Ancora i Big Three (Photo: Getty Images)

Ancora i Big Three (Photo: Getty Images)

A 4 settimane dal termine della regular season continuano a mescolarsi le carte per la corsa ai playoffs nella Western Conference anche se si stanno lentamente delineando le 8 possibili partecipanti. I San Antonio Spurs (51W-16L) continuano a guidare la Conference e l’intera lega anche grazie ad una serie tutt’ora aperta di 11 successi consecutivi che hanno permesso alla squadra di Gregg Popovich di toccare le 50 vittorie per la 15° stagione consecutiva, un record nella storia della NBA, per una squadra che vanta uno degli attacchi più prolifici e completi della lega con ben 105.1 punti segnati, il 49% dal campo (2° dietro agli Heat) e il 40% dall’arco (1°), con oltre 25 assist a partita su 40 conclusioni a segno di media (1°), con efficienze al tiro e percentuali effettive tra le più alte. Il tutto con una delle migliori difese della lega con 97.8 punti concessi (6°) e soprattutto con la miglior panchina della NBA, con oltre 45 punti segnati di media, il 49% dal campo, il 40% dall’arco e ben 11 assist per 21 minuti medi di utilizzo, second unit che ha permesso a Popovich di variare gli assetti in campo e di non “sovrautilizzare” i Big three in vista dei mesi più importanti.

Blake Griffin, decisivo nell'ottimo momento dei suoi Clippers (Foto: newslocker.com)

Blake Griffin, decisivo nell’ottimo momento dei suoi Clippers (Foto: newslocker.com)

I DUELLI:  Gli Oklahoma City Thunder (49W-18L) nonostante un periodo di forma altalenante post All Star Game (6W-6L il record) coinciso con gli infortuni di Thabo Sefolosha e Kendrick Perkins e con un periodo di “slump” al tiro dopo un gennaio-febbraio ai limiti dell’incredibile, sono distaccati di sole 2 partite dagli Spurs e cercheranno di riavvicinarsi il più possibile, contando anche sul favore degli scontri diretti (3-0 il conto al momento) e sulla decisiva sfida di aprile, affidandosi come al solito a Kevin Durant (striscia ancora aperta di 32 partite oltre i 25 punti segnati, il quarto giocatore di sempre a riuscirci dopo Wilt Chamberlain, Oscar Robertson e Michael Jordan) e a un Russell Westbrook che sta rapidamente recuperando la condizione dei giorni migliori. Leggermente più distanziati ma ben più in palla i Los Angeles Clippers (48W-21L), anche se la squadra di Doc Rivers dopo aver vinto 11 partite consecutive ha visto interrompersi la striscia nel back to back in casa dei Nuggets, ma ha dimostrato di aver fatto enormi passi avanti in termini di gioco e concretezza sui due lati del campo (2°attacco migliore della lega con 107.5 punti e nella top5 come percentuali effettive e efficienza offensiva), in particolar modo difensivamente (dopo l’ASG meno di 100 punti concessi di media con appena il 43% dal campo, 3°migliore nella NBA e rating difensivo di poco superiore a quello dei Bulls, la miglior difesa della lega) e potrebbe mantenersi in scia dei Thunder tentando un disperato aggancio finale, complice un calendario alquanto agevole nei prossimi 10 giorni e un vantaggio negli scontri diretti. Ma la squadra guidata da Blake Griffin, che ha da poco toccato i 6000 punti, 3000 rimbalzi e 1000 assist in carriera alla sua quarta stagione NBA, il tutto con medie ben oltre il 50% dal campo come solo Kareem Abdul Jabbar e Charles Barkley prima di lui, dovrà guardarsi le spalle per tenere il 3°seed al sicuro dagli Houston Rockets (45W-22L), caduti 3 volte consecutivamente per la prima volta in stagione in 3 ostiche trasferte (Thunder, Bulls e Heat), ma veramente pericolosi per la qualità e pluridimensionalità del proprio attacco (106.4 punti segnati, 3°attacco e nella top3 delle classifiche di efficienza al tiro, anche se con troppe perse, 16.5, peggio di loro solo i 76ers).

 

Stephen Curry e gli Warriors in risalita (Photo by Rocky Widner/NBAE via Getty Images)

Stephen Curry e gli Warriors in risalita (Photo by Rocky Widner/NBAE via Getty Images)

Dalla 5° posizione in giù le distanze si assottigliano ulteriormente, con i Golden State Warriors che stanno mettendo pressione ai Portland Trail Blazers (44W-24L), che dopo i primi mesi strepitosi in cui hanno anche guidato la Conference, recentemente stanno affrontando un periodo di difficoltà, coinciso con le 4 trasferte consecutive contro top team della Western in cui sono arrivate 4 sconfitte e con alcuni problemi fisici di LaMarcus Aldridge. L’attacco di Terry Stotts continua ad essere il più prolifico della lega con quasi 108 punti a partita, ma la fase difensiva non convince (103.2 punti subiti, tra le 5 peggiori della lega), a cui si aggiunge una produzione della panchina che non incide in alcun modo (appena 24 punti con il 42% al tiro, la peggiore NBA). Gli Warriors (43W-26L) invece stanno affrontando un periodo di forma migliore, sono reduci da 12W-4L post All Star Game e recentemente hanno battuto proprio i Blazers al Moda Center grazie ad un gran 2° tempo di Stephen Curry e hanno momentaneamente il vantaggio nelle sfide dirette (2-1, con il 4°scontro in programma ad aprile) che potrebbe essere fondamentale per agganciare la 5a piazza sfruttando il loro attacco scintillante ad alti ritmi, ma soprattutto una difesa tra le migliori della NBA (3° per rating difensivo, tra le migliori come protezione del perimetro) che concede appena 98 punti agli avversari, mai successo nei 3 anni di gestione Jackson. A brevissima distanza seguono i Memphis Grizzlies (40W-27L) e i Dallas Mavericks (41W-28L), con i Phoenix Suns (39W-29L) attualmente fuori dalla post season con un record ampiamente positivo che varrebbe il 3° seed nella Eastern Conference. Discorso simile per i Minnesota Timberwolves (34W-32L) che hanno uno dei migliori attacchi della NBA (106.3 punti segnati) grazie anche a Mr. doppia doppia Kevin Love e un record appena sopra il 50%, ma che con così poche partite al termine della stagione (di cui ben 11 su 16 contro team con record positivo) e con una bagarre del genere sembrano tagliati fuori.

 

Mike Conley e Mike Miller protagonisti per i Grizzlies (Photo by Ezra Shaw/Getty Images)

Mike Conley e Mike Miller protagonisti per i Grizzlies (Photo by Ezra Shaw/Getty Images)

UPS– Detto delle strisce di W di San Antonio Spurs e Los Angeles Clippers, meritano una menzione d’onore i Memphis Grizzlies che dal post ASG sono 11W-4L con vittorie contro Clippers, Bulls e Blazers. La squadra del Tennessee guidata quest’anno da Dave Joerger dopo aver recuperato Marc Gasol ha cambiato completamente marcia e da metà gennaio ha perso solamente 8 partite sulle 33 disputate sfruttando le proprie solite armi, una difesa pressante ai limiti della perfezione (appena 94.4 punti concessi, terza migliore) e il trio Randolph-Conley-Gasol fondamentale sui due lati del campo. Buon periodo di forma anche per i Dallas Mavericks che seppur perdenti nella notte in casa contro i Wolves, negli ultimi 10 giorni sono riusciti a sconfiggere Blazers, Pacers e Thunder grazie ad ottime prove di squadra, per un team come sempre guidato da Dirk Nowitzki (oltre 21 punti segnati con percentuali vicine al 50-40-90) che cerca di tornare ai playoff dopo aver interrotto la striscia di 12 partecipazioni consecutive la scorsa stagione.

Bledsoe e Dragic. A loro il compito di tenere in vita i Suns in questa volata finale

Bledsoe e Dragic. A loro il compito di tenere in vita i Suns in questa volata finale

DOWNS – Oltre al periodo no dei Portland Trail Blazers che vedono in calo le possibilità di avere il vantaggio del fattore campo al primo turno, discorso analogo per i Phoenix Suns che dopo la brillante W contro gli Spurs nei giorni seguenti all’ASG hanno poi inanellato ben 8 sconfitte nelle ultime 14 giocate subendo quasi 109 punti, il 50% al tiro e il 38% dall’arco, statistiche impietose e sconfitte che potevano essere maggiori senza alcune prove “monstre” di Goran Dragic (career high con 40 punti contro gli Hawks) e di Gerald Green (career high da 41 punti contro i Thunder), che ha trovato maggior spazio nell’ultimo mese complice l’infortunio ad Eric Bledsoe, rientrato solo pochi giorni fa in occasione della sconfitta interna contro i Cavs.

NUMBERS – Con la vittoria contro i Jazz i San Antonio Spurs sono diventati la prima squadra in questa regular season a toccare le 50W ed è la quarta stagione in fila che succede, evento capitato una sola altra volta nella storia della lega con i Boston Celtics nei primi anni ’60.

SCHEDULE – Calendario settimanale piuttosto agevole per gli Spurs (ad esclusione della sfida con gli Warriors ad Oakland), discorso analogo per i Thunder (unico incontro degno di nota la sfida a Dallas), ma ben più agevole quello dei Clippers contro 3 squadre ormai fuori dalla corsa ai playoff. Per Houston tre trasferte delicate contro team in lotta per i playoff, mentre gli Warriors avranno 4 appuntamenti tutti alla Oracle Arena, di cui alcuni non certo facili (Spurs e Grizzlies). Ben più delicato il percorso dei Blazers che affronteranno un breve ma fondamentale viaggio ad est e affronteranno Heat, Hawks e Bulls in serate ravvicinate. Ostico anche il cammino dei Mavs con tante partite all’American Airlines Center ma contro squadre dal record più che positivo (Thunder, Clippers, Nets e Warriors). Complicato pure il percorso dei Grizzlies con un back to back contro le due potenze dell’est Heat-Pacers, con i Suns che potrebbero approfittare di qualche passo falso di chi li precede grazie ad una settimana ben più semplice con nessun back to back e sfide con team attorno al 50%.


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