Tony Parker da indicazione a Patty Mills

Tony Parker da indicazione a Patty Mills

I San Antonio Spurs sembrano non aver accusato minimamente il colpo della sconfitta nelle ultime Finals, almeno in quest’inizio di Regular Season, dove stanno dominando in lungo e in largo, dimostrando che lo zoccolo duro composto da Parker-Ginobili-Duncan e da Popovich in panchina continua a funzionare nonostante gli anni che passano (ma a questo ormai siamo abituati) e che il ricambio generazionale attorno a loro è stato per l’ennesima volta azzeccato. L’unico passo falso finora è coinciso con la trasferta di Portland, contro una squadra altrettanto in forma (quindi niente di allarmante, anzi), ma siamo anche convinti che le 11 vittorie fin qui collezionate importino veramente il giusto a coach Popovich, il quale invece vorrà certamente puntare al raggiungimento massimo della forma in coincidenza dell’inizio dei Playoffs. Il mese finora trascorso è stato comunque fondamentale per assicurarsi che le (poche) aggiunte al roster della scorsa stagione si siano integrate bene in un sistema che funziona meglio di un orologio svizzero. E sinora sia Belinelli che Jeff Ayres (fino a pochi mesi fa Jeff Pendergraph) stanno contribuendo nel loro piccolo al grande inizio di San Antonio.

Se la squadra di Popovich è una sorpresa solo relativa, lo stesso non si può dire dei Dallas Mavericks che in pochi avrebbero pronosticato così efficaci, almeno subito ai nastri di partenza. Questo perché la squadra di Carlisle nell’estate ha aggiunto diverse personalità abbastanza importanti e i nuovi equilibri si pensava ci si potesse mettere di più a crearli. Ed invece Calderon s’è dimostrato un regista tutt’altro che in parabola discendente e Monta Ellis sta riuscendo ad incarnare l’identikit di quella guardia realizzatrice che l’anno scorso Mayo non è mai riuscito ad essere con continuità. Inoltre la scommessa Blair, scaricato da Popovich, sembra essere vinta, donando quindi quella profondità necessaria al settore lunghi. Un settore, quest’ultimo, che sicuramente beneficia di un Nowitzki nuovamente al massimo della forma, dimostrando che se il tedesco lascia a casa tutti i problemi fisici cui ha patito la scorsa stagione, questa Dallas può essere ancora una outsiders da tenere d’occhio.

Fra le tre squadre texane quella che forse sta deludendo di più è proprio la più attesa, ovvero quegli Houston Rockets da molti accreditati come i re del mercato. La formazione di McHale però in quest’inizio di stagione non ha sempre convinto appieno, subendo sconfitte pesanti, come le due coi Clippers, o inattese, come quella in casa coi Lakers persa per la tripla allo scadere di Steve Blake. Niente di preoccupante, sia ben chiaro, anche perché trovare i nuovi equilibri con una presenza importante come quella di Howard non è certo cosa facile. Inoltre all’interno della squadra c’è da risolvere la frattura con quell’Asik che sembra sempre più un separato in casa; il turco non ha spazio nelle rotazioni di McHale ed ha chiesto a più riprese di essere ceduto, ma il suo pesante contratto non è certamente facile da piazzare sul mercato. Magari anche questi problemi interni rischiano di minare le sicurezze di una squadra che ha ancora bisogno di trovare la sua precisa identità.

Le difficoltà dei Rockets però son ben poca cosa al confronto dell’inizio zoppicante che stanno attraversando i Memphis Grizzlies, probabilmente ancora scombussolati dal clamoroso licenziamento di Lionel Hollins, il coach che aveva appena portato ai massimi livelli mai raggiunti prima questa franchigia. Il gruppo è sempre quello che negli ultimi anni ha stupito grazie all’arcigna difesa e agli originali giochi offensivi basati sopratutto su una coppia di lunghi che in pochi in NBA possono vantare come quella di Gasol e Randolph. Il campionato però sinora è stato a dir poco balbettante e anche adesso che le vittorie stavano iniziando ad aumentare è arrivata la brusca batosta presa dai San Antonio Spurs davanti al proprio pubblico, segno evidente che il cammino per riportare ai grandi fasti dello scorso anno questo gruppo stupendo è ancora lungo.

Lo strepitoso inizio di Anthony Davis è sicuramente la notizia migliore della stagione dei Pelicans sinora

Lo strepitoso inizio di Anthony Davis è sicuramente la notizia migliore della stagione dei Pelicans sinora

Chi invece quest’estate è ripartito sicuramente da zero sono i New Orleans Pelicans, nuovi già innanzitutto nel nome, ma anche in un roster assai intrigante. Gli arrivi di giocatori come Holiday ed Evans hanno elevato il livello di talento di una squadra che però non ha ancora ben compreso quali possano essere le proprie potenzialità. Anche perché sembra un peccato non riuscire a sfruttare appieno un Anthony Davis che sta seriamente mostrando, dopo un anno da rookie mediocre, il motivo per cui al draft 2012 non c’erano dubbi su chi sarebbe stato il numero uno. La difesa su cui è abituato molto a lavorare coach Williams può solo beneficiare della presenza di un giocatore come Davis e a questo punto si dovrà maggiormente lavorare sul ruolo che potrà ricoprire un talento come quello di Tyreke Evans, ancora abbastanza estraneo al resto della squadra in questo inizio stagione.

HOT – L’inizio sorprendente di Dallas ha un protagonista su tutti, ovvero quel Monta Ellis in cerca di riscatto dopo qualche annata disputata leggermente in sordina rispetto al talento che possiede. Al momento segna 23.5 punti di media con un buon 48,9% dal campo a cui aggiunge 3.2 rimbalzi e 5.7 assist.

NOT – La partenza dalla panchina che solitamente gli riserva Monty Williams non sembra finora aver beneficiato sulle prestazioni di Tyreke Evans che raggiunge a malapena la doppia cifra con 10.7 punti a partita, ma tirando con un orribile 14.3% dai tre punti ed un totale 39.1% dal campo.

ON FIRE – Nel derby texano contro Houston è stata immaginifica la prova della coppia Ellis-Nowitzki, i quali hanno realizzato la bellezza di 72 punti con un incredibile 26/38 dal campo. Da segnalare anche James Harden, autore di innumerevoli prestazioni realizzative, ma fra cui ci rimane impressa la bellissima prova del Madison Square Garden da 36 punti e 9 rimbalzi.

NUMBERS – Assolutamente impressionanti le quasi 4 stoppate di media che rifila Anthony Davis ai malcapitati avversari. Il nuovo corso di New Orleans deve partire sicuramente da lui.

INJURIES – I problemi maggiori in questa Division li ha avuti Ryan Anderson che ha dovuto saltare l’inizio stagione dei Pelicans. Al suo ritorno sembra però che i guai fisici siano ormai cosa passata e l’ala ex Orlando sta contribuendo all’attacco di New Orleans in maniera eccelsa.