Blake Griffin (Rick Loomis / Los Angeles Times )

Blake Griffin (Rick Loomis / Los Angeles Times )

Nonostante l’infortunio alla spalla di Chris Paul, l’inizio di 2014 dei Los Angeles Clippers è stato formidabile (6W-1L), anche grazie ad un calendario alquanto agevole, se si esclude il back to back in terra texana contro Mavs e Spurs. In una situazione già complicata vista l’assenza di JJ Redick, coach Doc Rivers si è affidato ad un backcourt titolare composto da Jamal Crawford e Darren Collison e proprio l’ex Mavericks, dopo un inizio stagione deludente, ha risposto prontamente alla situazione d’emergenza con ben 16.6 punti, il 62% al tiro e il 50% da 3, con 7.2 assist e 2 recuperi, consentendo ai Clippers di produrre tanto anche senza il proprio faro principale (112.4 punti segnati e il 48.4% al tiro nelle ultime 2 settimane, nonostante i quasi 102 punti subiti). In assenza di Paul le attenzioni si sono spostate su Blake Griffin che in queste prime settimane di 2014 ha letteralmente dominato la scena assieme al compagno di reparto DeAndre Jordan (17 rimbalzi e 8 stoppate contro i Celtics, il primo a riuscirci in meno di 33′ dopo Kareem Abdul Jabbar nel 1979).  Fondamentale anche il recupero a pieno regime di JJ Redick, tornato dall’infortunio alla mano proprio in occasione del derby con i Lakers e autore di una partita solida e concreta al tiro (19 punti, 8/15 al tiro in appena 22′), fino all’incredibile vittoria in rimonta contro i Mavs allo Staples Center con il career high di 33 punti (10/14 dal campo, 7/9 da 3) tenendo aperta la striscia di successi ora a quota 4. Ma ora arriva il difficile, ben 7 trasferte consecutive ad est che saranno un buon banco di prova per vedere la maturità di questo gruppo senza il proprio miglior giocatore che non tornerà sui parquet fino a metà febbraio. 

David Lee (AP Photo/Frank Franklin II)

David Lee (AP Photo/Frank Franklin II)

In netta ripresa i Golden State Warriors che dopo aver sofferto nel periodo passato in infermeria da Andre Iguodala, ora sembrano aver ritrovato la quadratura sui due lati del campo e sono tornati dal lungo viaggio ad est con un bottino di 6 vittorie e 1 sola sconfitta, quest’ultima arrivata solo nel back to back contro i Brooklyn Nets, interrompendo una striscia di ben 10 successi consecutivi. Sorprendente la vittoria per autorità in casa dei campioni in carica con Stephen Curry bollente (36 punti, 8/15 da 3 e 12 assist) e David Lee concreto sotto i tabelloni (32 punti e 14 rimbalzi). Proprio Lee in questo inizio anno ha messo in mostra cifre notevoli con 23.1 punti e 11 rimbalzi di media con il 61% dal campo, le sue migliori in stagione. L’attacco dopo un periodo negativo nel mese di dicembre è tornato a pieno motore (107.1 punti), con la difesa che si assesta attorno ai 101.7 subiti a partita, quarta difesa della lega, una statistica in cui lo scorso anno la squadra di Mark Jackson era tra le peggiori 4 della NBA. In miglioramento le cifre e le percentuali dell’altro Splash Brother Klay Thompson che dopo un mese di dicembre terribile dal perimetro ha riportato il valore oltre il 41% con 18.6 punti, mentre in calo invece le cifre di Curry, in flessione sia come produzione che come percentuali dal campo, nonostante alcuni canestri pesanti (vedi il tiro vincente contro i Celtics).

Goran Dragic (Jennifer Stewart, USA TODAY Sports)

Goran Dragic (Jennifer Stewart, USA TODAY Sports)

Situazione differente in casa Phoenix Suns con la squadra di coach Jeff Hornacek che, dopo aver chiuso alla grande il 2013 battendo allo Staples center i Clippers, ha inanellato una serie di prestazioni negative in trasferta aggiornando il record di questo inizio di anno a sole 3 vittorie a fronte di 5 sconfitte. Decisivo sotto questo aspetto l’infortunio al ginocchio di Eric Bledsoe, 2° marcatore e assistman di squadra con 18 punti e 5.8 assist, infortunio che ha portato ad una rimozione del menisco che terrà il giocatore ai box per almeno 1 mese e mezzo. In questa difficile situazione sono in calo sia i punti segnati a partita che le percentuali dall’arco (32%), statistiche che avevano premiato il gioco dei Suns nell’inizio della regular season. Ora più che mai il pallino del gioco e della regia dell’attacco della squadra dell’Arizona è finito nelle mani di Goran Dragic (22 punti, il 46% dall’arco e 6.4 assist), affiancato dal buon contributo di Channing Frye ad allargare il campo e a un maggiore utilizzo di Gerald Green (15.1 punti e 4 rimbalzi), schierato nello starting five e autore anche del canestro vittoria contro i Timberwolves.

DeMarcus Cosuins (Jose Luis Villegas/Sacramento Bee/MCT)

DeMarcus Cosuins (Jose Luis Villegas/Sacramento Bee/MCT)

Non più fanalino di coda della division i Sacramento Kings che dopo aver iniziato malissimo il 2014 con due sconfitte casalinghe contro i non irresistibili 76ers e Bobcats, hanno infilato una striscia di 3 successi consecutivi, battendo anche i Portland Trail Blazers e travolgendo i Cleveland Cavs con 44 punti di scarto. In questo scorcio di gennaio l’attacco della squadra di Michael Malone è esploso con oltre 108 punti segnati di media, nonostante una difesa tra le peggiori dell’intera NBA (104.6 subiti a partita). Come sempre dominante DeMarcus Cousins, in doppia doppia da 12 partite consecutive e autore di partite strepitosa da 35 punti e 15 rimbalzi e da 31 punti e 13 rimbalzi contro le due migliori squadre della NBA, Blazers e Pacers. Molto concreto anche l’apporto di Rudy Gay, sempre oltre i 20 punti segnati di media con percentuali dal campo strepitose (60% al tiro, 53% da 3 e 93% ai liberi) con 6 rimbalzi e 3.7 assist. In leggera flessione il contributo realizzativo di Isaiah Thomas, soprattutto come efficacia dal perimetro, anche se il folletto di Tacoma continua a sfiorare i 20 punti segnati con 6.3 assist ad allacciata di scarpe. Da segnalare il costante crollo produttivo di Ben Mclemore (3.3 punti e il 22% al tiro) con coach Malone che dopo le brutte prove contro 76ers e Bobcats ha deciso di dirottarlo in panchina schierando Marcus Thornton da titolare, mentre dalla panchina in miglioramento sia Jimmer Fredette che Derrick Williams.

 

Kendall Marshall

Kendall Marshall

Infine chiudono mestamente la division i Los Angeles Lakers, autori di un inizio d’anno terrificante con ben 6 sconfitte consecutive che vanno così ad aggiornare il conto a 12 delle ultime 13 giocate. Una squadra completamente in balia degli avversari, capace di subire ben 137 punti dai Denver Nuggets (era dal 1993 che i Lakers non concedevano tanti punti in casa senza overtime) e di subire la peggiore sconfitta nella storia dei derby losangelini con ben 36 punti di scarto. In queste settimane la difesa ha perso ulteriori colpi, ben 117.6 punti di media concedendo tantissimo al ferro e nel pitturato. In forte crescita il contributo di Pau Gasol (19.7 punti e 11 rimbalzi con il 50% al tiro, tutte cifre più alte in stagione), anche se il catalano continua a subire l’inverosimile nella propria metà campo. Concreto anche l’apporto di Jodie Meeks (19.6 punti, 45% al tiro) anche se le medie oltre l’arco sono piuttosto basse per un tiratore (appena il 35%), sempre efficace Nick Young dal pino (oltre 16 punti, nonostante percentuali non certo invidiabili) e sempre più coinvolto Kendall Marshall che schierato come pg titolare sta viaggiando a 12.6 punti e 12.1 assist di media, con il career high di 17 assist segnato proprio nella caporetto interna contro i Nuggets.

 

HOT – Blake Griffin nelle ultime due settimane sta producendo numeri a tutto tondo, ben 25.1 punti, il 56% al tiro e un sorprendente 75% ai liberi su quasi 11 tentativi di media, oltre a 9.6 rimbalzi e ben 5 assist.

NOT – Ben McLemore, dopo la trade che ha portato Gay in California, non è più riuscito ad emergere e nelle ultime settimane è stato confinato in panchina con un minutaggio ridotto.

NUMBERS – DeMarcus Cousins con i 20 punti e 11 rimbalzi contro Minnesota ha toccato le 12 partite consecutive in doppia doppia e questa striscia è la seconda di sempre nella storia dei Kings dal 1985-86 in poi quando LaSalle Thompson vi riuscì per 13 partite.


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