LA STAGIONE. Di certo l’aver mancato i playoffs per la prima volta dall’inizio del nuovo millennio ha lasciato un po’ di amarezza nell’ambiente ma i Mavs sono riusciti comunque a mostrare degli aspetti positivi durante il corso della stagione. Un anno ricco di alti e bassi che ha visto Dallas arrancare durante la prima parte sia per l’assenza di Nowitzki sia per un’alchimia di squadra che pareva tutto fuorché eccellente. I nuovi arrivi Collison e Brand hanno dimostrato di essere buoni giocatori ma non quanto la dirigenza Mavs si augurava, soprattutto nel caso del play ex Indiana. O.J. Mayo non ha avuto quella esplosione che ci si attendeva ed è andato in calando col passare delle partite ed un rapporto mai decollato con coach Carlisle. Ancora una volta l’ago della bilancia è stato Dirk Nowitzki, assente fino a dicembre per infortunio, che ha svoltato la stagione dei texani, nonostante un rientro molto graduale. Il tedesco è riuscito a dare grande pericolosità all’attacco di una Dallas che appariva in gran difficoltà, portando il suo team a sfiorare i playoffs. Alla fine il 41-41 è un record che rispecchia in pieno l’annata altalenante dei Mavericks,una sintesi che lascia degli spiragli per il futuro.
MVP. A 34 anni, venendo da un infortunio e giocando più o meno la metà delle partite stagionali si può essere l’ MVP della propria squadra? La risposta è sì, se parliamo di Dirk Nowitzki. I 17.3 punti di media, conditi da 6.8 rimbalzi e 2.5 assist, col 47% dal campo sono cifre eccezionali se si pensa che il tedesco ha faticato molto durante il primo mese in campo, forse per aver affrettato troppo il rientro. Le sue prestazioni sono servite ad allontanare anche quelle voci che lo volevano disponibile per qualche scambio. Il futuro dei Mavs, almeno per il prossimo anno, porta ancora il suo nome.
LA SORPRESA. Nonostante sia partito soltanto tre volte in quintetto, Vince Carter ha avuto una delle sue migliori stagioni dal punto di vista della produzione. Venendo dalla panchina, a 36 anni, Carter ha dimostrato di poter essere ancora un giocatore realizzando 13.4 punti per match col 43% dal campo.
LA DELUSIONE. Beaubois ha dimostrato per l’ennesima volta quanto siano alte le sue probabilità di restare soltanto un’eterna promessa incompiuta. Con la partenza di Kidd ci si aspettava un salto di qualità che però non è arrivato. Anzi, il francese ha messo sul parquet la sua peggior stagione, realizzando 4 puni di media con un mediocre 36.9% dal campo. Probabile il suo addio.
PROSPETTIVE FUTURE. Con solo cinque giocatori sotto contratto al momento, l’imperativo per i Mavs è di tornare sul mercato e di farlo portando a casa un pezzo da novanta. Cuban pare stia inseguendo Dwight Howard e soprattutto Chris Paul. Lo spazio salariale c’è e potrebbe liberarsene altro nel caso Dallas decidesse di privarsi di Shawn Marion. Uno o due big da affiancare a Nowitzki per tentare già dal prossimo anno di arrivare fino in fondo e per regalare a coach Carlisle una squadra competitiva anche per il “dopo-Dirk”.