e l’astuzia difensiva di DeMarre, ma una cosa è certa: ha i razzi nelle gambe. Da sempre, fin dal primo momento nella Lega. In gara-1 ci ha regalato una giocata da highlights di quelle che fanno urlare “Oh my God!”. Dicono che Dellavedova lo stia ancora cercando…

Bellissima la sfida tra Stephen Curry e James Harden (Foto: voxstadium.fr)

Stephen Curry e James Harde: straordinari protagonisti di questi playoffs (Foto: voxstadium.fr)

3. STAR WARS – Beh, bando alle ciance: il duello tra Harden e Curry è estasi pura. L’MVP e il suo ‘secondo’ stanno battagliando a suon di magie, per la gioia di noi umili terrestri. E’ un po’ la sfida nella sfida della serie tra Warriors e Rockets, che già di per sé avrebbe il suo appeal. I due viaggiano alla solita trentina di punti di media, imperversando tra gli highlights di serata con canestri e assist da fantascienza. Scegliere una giocata specifica, di entrambi, non sarebbe affatto facile. Uno dei tanti step-back del #13 che stanno facendo ammattire Klay Thompson? Le mitragliate dal perimetro di Steph? O la sua difesa proprio su Harden nel finale di gara-2? Bah, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Speriamo che questa serie non finisca presto. Anzi, possiamo non farla finire mai?

2. J.R.! JAAY AAAR! JAAAAYYY AAAARRRR!! – Che tipo, che personaggio. J.R. Smith è uno di quei giocatori che ami o odi. Anzi, che ami e odi allo stesso tempo. Può piazzarti 30 punti in un amen, così come combinare cavolate per 42 minuti. Quello visto in gara-1, però, è lo Smith in versione “extra-lusso”: 28 punti, 8 triple (mai un Cavalier ne aveva segnate tante in una gara di playoffs) e una serie di giocate da capogiro. Lui dice di aver trovato l’ambiente giusto per diventare, finalmente, un uomo serio e pacato. Bah. Sarà, ma a noi piace così, con quel poco di follia che lo rende speciale. Comunque, a noi basta che continui a farci vedere numeri del genere…

1. MONARCHIA ASSOLUTA – Caro LeBron, abbiamo capito che sei il più forte del pianeta. Ora basta. Abbi pietà di questi poveri Hawks. Eh sì, perchè LBJ, MVP indiscusso di questi playoff, sta triturando chiunque gli si faccia davanti. In queste finali di Conference è toccato ad Atlanta. Due partite giocate (e vinte): 31 punti, 8 rimbalzi e 6 assist nella prima; 30 punti, 9 rimbalzi e 11 assist nella seconda. In più, la solita collezione di giocate da urlo e quella faccia che incenerisce gli avversari al primo sguardo. Se Cleveland è dove è, il merito è suo. Grazie di esistere.


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