Forti di una leggera flessione degli Oklahoma City Thunder i Portland Trail Blazers tornano in testa alla Northwest Division con 28 partite e 9 perse. I Blazers continuano la loro ascesa nella Western Conference, dietro solamente ai San Antonio Spurs, ed il tempo non sembra scalfire il momento d’oro che stanno vivendo in Oregon. C’è stato un calo di forma, come dimostrano le 2 sconfitte nelle ultime 5 partite – contro Philadelphia e Sacramento in cui hanno pesato come un macigno il 6/20 al tiro di Lillard nella prima gara e un grande DeMarcus Cousins contro i Kings – ma niente di preoccupante.

In attesa di test di probanti, che avranno luogo nei prossimi giorni quando inizierà il tour di trasferte che porterà Aldridge & Soci ad incontrare San Antonio, Dallas, Houston e Oklahoma City, i Blazers possono vantare la miglior efficienza offensiva della lega secondo gli indici avanzati forniti da John Hollinger, l’ex guru delle statistiche di ESPN ed oggi nello staff manageriale dei Memphis Grizzlies. Non solo: i Blazers raggiungono i vertici in altre voci statistiche come l’efficacia a rimbalzo (2° dietro ai Pistons da inizio anno) e il rapporto tra palle perse e assist (1° assoluti nelle lega). Il merito è in gran parte della coppia LaMarcus Aldridge e Damien Lillard, rispettivamente autori di 5 partite da 24 punti e 11,8 rimbalzi di media e 21,6 punti con il 49% da tre. In questo clima di Blazermania la 28enne power forward alla miglior stagione in carriera si è sbilanciato circa il suo futuro, che ad inizio anno appariva nebuloso, ed ha dichiarato di voler restare a lungo in Oregon, pronto a discutere il prima possibile i termini del rinnovo contrattuale.

Ma la forza dei Blazers sta soprattutto nel gruppo, in particolare nel contributo dei collanti Nicholas Batum, Wesley Matthews e Robin Lopez. Il francese da inizio anno flirta con la tripla doppia di media (10,6 punti + 9 rimbalzi + 8,6 assist a gara) e nonostante le difficoltà al tiro che sta incontrando, il suo gioco a 360° è uno dei segreti del successo di questi Blazers. Nelle ultime 2 partite, contro Orlando e Boston, ha esordito in campionato CJ McCollum – prima scelta Blazers nell’ultimo draft, fermo ai box dal training camp per una frattura ad un piede – in cui ha griffato 7 punti a gara in 14 minuti di utilizzo scalzando Dorrell Wright dalle rotazioni di Terry Stotts.

C’era da aspettarselo che gli Oklahoma City Thunder accusassero il colpo dell’assenza di Russell Westbrook, fuori per la 3° operazione al ginocchio in un anno che lo costringerà a bordo campo almeno fino a dopo la pausa dell’All Star Game. Nonostante un Kevin Durant stellare da 34,4 punti, 6 rimbalzi e quasi 6 assist dal 1° gennaio, il ruolino di marcia dei Thunder recita 3 vittorie e 4 sconfitte (contro Brooklyn, Utah, Denver e Memphis). Chi sta facendo fatica sono Reggie Jackson e Jeremy Lamb, investiti di ulteriori responsabilità in contumacia dell’assenza di Westbrook. Il nativo di Pordenone sta segnando in modo egregio, 14 punti con il 43% al tiro, ma nelle ultime due settimane fatica a gestire i ritmi dell’attacco, come dimostrano i soli 4 assist di media e le 3,9 palle perse a gara. Il secondo anno da Connecticut invece è entrato nell’occhio del ciclone dei media di Oklahoma City per il 5/26 combinato al tiro che ha tenuto nelle due peggiori sconfitte stagionali, contro Utah e Denver: per lui in questo momento 9,9 punti a gara con il 34,8% al tiro e impatto minimo sul gioco dei Thunder. Attraverso la loro crescita passano i destini nel breve termine dei Thunder, passati dall’essere una macchina da guerra con la miglior panchina della lega meno di 15 giorni fa, ad una squadra che sta cambiando faccia e deve trovare i suoi nuovi riferimenti.

Sam Presti, il General Manager e Deus ex Machina della franchigia professa calma, come al solito, escludendo manovre di mercato volte a rinforzare la squadra, e punta sulla coesione del gruppo per uscire da questo periodo di flessione con Kevin Durant, portavoce della squadra, che è sulla stessa lunghezza d’onda, prendendosi le proprie responsabilità: “sto tirando troppo, sono diventato troppo egoista, tiro troppo da fuori, non sto facilitando il compito ai miei compagni che devo coinvolgere maggiormente.”

La stagione dei Denver Nuggets sembrava precipitare dopo le 8 sconfitte consecutive con cui hanno chiuso il 2013, una situazione esplosiva che la diatriba tra Andre Miller e coach Brian Shaw sembrava aver fatto detonare. Il 2 gennaio dopo la sconfitta contro i Sixers, Miller non ha gradito il primo DNP in carriera per motivi tecnici e in spogliatoio sono volate parole dure tra il giocatore ed coach alla sua prima stagione sulla panchina dei Nuggets. La dirigenza ha sospeso Miller per 2 gare per comportamento non professionale, anche se in realtà è da 6 partite che l’ex Cavaliers non scende in campo, in rotta con lo staff e l’ambiente e deciso a trovarsi un’altra sistemazione.

Dalla querelle Miller-Shaw in poi un filotto di 5 vittorie a fila che sembrano aver sistemato tutti i problemi. In questa serie di vittorie l’attacco dei Nuggets è stato spumeggiante, con oltre 114 punti segnati a gara tenendo medie del 47,7% al tiro. Chi ha tratto maggiori giovamenti dall’assenza di Miller sono stati Evan Fournier autore di 12,9 punti con il 53% dal campo in questo periodo vincente e un Randy Foye da 16,6 punti con il 45% da oltre l’arco. Le due guardie sono sono la punta dell’iceberg di una squadra che sta ritrovando se stessa ed ha mandato in doppia cifra di media ben 7 giocatori dal 1° di gennaio 2014. Ty Lawson si sta confermando come una delle miglior point guard della lega, con i suoi 18,1 punti e 11,6 assist di media, ago della bilancia di una squadra che se può giocare a ritmi altissimi, risulta indigesta per chiunque.

Chi non sta passando un buon momento sono invece i Minnesota Timberwolves, 3 vittorie e 3 sconfitte da quando è iniziato il 2014, fermi al guado tra un posto ai playoff e l’ennesimo posto in lottery. in una stagione che aveva suscitato, alla vigilia, ben altre aspettative. I problemi sono sempre i soliti: l’attacco resta una dei migliori della lega, forse il più fluido della NBA, titolare di oltre 110 punti a gara ed interpreti di assoluto livello che nella Princeton Offense di coach Rick Adelman mostrano tutto il loro potenziale. E’ la difesa il tallone di Achille della franchigia di Minneapolis, come dimostrano i 104 punti subiti da inizio anno e il 48% dal campo concesso (4° peggior percentuale dal campo concessa agli avversari della lega).

Tutto ciò fa oscillare i risultati di squadra: nelle ultime due settimane, dopo ogni vittoria è succeduta una sconfitta, tanto da far arrabbiare Kevin Love, che dopo la sconfitta contro i Suns, dovuta ad un buzzer beater di Gerald Green dall’angolo, ha dato voce a tutta la sua frustrazione puntando il dito contro lo scarso effort dei suoi compagni. Lo stesso Love dopo lo scintillante mese di dicembre in cui ha tenuto medie di 30 punti con quasi 14 rimbalzi a gara che avevano alzato le sue quotazioni in ottiva MVP stagionale è in flessione: per lui 20.8 punti, 10 rimbalzi ma solo il 39% al tiro nelle ultime 6 partite.

In fondo alla Northwest Division trovano posto gli Utah Jazz che duettano con i Sacramento Kings per l’ultima piazza della Western Conference. Nelle ultime 5 partite tuttavia un parziale di tutto rispetto, con 3 vittorie e 2 sconfitte, tra cui le belle vittorie contro i Thunder e i Nuggets che danno lustro alla stagione dei Jazz, la prima avvenuta grazie al career high di 37 punti di Gordon Hayward, la seconda grazie ai 34 punti di Alec Burks, lanciatissimo in questa stagione.

L’obbiettivo dei Jazz era palese fin dall’inizio: sviluppare il talento a roster quanto più possibile in questa stagione di transizione, e ci stanno riuscendo egregiamente. Alec Burks, Trey Burke, Gordon Hayward e Derrick Favors sono il nucleo base di giocatori su cui la dirigenza punta e che sta ripagando la fiducia accordatagli con prestazioni promettenti.

HOTGordon Hayward non è un realizzatore continuo ma un gregario extra lusso come dimostrano le sue cifre stagionali, da 17,1 punti, 5,4 rimbalzi e 4,9 assist di media, ma ha in faretra prestazioni scintillanti: contro i Thunder, una delle migliori squadre della lega, ed una difesa di elite della NBA ha piazzato una gara irreale da 37 punti con 13/16 al tiro, sfiorando la tripla doppia con 11 rimbalzi e 7 assist.

NOT. I Minnesota Timberwolves non riescono a vincere le partite tirate. Nelle ultime due settimane hanno perso in volta contro i Thunder e i Suns. In stagione hanno un record di 0-10 nelle partite decise con un margine inferiore ai 5 punti.

INJURIES. Sono tornati in campo CJ McCollum (Portland) e Chase Budinger (Minnesota), ma sono ancora fermi ai box Russell Westbrook (Oklahoma City), Danilo Gallinari e JaVale McGee (Denver).


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