Michael Carter-Williams ha avuto un impatto NBA inaspettato

Michael Carter-Williams ha avuto un impatto NBA inaspettato

Con l’inizio della Regular Season NBA, riprende anche come nelle scorse stagioni anche NBA Rookies, la rubrica di DailyBasket che stila il ranking dei giocatori esordienti in NBA. Dopo un paio di settimane di gioco, balza ovviamente agli onori delle cronache l’impatto che ha avuto Michael Carter-Williams nella lega.

L’ex Syracuse è infatti esploso fin dalla prima gara e ha tracciato un primo importante solco tra lui e i suoi inseguitori verso il premio di Rookie of The Year. Vedremo nelle prossime settimane se riuscirà a mantenersi su questi standard o, come probabile, incontrerà le prime difficoltà.

Tra gli esclusi di questa prima classifica, da segnalare la prestazione di questa notte di Gorgui Dieng, autore nei 9 minuti di garbage time nella vittoria dei suoi Wolves contro i Cavs di 6 rimbalzi e 1 stoppata.

1 – Michael Carter–Williams – PG – Philadelphia 76ers (36.6mpg, 17.4ppg, 5.4rpg, 7.6apg)
I Sixers dovevano essere, secondo le previsioni iniziali, la peggior squadra della lega. Invece son partiti con 3 vittorie nelle prime tre partite stupendo tutti. Gran parte del merito va al Rookie, che si è anche tolto la soddisfazione di essere nell’olimpo insieme a Magic Johnson e Julius Erving a fare una gara da più di 20 punti, più di 10 assist, più di 2 rubate e più di 2 stoppate in una delle prime 10 gare della carriera (Williams l’ha fatta alla prima assoluta e le rubate sono state ben 9). In più è stato il primo giocatore dopo Shaquille O’Neal a vincere il premio di giocatore della settimana nei primi 7 giorni da professionista. Outstanding.

2 – Victor Oladipo – SG – Orlando Magic (25.2mpg, 11.9ppg, 3.7rpg, 3.0apg)
Il ruolo in realtà è ancora in divenire, dato che i Magic lo stanno provando da Point Guard. Ne risente un po’ nel numero di turnovers (4 a partita), ma la visione di gioco è interessante e il progetto di fargli gestire palla pare destinato al successo. Il suo atletismo inoltre è importante sia per produrre giocate spettacolari come le schiacciate in campo aperto che ha regalato all’esordio, sia sotto le plance, con l’ex Indiana che in 3 partite ha raggiunto quota 6 rimbalzi.

3 – Ben McLemore – SF – Sacramento Kings (19.0mpg, 7.9ppg, 2.0rpg, 0.9apg)
Uno dei giocatori più talentuosi dell’ultimo draft ha avuto una partenza difficile, con un esordio da 1 su 7 dal campo. Poi ha iniziato però a mostrare i suoi lampi di classe, scollinando in doppia cifra in 3 partite su 4 e tirando con quasi il 42% da tre. Il tutto in una squadra che per strutturazione non aiuta un esterno e tanto più un rookie. Ha ancora da lavorare molto sulla continuità, come testimonia la scialba prestazione di questa notte.

4 – Kelly Olynyk – C – Boston Celtics (23.8mpg, 8.7ppg, 6.0rpg, 1.9apg)
Il giocatore di passaporto canadese uscito da Gonzaga sta dimostrando di essere un giocatore da solida rotazione NBA in queste prime gare. In una squadra come i Celtics che quest’anno puntano senza mezzi termini ad una scelta alta al draft ha parecchi minuti (quasi 24 a partita) in cui può fare esperienza. Ha chiaramente molto da lavorare, soprattutto sui suoi problemi di falli, ma ha già una qualità nel fare i blocchi molto alta ed apprezzata dai compagni.

5 – Tim Hardaway JR – SG – New York Knicks (18.1mpg, 7.9ppg, 1.3rpg, 0.7apg)
Una delle poche sorprese positive dei Knicks di questo inizio stagione. Ha un minutaggio tutto sommato alto, ma dovuto soprattutto all’assenza nelle prime gare di JR Smith. Da sottolineare la fiducia che sta riponendo in lui Mike Woodson, che lo ha tenuto in campo negli ultimi minuti dell’ultimo quarto della sfida punto a punto giocata contro i Bulls nonostante al tiro stia facendo parecchia fatica, anche se nelle ultime due gare pare aver ritrovato la mira.

Steven Adams, per lui già un buon minutaggio ai Thunder

Steven Adams, per lui già un buon minutaggio ai Thunder

6 – Vitor Faverani – C – Boston Celtics (19.1mpg, 6.0rpg, 5.7rpg, 0.7apg)
L’altro lungo dei Celtics, brasiliano, rapportato sui 48 minuti prenderebbe più rimbalzi del compagno di squadra Olynyk, raggiungendo quota 14.4. Le mani sono interessanti, come dimostra il 47% abbondante dal campo, precedente al 2/8 della scorsa notte contro Charlotte. Sicuramente deve migliorare molto ma al momento è una sorpresa per chi non si aspettava che potesse scendere in campo più che per qualche minuto.

7 – Nate Wolters – PG – Milwaukee Bucks (32.6mpg, 8.9ppg, 3.4rpg, 5.3apg)
Dopo l’addio a Brandon Jennings e Monta Ellis, i Bucks hanno dovuto ricostruire il backcourt e, complici gli infortuni, hanno dato un minutaggio molto alto all’ex North Dakota State, scelto alla numero 38 assoluta al draft di quest’anno. Lui sta ripagando la fiducia dello staff con una ratio tra assist e turnover di 5.9/1, una delle migliori della lega.

8 – Steven Adams – C – Oklahoma City Thunder (20.3mpg, 6.1ppg, 5.6rpg, 0.7apg)
Quando nella survey prestagionale un GM lo ha addirittura messo come candidato al premio di Rookie dell’anno in molti hanno sorriso pensando ad uno scherzo. In realtà, sebbene la candidatura sia una provocazione e una forzatura, il neozelandese ha dimostrato di poter giocare già 20 minuti di media a partita in una contender, facendo valere il suo fisico sotto i tabelloni e disputando una gara, contro Detroit, da 17 punti, 10 rimbalzi, 3 assist e 3 stoppate. Ancora un’ottima scelta da parte di Presti.

9 – Dennis Schroder – PG – Atlanta Hawks (14.8mpg, 4.1ppg, 1.4rpg, 3.0apg)
Il tedesco si sta guadagnando minuti da backup di Teague gestendo la gara in modo completamente opposto rispetto al titolare. La sua intensità nella fase difensiva e la sua predisposizione all’assist, come dimostra la sua gara da 7 assist contro i Kings, ne fa un buon complemento per il ruolo di playmaker. Ha sicuramente da sistemare il tiro, ancora troppo poco consistente da oltre l’arco.

10 – Gal Mekel – PG – Dallas Mavericks (14.6mpg, 4.6ppg, 1.4rpg, 3.1apg)
L’israeliano sta prendendo contatto con la realtà NBA in una squadra in cui non è così facile guadagnarsi spazio. In questo momento l’ex Maccabi, visto anche due stagioni fa in Italia alla Benetton, sta però cercando di dare una dimensione nel midrange che potrebbe servire ai Mavs ad equilibrare le iniziative di Monta Ellis.