Al Horford (Photo by Mike Zarrilli/Getty Images)

Al Horford (Photo by Mike Zarrilli/Getty Images)

La stagione Protagonisti di un inizio di campionato oltre ogni aspettativa, gli Hawks si sono confermati squadra da playoffs per il sesto anno consecutivo, anche grazie alla complicità di una conference tutt’altro che irresistibile. Nulla di meno, nulla di più. Coinvolti per l’intera seconda parte di stagione in una vorticosa gara a quattro per aggiudicarsi la quarta posizione nella griglia della post-season, gli uomini agli ordini di Larry Drew hanno gradualmente ceduto il passo a Nets e Bulls, riuscendo a tenersi alle spalle i soli Boston Celtics e salutando la compagnia dopo sei gare di primo turno contro Indiana.

MVP Verrebbe da dire Lou Williams, se l’infortunio tristemente noto come torn ACL (lesione del legamento crociato anteriore, ndr) non lo avesse costretto a chiudere con largo anticipo la sua prima stagione in maglia Hawks. Ci si dovrà accontentare di Al Horford, che pur con discontinuità si è battuto con onore contro pariruolo regolarmente più alti di lui, portando a casa una doppia doppia da 17.4 e 10.2 di media, con picchi da 21.5 e 11.3 nel mese di febbraio. La ricostruzione nella mani di Danny Ferry non può prescindere dal suo spostamento in PF, dove potrà sfoggiare una versatilità offensiva fin troppo sottovalutata.

La sorpresa Giocando sostanzialmente gli stessi minuti della scorsa stagione, è sceso da 33.1 a 32.9 di media, Jeff Teague è stato capace di far registrare le migliori medie della sua carriera alle voci punti, 14.6, e assist, 7.2. Relativa minaccia da oltre l’arco, 36% dalla lunga distanza, Teague ha guidato il terzo attacco a più alto ritmo della Eastern Conference (94.72 di pace) facendo leva su velocità ed esplosività, doti che solo in parte ne hanno mascherato gli innegabili limiti fisici e difensivi.

Josh Smith (Photo: Marvin Gentry-USA TODAY Sports)

Josh Smith (Photo: Marvin Gentry-USA TODAY Sports)

La delusione Costa non poco ammetterlo, ma l’ultima stagione di Josh Smith con addosso i colori della sua città non verrà certo ricordata per esser stata la più produttiva, anzi. Chiamato a guadagnarsi sul campo il suo prossimo contratto, J-Smoove ha finito con l’alimentare ciascuno dei non pochi interrogativi che lo coinvolgono, specie dal punto di vista mentale. Sospeso per una partita a metà gennaio, è stato a un passo dall’essere ceduto ai Milwaukee Bucks a ridosso della deadline, ma dal Wisconsin non offrivano un pacchetto del tutto gradito. Si congeda dai suoi tifosi la notte di gara 6 contro gli Indiana Pacers, tirando un 5/16 dal campo che di certo non andrà ad alimentare i rimpianti della sua partenza.

Prospettive future La situazione è in continuo divenire. Mike Budenholzer,   assistente di Gregg Popovich a San Antonio con cui è impegnato nelle Finals, sarà ufficializzato come nuovo coach al termine della serie con gli Heat. Tutta da valutare la situazione legata a mercato e free agent, lo spazio salariale consente ampi movimenti. Si vocifera della volontà da parte di Ferry, certamente non abituato a stare fermo, di impacchettare alcune, se non tutte le quattro scelte in mano per il prossimo draft per poter mettere le mani su una chiamata più alta.