Marc e Z-Bo

Marc e Z-Bo

La Stagione – Semplicemente la miglior stagione della propria giovane storia per la franchigia del Tennessee. Mai i Grizzlies, infatti, erano riusciti a spingersi fino alla finale di Conference nelle loro 18 stagioni nella Lega. Migliorare il 4° posto e l’eliminazione al primo turno di playoff a Ovest della stagione 2011/2012 sembrava impresa ardua per Gasol e compagni, che, per di più, si presentavano ai nastri di partenza con un Mayo in meno. Ed invece l’avvio di stagione è stato a dir poco bruciante: dopo la sconfitta all’esordio contro i Clippers, il mese di novembre, complice le tante partite interne in calendario, ha lanciato i Grizzlies in testa alla Western Conference inanellando 12 vittorie su 13 gare disputate. Il calo subito nei mesi di dicembre e gennaio ha convinto la dirigenza ad una trade che aveva fatto storcere il naso a molti: quella che ha portato Gay, stella della squadra, a Toronto in cambio di Prince, Daye e Davis. Ma i risultati hanno ancora una volta dato ragione al presidente Robert Pera: Memphis tiene alto il ritmo e chiude al 5° posto, con la possibilità di vendicare l’eliminazione al primo turno di playoff dell’anno precedente contro i Clippers. Sotto 0-2, i Grizzlies ribaltano la serie eliminando i losangelini per 4-2. Nelle semifinali di conference, sotto con i Thunder di Durant, che però privi di Westbrook non oppongono grande resistenza, cedendo per 4-1. Peccato per i Grizzlies che sulla strada delle Finals trovino i San Antonio Spurs, che spazzano via con un secco 4-0 le velleità di Gasol e compagni, non sminuendo però una stagione comunque da incorniciare.

MVP – Le statistiche premierebbero Zach Randolph, miglior realizzatore e rimbalzista della squadra, ma diciamo Marc Gasol per continuità, leadership, polivalenza (14,6 punti, 7,8 rimbalzi e anche 4,0 assist, mica male per un pivot…) e centralità nel sistema difensivo dei Grizzlies, che lo ha visto spiccare fino a ricevere il premio di Difensive Player of the Year. Dopo l’era del fratello Pau, ai Grizzlies ora è in corso l’era di Marc.

Mike Conley

Mike Conley

La Sorpresa – Non è una vera sorpresa, il Mike Conley della seconda metà di stagione si è consacrato come uno dei
migliori playmaker della Lega. La partenza di Gay ne ha esaltato le doti offensive oltre a quelle già note di regista e “clutch player”. Una menzione la merita anche un Quincy Pondexter cresciutissimo nel corso dell’anno ma esploso in maniera roboante nella serie contro gli Spurs, chiusa a 15,3 punti di media a fronte dei 6,4 punti di media della stagione regolare

La Delusione – Difficile trovare una delusione in una squadra alla sua miglior stagione nella storia. Forse ci si poteva aspettare un impatto maggiore da parte dei neo arrivati di gennaio Austin Daye ed Ed Davis, ma la squadra aveva trovato i suoi equilibri per cui non si può imputare loro colpe specifiche.

Prospettive Future – Il draft di ieri notte ha visto i Grizzlies avere ruolo secondario, confinati tra le seconde scelte e verosimilmente si cercherà soltanto di ritoccare un meccanismo che ha dimostrato di andare a meraviglia. Servirebbe aggiungere talento in fase offensiva, magari un esterno capace di inventare qualcosa fuori dagli schemi vista la sterilità dell’attacco palesata più volte in stagione. Occhio, in quest’ottica, a Jamaal Franklin, scelto alla 41, un’ala che può fare al caso di Memphis anche se certo non si tratta di un fenomeno. La volontà è comunque quella di non toccare troppo un roster che ha mostrato continuità ai massimi livelli nelle ultime due stagioni.