Carlos Boozer

Il mercato quest’anno si chiuderà ufficialmente il 15 marzo e molte squadre, a due settimane dalla chiusura delle trattative, si stanno guardando intorno per vedere come potenziare il proprio roster. Le voci maggiori portano sempre ai Lakers, che, apparentemente impossibilitati a prendere subito Dwight Howard, avrebbero rifiutato la proposta di Minnesota che offriva Michael Beasley in cambio almeno della prima scelta 2012 (L.A. apprezza il giocatore ma la priorità è un play e non ha i pezzi da mettere sul piatto per prendere anche Ridnour). Ha perso forza la possibilità di uno scambio tra Gasol e Rajon Rondo, ma il futuro del catalano – nonostante la pubblica difesa ricevuta da Bryant – pare ancora incerto.

E’ stato anche associato ai Bulls, loro pure attenti a possibili occasioni da sfruttare soprattutto in ottica playoffs. Sarebbe un rischio rompere un giocattolo che sta funzionando, ma il ricordo dell’eliminazione patita l’anno scorso contro gli Heat è fresco e ancora ben presente nelle menti dei dirigenti di Chicago, che puntano ad arrivare ancora più in alto. Per questo, secondo diverse fonti, il primo candidato alla partenza sarebbe Boozer, che potrebbe essere proposto ai Lakers in cambio di Gasol. I gialloviola preferirebbero Deng, solo che Chicago da quell’orecchio sembra proprio non sentirci.

I Celtics tornano alla vittoria

A Boston sembra quasi al termine l’era di questi “Big Three”. I rumors parlano di uno tra Ray Allen e Paul Pierce in partenza (soprattutto il primo) per dare una svolta, anche se – dopo un periodo di calma in questo senso – sono tornate a crescere le possibilità di vedere andare altrove Rajon Rondo. Probabilmente un rischio, perché è il giocatore più futuribile tra quelli di primo piano in maglia biancoverde, ma una strada percorribile a condizione che la contropartita sia tale da garantire un miglioramento immediato in questa stagione. In entrata piace Beasley (Daniels e Pietrus tra le possibili pedine di scambio), ma l’ala in esubero a Minnesota interessa anche a Rockets e Nets, e in cambio di Rondo è uscita anche la voce di uno scambio con Stephen Curry.

Il gemello di Curry a Golden State, Monta Ellis, invece è seguito da Orlando, perché (e non è un dettaglio di poco conto…) è uno dei giocatori indicati da Howard sulla “lista della spesa”, ma i Magic non sembrano avere tantissimo da poter scambiare. A parte lo stesso Howard, che i Warriors prenderebbero anche solo per pochi mesi, convinti che l’apparizione ai playoffs con lui sarebbe comunque un beneficio per il futuro della franchigia.
I Jazz non paiono avere fretta a liberarsi di uno tra Millsap e Jefferson per far spazio in prospettiva a Favors e Kanter, viceversa hanno aperto le porte alla partenza di CJ Miles e soprattutto Devin Harris, che – dopo l’arrivo dai Nets – non ha mai realmente convinto fino in fondo.

Wilson Chandler

I Raptors hanno smentito di essere intenzionati a rinunciare, almeno per quest’anno, a Josè Calderon. Una brutta notizia per le squadre – tipo i Lakers – alla disperata ricerca di una point-guard titolare. La franchigia del presidente Colangelo non sembra neppure così vicina a cedere Barbosa, che potrebbe andare via probabilmente solo in una sign-and-trade estesa a più squadre. Un obiettivo molto seguito da Toronto era Wilson Chandler. Il giocatore, reduce dall’esperienza cinese, è ancora free agent con restrizione dei Nuggets ma dopo la giornata odierna per quest’anno potrà firmare solo con Denver. Solo che dal Colorado, in assenza – finora – di accordo pluriennale a cifre soddisfacenti per entrambe le parti, non vogliono metterlo sotto contratto fino al termine della stagione perché questo equivarrebbe di fatto a noleggiare il giocatore per tre mesi, rendendolo libero senza vincoli in estate. I Nuggets non sono intenzionati a correre questo rischio. E anche l’agente del giocatore, Chris Luchey, ha confermato che un accordo di questo genere è da escludere, dichiarando che al momento sono al vaglio tutte le opzioni. Secondo il Denver Post, è da considerare realistico un suo approdo per qualche mese in Italia per – si riporta testualmente – “mantenersi in forma e fare un po’ di soldi”…

A Phoenix, il proprietario Robert Sarver ha negato di volersi separare da Steve Nash, che i Mavericks avevano provato a riprendersi otto anni dopo la sua partenza dal Texas verso l’Arizona. Dallas invece deve fronteggiare il caso-Odom: a dispetto di richieste del giocatore, che dovrebbe riunirsi alla squadra nel giro di un paio di giorni, Mark Cuban ha negato che possa mai essere rilasciato. Chiaro che il vulcanico “owner” dei campioni in carica non voglia rischiare di regalare un rinforzo del genere ad una “contender”, ma è altrettanto innegabile che il rapporto tra Odom e i Mavs appaia già virtualmente esaurito e che la sua permanenza difficilmente potrà portare qualcosa di buono. Un Odom che, nonostante abbia valutato anche il ritiro nella off-season dopo la scomparsa di un cugino più giovane ma ora convinto di continuare nonostante le difficoltà, approda da free agent ad una squadra da playoffs potrebbe essere la carta in grado di scompaginare molti equilibri.