Anthony Davis è fermo ai box per infortunio.

Secondo appuntamento con NBA Rookies, la rubrica che segue l’andamento dei giocatori NBA al primo anno della loro carriera da professionisti. La brutta notizia è l’assenza per infortunio di Anthony Davis, prima scelta assoluta all’ultimo draft, fermo ai box per un guaio alla caviglia dal 17 novembre e che gli farà saltare ancora parte della prossima settimana di gare.

La conferma invece arriva da Damian Lillard che nonostante sia stato ripreso dalla stampa e da alcuni suoi avversari per aver rotto una delle regole non scritte della Lega, ovvero quella di non tirare a canestro quando la tua squadra è in vantaggio in doppia cifra e puoi far “morire il tempo” con la palla in mano, si sta confermando un signor play e un candidato più che serio al titolo di “Rookie dell’Anno”.

Lampi di potenziale anche da Michael Kidd-Gilchrist, la seconda chiamata al Draft 2012, che conferma quanto di buono detto su di lui al college e la sua mentalità vincente.

1. Damian Lillard – PG – Portland Trail Blazers (37.2mpg, 19.1ppg, 3.1rpg, 6.1apg)
Il play di Portland sta continuando a dominare la scena tra i rookie. Vi abbiamo già raccontato del suo errore comportamentale occorso contro i Bulls, per il quale ha prontamente chiesto scusa dicendo che non voleva mancare di rispetto agli avversari. Ora vi raccontiamo dell’impatto che ha già sulla sua squadra, dato che nelle gare in cui supera i 25 punti e 5 assist per i Blazers arriva la vittoria quasi matematica. Ha ancora, ovviamente, qualche difetto, perché tende a tirare molto meglio dal pick&roll quando l’avversario passa dietro il blocco rispetto a quando va al ferro, ma siamo sicuri che sono particolari che Lillard riuscirà a sistemare in fretta.

2. Michael Kidd-Gilchrist – SF – Charlotte Bobcats (27.2mpg, 11.0ppg, 6.4rpg, 1.4bpg)
I Bobcats hanno raggiunto in 14 sole gare il numero di vittorie conseguito nell’intera scorsa stagione (a 66 gare causa lockout) e hanno al momento un record del 50%. Una grossa sorpresa per tutti, addetti ai lavori e non, che si aspettavano sì un miglioramento (difficile fare peggio), ma non così immediato. Grosso merito di questo exploit va attribuito a questo ragazzo diciannovenne che nonostante abbia ancora difficoltà a produrre quando si allontana dal ferro, ha inculcato la mentalità giusta alla sua squadra.

3. Anthony Davis – PF – New Orleans Hornets (28.3mpg, 16.0ppg, 8.3rpg, 2.2bpg)
La sfortuna pare perseguitare la prima scelta 2012. Prima si è manifestata sotto forma di commozione cerebrale causata dalla gomitata di un compagno, poi con un infortunio alla caviglia. Dal nostro ultimo Ranking, però, ha piazzato una gara da 28 punti e 11 rimbalzi, seconda doppia doppia in sole 6 gare fin qui disputate. Come si suol dire, se il buongiorno si vede dal mattino, il futuro degli Hornets sarà radioso.

4. Dion Waiters – SG – Cleveland Cavs (31.9mpg, 15.0ppg, 2.2rpg, 2.9apg)
L’infortunio di Kyrie Irving (la sua tenuta fisica dopo l’ennesimo infortunio inizia a preoccupare) ha tarpato le ali a Cleveland, che sta affrontando una stagione difficile e in cui riesce a raccogliere poche vittorie. Di contro, però, ha dato la possibilità di mettere in mostra il talento offensivo del rookie da Syracuse, che ha avuto più spazio in attacco e più responsabilità. Responsabilità che Dion si è preso molto volentieri, dimostrando parecchia fiducia nei propri mezzi e andando ormai regolarmente in doppia cifra di punti. La completezza del suo gioco offensivo lo dimostra la sua shot chart, che evidenzia come distribuisca molto la sua selezione di tiri, anche se con percentuali decisamente migliorabili (tira con il 37.2% dal campo).

5. Harrison Barnes – SF – Golden State Warriors (27.2mpg, 10.1ppg, 4.8rpg, 1.3apg)
Discorso contrario per Barnes, che invece sta giocando in una squadra che sta rispettando le rosee aspettative di molti addetti ai lavori e viaggia con un record di 9 vittorie e 6 sconfitte, quarta potenza in un ovest sempre molto equilibrato. L’ex North Carolina però non ha ancora trovato la piena consacrazione, alternando ottime partite (ha già 3 doppie doppie a referto) a gare piuttosto anonime, come quella di stanotte che lo ha visto chiudere con soli 2 punti, frutto di 1 su 7 al tiro e 2 rimbalzi in 17 minuti. Altro piccolo appunto, per un atleta così importante (andatevi a rivedere la schiacciata su Pekovic per avere un saggio delle sue doti), ha ancora gare in cui raccoglie pochi rimbalzi quando in attacco fatica. Un aspetto su cui deve lavorare sicuramente.

6. Kyle Singler – SF – Detroit Pistons (25.9mpg, 9.9pg, 3.3rpg, 0.9apg)
Dallo scorso Rookie Ranking, i Pistons hanno inanellato una serie da 4W e 2L e l’ex Duke ha contribuito molto in questa striscia, anche grazie al maggior minutaggio che coach Lawrence Frank gli ha concesso. Nella vittoria contro Portland è arrivata quella che finora è la sua miglior gara grazie a 16 punti, 10 rimbalzi, 5 assist e 2 palle rubate. La sua intelligenza cestistica, modellata al college dai 4 anni passati con coach K e dalla breve esperienza in Europa al Real Madrid, lo porta a fare ottime scelte di tiro, come dimostra il suo 51.8% attuale.

7. Jonas Valanciunas – C – Toronto Raptors (24.5mpg, 9.3ppg, 5.8rpg, 1.4apg)
A Toronto montano forti le polemiche contro quella che dovrebbe essere la stella della squadra, il nostro connazionale Andrea Bargnani, reo di essere sempre meno incisivo sotto le plance e di continuare a essere troppo molle. A fare però da contraltare alle scarse prestazioni del Mago ci sta pensando Jonas Valanciunas, che da due settimane a questa parte viaggia costantemente sui 7 rimbalzi di media (già due doppie doppie per lui) e regalando anche 2 stoppate di media, regalando quella presenza tanto agognata nel pitturato dei Raptors.

8. Alexey Shved – SG – Minnesota Timberwolves (14.0mpg, 10.0ppg, 2.6rpg, 3.6apg)
Con il rientro di Kevin Love il ruolo in attacco dell’ex CSKA si è un po’ ridimensionato e ora ad Alexey viene richiesto di essere meno scorer e più giocatore di raccordo nel gioco. La  maturità del 24enne russo però è tale da fargli svolgere il compito nel migliore dei modi e anche nelle partite in cui si è preso meno tiri è risultato importante, anche se la sua squadra è entrata in un periodo difficile di risultati. Nell’ultima gara, persa contro i Clippers, pare essersi ripreso un po’ offensivamente segnando 17 punti, anche se le sue percentuali dal campo (37.7% dal campo e 27.9% da tre) sono ancora sotto il par e la sua efficacia offensiva ancora troppo limitata alle vicinanze del ferro.

9. Jeff Taylor – SF – Charlotte Bobcats (24.2mpg, 7.5ppg, 2.4rpg, 1.2spg)
I Bobcats, oltre al record e a MKG, hanno un’altra buona notizia: il rookie svedese scelto all’inizio del secondo giro è un giocatore vero. Arrivato con la caratteristica di essere un gran difensore, nelle ultime due settimane l’ex Vanderbilt ha dimostrato anche di saper fare canestro, sfornando una serie di cinque prestazioni consecutive in doppia cifra per una media di 11.8 punti con il 46.7% al tiro. Se continua su questi livelli si può permettere una buona carriera NBA da comprimario.

10. Bradley Beal – SG – Washington Wizards (27.5mpg, 10.8ppg, 3.3rpg, 1.8apg)
La buona notizia è che Washington ha finalmente vinto la sua prima gara dopo 12 tentativi andati a vuoto. La brutta è che Beal non è stato per nulla positivo in quella gara, segnando solo 5 punti tirando 2 su 6 dal campo e avendo come unico altro dato statistico a referto 2 palle perse. Il tiratore dovrebbe essere di quelli 5 stelle e il talento è visibile, però dal campo sta tirando con il 32.6% e se da lontano fa fatica, il dato che spaventa di più è il 41.4% quando tira da sotto. Deve uscire il più in fretta possibile da questo periodo buio.