I big three di San Antonio, in corsa per il miglior record assoluto

I big three di San Antonio

Un passo, forse anche meno, ha separato i San Antonio Spurs dalla vittoria contro Miami nelle Finals del 2013. E’ ancora nella memoria di tutti gli appassionati della palla a spicchi quella gara 6 in cui “un difetto di forma” (la decisione di non spendere fallo da parte di Popovich) ha portato lacrime e non gloria. Eppure è impossibile vedere gli Spurs come perdenti. Non hanno vinto, questo è certo, ma considerate le previsioni della vigilia non hanno sicuramente deluso. I San Antonio Spurs hanno entusiasmato per organizzazione, voglia e per quella qualità di gioco che puoi avere solo se in panca c’è un signore di nome Gregg Popovich.

Marco Belinelli in maglia azzurra

Marco Belinelli in maglia azzurra

Ora, calato il sipario della season 2012/13, c’è da pensare a un nuovo anno, ad una nuova sfida. Andiamo quindi ad analizzare quella che può essere la nuova stagione della franchigia texana. Dando un’occhiata al roster si capisce subito che rispetto allo scorso anno è cambiato ben poco: hanno lasciato gli Spurs Gary Neal (protagonista delle scorse finali e ora in forza a Milwaukee) e DeJuan Blair (fresco di accordo con i cugini di Dallas) sostituiti da Jeff Pendergraph e Marco Belinelli. Proprio la firma del “nostro” Marco è stata l’unica operazione degna di nota dell’estate dei vice campioni in carica. Belinelli dovrà sostituire al meglio Gary Neal facendo da backup a Danny Green con la possibilità di far rifiatare anche Tony Parker grazie alla sua discreta attitudine nel gestire il pallone. Ma soprattutto Marco Belinelli dovrà beneficiare degli scarichi del play francese e di Manu Ginobili contribuendo alla causa con i suoi tiri da tre (specialità della casa).

Tony Parker contro gli Heat

Tony Parker contro gli Heat

Il resto del roster è invariato. Ai nastri di partenza ci saranno gli stessi giocatori che hanno terminato la scorsa stagione al secondo posto della Western Conference con 58 vinte e 24 perse. E’ proprio questo il dato che preoccupa di più il tifoso Spurs che, seppur eternamente grato al dio Duncan e ai suoi figli Manu e Tony, sa che il tempo passa inesorabile per tutti, anche per chi è già leggenda. In una conference difficile come quella dell’Ovest in cui durante l’estate tutti hanno cercato di rinforzarsi (vedi Clippers) rimanere immobili sul mercato può essere una scelta rivedibile. Ma coach Popovich si sa che non bada troppo all’opinione di giornalisti e addetti ai lavori e continua a credere nei suoi ragazzi, quelli che l’hanno portato ad un passo dall’ennesimo titolo.

Inevitabile però che un’altra stagione vincente passi dalla “vena artistica” di Tim Duncan che, all’alba delle 38 primavere dovrà garantire ancora una stagione da All Star. Tony Parker dovrà essere la mina vagante dell’attacco mettendo in ritmo i vari Green, Ginobili, Belinelli e Leonard. Proprio il talento di San Diego State è chiamato a confermare quanto di ottimo fatto vedere nel corso dei passati playoffs e candidarsi a leader indiscusso del dopo Duncan. Le perplessità riguardano soprattutto due giocatori: Tiago Splitter e, anche se duole scriverlo, Manu Ginobili.

Manu Ginobili, può essere ancora determinante?

Manu Ginobili, può essere ancora determinante?

L’ex Virtus Bologna ha mostrato la scorsa stagione, e in particolar modo durante le Finals, una forma fisica inadatta al livello NBA e i lampi di classe che l’hanno reso uno dei migliori giocatori dello scorso decennio sono sempre più sporadici. Il centrone brasiliano invece in estate ha firmato un’estensione milionaria che frutterà qualcosa come nove milioni di dollari a stagione per i prossimi anni, mossa che ha fatto storcere il naso a più di un tifoso. Il motivo è semplice: seppur migliorato tantissimo Splitter non riesce a garantire quella presenza sotto i tabelloni che intimorisce gli avversari e più di una volta sembra isolarsi dal gioco. Se c’era una zona di roster dove si poteva migliorare era quella dei lunghi.

Tim Duncan pronto a inseguire un'altra Finale

Tim Duncan pronto a inseguire un’altra Finale

 

Sia chiaro, ad oggi gli Spurs sono ancora tra le prime quattro squadre dell’Ovest e non è detto che non riescano a ripetere l’entusiasmante stagione appena conclusa. Così come non è sicuro che riescano a battere i Thunder al completo o i nuovi Clippers di Doc Rivers.

Per il resto, come già detto, tutto dipende da Tim Duncan. Perchè il tempo passa, questo è vero, e qualora il caraibico non avesse più legna da bruciare per gli Spurs ci sarebbe da affrontare una ricostruzione dalle mille sfumature che segnerebbe la fine di un’epoca. Ma fino a questo momento sono tutti discorsi campati in aria e che si fanno da tre-quattro anni in ogni preseason. Per ora Timmy non ne vuole sapere. Ci vuole riprovare. Ancora una volta.


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