Stephen Curry, giocatore fondamentale per i Warriors (Foto: basket-infos.com)

Stephen Curry, giocatore fondamentale per i Warriors (Foto: basket-infos.com)

La Stagione
La stagione dei Warriors si è fermata al primo turno dei playoff, dopo una stagione da 51 vittorie che è valsa il sesto posto in una competitivissima Western Conference e l’accoppiamento contro i Los Angeles Clippers. La squadra di coach Mark Jackson ha venduto cara la pelle, portando la serie fino a Gara7, approfittando  anche del tornado-Sterling e delle difficoltà emotive dei giocatori di Los Angeles ad affrontare le prime gare. Poi però le difficoltà fisiche di alcuni giocatori di Golden State e l’onda d’urto generata dalla coppia Paul-Griffin ha sparigliato le carte e ha fatto pendere l’ago della bilancia della serie verso i Clippers.

Stagione comunque positiva quella dei Warriors, ma che non è stata sufficiente a Mark Jackson per meritarsi la conferma sulla panchina. La dirigenza ha già individuato il suo sostituito per la prossima stagione in Steve Kerr, continuando così la strada intrapresa nelle ultime stagione e mettendo un ex playmaker a guidare dalla panchina la squadra. All’ex commentatore TNT e playmaker dei Bulls campioni dell’era Jordan è stato offerto un contratto importante, da 25 Milioni di dollari per 5 anni, segno di quanto Golden State punti su di lui.

L’allontanamento di coach Jackson, stando alle voci dei soliti ben informati, sarebbe stato causato da un difficile rapporto dello stesso predicatore con gran parte dello staff dei Warriors. Dalla parte dell’ex playmaker NBA, proprio forse per solidarietà del ruolo, si è però schierato Stephen Curry, che più volte ha esternato la sua ammirazione per il lavoro del coach. Decisione importante quindi da parte del management anche quella di andare contro le volontà del loro giocatore più rappresentativo, con il rischio di scontentarlo.

Steve Kerr, prossimo coach di Golden State

Steve Kerr, prossimo coach di Golden State

MVP
I Warriors vanno dove li porta Stephen Curry. Il figlio di Dell è stato chiaramente l’ago della bilancia per la squadra della California e ora che pare abbia risolto i problemi alle caviglie e dopo la sciagurata stagione 2011/2012 ha inanellato due stagioni consecutive con 78 gare giocate in Regular Season, guadagnandosi quest’anno anche il merito di giocare il suo primo All Star Game e facendo registrare una stagione con i suoi massimi in carriera per punti (24.0 ppg) e assist (8.5apg).

La sorpresa
Con i problemi fisici patiti dai lunghi, la sorpresa della stagione, soprattutto ai Playoff è stata Dreymond Green. Il 23enne uscito da Michigan State University e al suo secondo anno nella lega, in post season ha praticamente raddoppiato ogni sua voce statistica, chiudendo la serie contro i Clippers a 11.9 punti, 8.3 rimbalzi e 1.7 stoppate in più di 32 minuti di utilizzo di media, mettendo spesso in difficoltà difensivamente i forti lunghi avversari, nonostante il gap fisico a suo sfavore.

La delusione
Dopo un anno da rookie di alto livello, con l’esplosione ai Playoff, Harrison Barnes ha deluso le aspettative interrompendo il suo percorso di crescita. La talentuosa ala nativa dell’Iowa quest’anno ha visto diminuire tutte le sue voci statistiche se rapportate sui 36 minuti e a parte alcuni lampi ai playoff anche il suo linguaggio del corpo non è piaciuto, tanto che Mark Jackson ha preferito fare a meno di lui nei momenti cruciali della post season. La giovane età (non ha ancora 22 anni) è sicuramente dalla sua, ma è necessario che riprenda a dimostrare quanto di buono fatto vedere nel suo anno da rookie.

Harrison Barnes nonostante la stagione in ombra ha ottimo mercato

Harrison Barnes nonostante la stagione in ombra ha ottimo mercato

Prospettive future
Capire cosa succederà ad Oakland il prossimo anno non è semplice. La squadra, dopo il cambio di coach cercherà di cambiare qualcosa, cosa non così semplice considerando la mancanza di scelte al primo giro. In più c’è una difficoltà emotiva in più data dalla grossa stima che Stephen Curry nutriva nei confronti di coach Mark Jackson, il cui allontanamento potrebbe costare qualche malumore nella stella ex Davidson College.

Negli ultimi giorni si vocifera di un’offerta fatta a Minnesota per arrivare allo scontento Kevin Love. Secondo gli spifferi, ci sarebbe un’offerta che vede coinvolti David Lee e Harrison Barnes ed un’altra che vedrebbe andare in Minnesota Klay Thompson invece che Harrison Barnes con i Warriors che si accollerebbero il contratto di Kevin Martin.

Scambio complesso però, sia per il poco appeal che ha il contratto di Lee, ancora a libro paga per le prossime due stagioni per 30 Milioni di dollari complessivi, sia perché lo stesso Love in caso di scambio dovrebbe dare garanzie di rifirma a Golden State nella prossima estate, quando diventerà Free Agent e potrà firmare con la franchigia che più gli aggrada. Inutile dire che l’esempio di Dwight Howard, scambiato a L.A. per una sola stagione e poi firmato dai Rockets, servirà come monito alla dirigenza di Golden State nel caso Minnesota accetti lo scambio.

Quel che è certo è che la prossima stagione i Warriors sono attesi ad un ulteriore salto di qualità, magari cercando di sfruttare la maturità raggiunta dal backcourt Curry – Thompson. Oppure cambiare radicalmente e puntare a un giocatore che veramente possa far fare il salto di qualità alla squadra e da aggiungere a Stephen Curry e al terzo violino per eccellenza Andrè Iguodala.

Insomma, si prospetta un’estate calda sulla baia.