Brian Shaw
Denver Nuggets
La pausa per l’All Star Game non ha fatto benissimo ai Denver Nuggets che, nell’ultimo mese, hanno vinto sette delle venti partite giocate. Non benissimo, direte voi. Avete ragione, anzi, lo dice anche più di qualcuno in Colorado. Abbiamo fatto un giro nei siti di tifosi e aficionados della franchigia più “alta” della lega (1200 metri sul livello del mare) e si respira un malcontento evidente nei confronti di una squadra che, anche se falcidiata dagli infortuni, anche se all’inizio di un nuovo percorso, non sta dando quello che i tifosi si aspetterebbero. Le ultime 24 ore hanno portato un leggero vento caldo di speranza tra le nevi del Colorado. I Nuggets hanno infatti vinto la partita di questa notte contro i Miami Heat con un’eccellente prestazione di Kenneth Faried. Non cambierà faccia a una stagione non felicissima ma di certo addolcisce la pillola.
Kevin Love
Minnesosta Timberwolves
Mentre scriviamo, i Minnesota TimberWolves viaggiano con il 50% di vittorie. 32 partite vinte a fronte del numero speculare, e non per questo meno infausto, di 32 sconfitte. Equilibrio garantito dalla straordinaria stagione di Kevin Love. Il mancato giocatore di beach volley californiano è quarto nell’intera lega per punti segnati (26.8) e secondo per rimbalzi catturati (13.0). Queste statistiche andrebbero ovviamente snocciolate in dati avanzati che in questa sede non sono appropriati. Tuttavia, vogliamo attirare la vostra attenzione sul PIE rating di Kevin Love (19.6%), che lo mette al terzo posto della lega dietro a KD (20.6%) e LeBron (19.7%). Vorrà pur dire qualcosa o no?
Damian Lillard (Photo Garrett W. Ellwood/NBAE via Getty Images)
Portland TrailBlazers
Gli straordinari toccati a Lillard durante l’All Star Game non sembravano aver intaccato la giovane point guard dei Portland TrailBlazers e tanto meno i suoi compagni che avevano vinto 6 delle successive 8 partite, molte della quali contro diretti avversari di Division, sfide fondamentali nell’economia di una stagione NBA. Il carico si deve essere fatto sentire e i TrailBalzers sono calati inevitabilmente. Quello che deve far preoccupare, in prospettiva playoffs, nei corridoi del Moda Center, sono gli avversari di queste sconfitte. I TrailBlazers hanno perso contro Houston, Dallas e Spurs: tutti futuri avversari in post-season.
Russell Westbrook (Foto: newslocker.com)
Oklahoma City Thunder
E’ tornato Westbrook. Buona notizia direte voi. Certamente. Però questo rientro ha scombussolato gli equilibri di una squadra che stava giocando “nice and smooth” come dicono dall’altra parte dell’oceano. Tre sconfitte di fila subito, poi replicate qualche giorno dopo con altre due L rimediate contro Phoenix e i non irresistibili Los Angeles Lakers (già fuori dalla corsa playoffs). Niente d’irrimediabile, sia ben chiaro. Soprattutto perché il rientro di Westbrook è una straordinaria notizia per i Thunder e per coach Brooks. Le rotazioni tornano ad allungarsi e, guardando ai playoffs, l’energia di Westbrook sarà fondamentale. Brutte notizie arrivano dall’infermeria, dove Thabo Sefolosha sarà costretto a rimenere per altre tre settimane, minimo, per un problema a un polpaccio. Dovrebbe essere al 100% per i playoffs.
Gordon Hayward difende su Belinelli
Utah Jazz
3 vittorie nelle ultime 14 partite giocate: questo il ruolino di marcia dopo la pausa dell’All Star Game degli Utah Jazz. Passibili come pochi (insieme a loro Bucks, Phila, Kings e altri) di “denuncia” per tanking selvaggio. I Jazz aspettano con trepidazione il giorno della Lottery come fosse la mattina di Natale. Da segnalare, nelle tre vittorie, dell’ultimo mese, la W rimediata contro Phoenix. I Jazz, in quell’occasione, mandarono ben 7 giocatori in doppia cifra e Gordon Hayward (MVP non solo di serata ma dell’intera stagione NBA targata Jazz) arrivò a un solo assist dalla tripla doppia personale.
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