Memphis Grizzlies (Photo by Joe Murphy/NBAE via Getty Images)

Memphis Grizzlies (Photo by Joe Murphy/NBAE via Getty Images)

LA STAGIONE – Dopo la Finale della Western Conference centrata nel 2013, il management dei Grizzlies aveva optato per un avvicendamento in panchina con la promozione di Dave Joerger, che ricopriva la carica di assistente di coach Hollins. Il nuovo sistema da imparare e l’infortunio che ha costretto Marc Gasol a non poter prendere parte alle prime 23 partite stagionali (10-13 il record negativo iniziale), ha costretto Memphis ad una continua rincorsa verso la postseason, centrata con il settimo posto finale. Nel periodo natalizio è andata in porto la trade molto intelligente con i Celtics che ha portato in Tennessee Courtney Lee, immediatamente lanciato in quintetto, al posto di Jerryd Bayless. Nel primo turno dei Playoffs i Grizzlies sono riusciti a trascinare i Thunder fino a gara 7, dimostrando a tratti grazie ad una feroce intensità difensiva, di cui Tony Allen è l’incarnazione, come Durant e compagni possono essere limitati e sconfitti.

MVPRandolph ha confermato di essere sempre più l’uomo con cui identificare la franchigia. Ha migliorato notevolmente i propri numeri rispetto alla stagione precedente, chiudendo con 17 punti e 10 rimbalzi di media come non avveniva dal 2010-2011. Tuttavia il riconoscimento di MVP per la stagione appena conclusa spetta a Mike Conley (17.2 punti e 6 assist a partita), che per punti realizzati ed efficacia offensiva ha aggiornato il proprio massimo in carriera. Conley è stato costante per tutto l’arco della lunga e logorante stagione, ed è senza dubbio una della guardie più sottovalutate in una lega piena di superstar in quel ruolo.

James Johnson inchioda la bimane sopra la testa di Barnes

James Johnson inchioda la bimane sopra la testa di Barnes

LA SORPRESA – Simultaneamente all’arrivo di Courtney Lee, Memphis, dopo 21 gare di Regular Season, ha messo sotto contratto James Johnson, reduce da un’annata con più ombre che luci a Sacramento, visto l’infortunio ai legamenti della mano di Tony Allen. Johnson ha avuto un impatto ben superiore alle aspettative, producendo 7.4 punti a partita 3.2 rimbalzi e oltre due assist a partita, con buone percentuali dal perimetro e ottime ai liberi. Il ritorno di Tony Allen ha tolto minuti all’unico giocatore NBA nato nel Wyoming, che a 26 anni è nel pieno della propria carriera e potrà continuare ad essere una risorsa preziosa. L’immagine della stagione di Johnson che finirà negli annali è la schiacciata incredibile contro i Clippers, dopo aver mandato al bar DeAndre Jordan ed essersi fornito un assist da solo scagliando la palla contro il vetro.

LA DELUSIONE – Il cambio di coach si pensava potesse giovare a Ed Davis, ma colui che doveva garantire qualità nei minuti di riposo di Randolph ha deluso per la seconda stagione consecutiva. Significativo di ciò il fatto che in gara7, con Randolph squalificato, coach Joerger ha deciso di schierare al suo posto Jon Leuer. Gli infortuni, la presenza di Randolph e i soli 15 minuti di impiego non sono sufficienti a giustificare lo scarso apporto, specie in fase offensiva (53% al tiro) di Davis. Non può non ricevere una citazione anche Tayshaun Prince, ombra del campione che era una decade fa, che continua a prendere 7 milioni di dollari a stagione nonostante i miseri 6 punti a partita mandati a referto (cifra che scende a 3 nei Playoffs) e il deleterio 29% dalla linea dei tre punti.

Dave Joerger

Dave Joerger era in procinto di lasciare i Grizzlies, prima di ripensarci e firmare nuovamente per due anni.

PROSPETTIVE FUTURE – Memphis non è una squadra di rifondare, ma le idee saranno più chiare dopo il 30 giugno, quando finalmente si chiuderà la telenovela Randolph. Z-Bo deve ancora decidere se esercitare la sua “player option” da 16.5 milioni di dollari, oppure guardarsi intorno in cerca di un contratto più lungo, con ogni probabilità l’ultimo ad alti livelli della sua carriera. Nel frattempo il proprietario della squadra Robert Pera ha confermato l’allenatore Joerger per altri due anni, e Marc Gasol, nonostante andrà in scadenza nel 2015, ha fugato quasi tutti i dubbi circa la propria permanenza: “Memphis è la mia casa quando non sono a casa in Spagna”. Anche Conley e Lee faranno parte della squadra, che dunque prova a mantenere lo stesso zoccolo duro, con pochi movimenti di contorno (Calathes è vicino ad un rientro in Europa, e P.J.Tucker potrebbe prendere il suo posto). Il Draft ha regalato ai Grizzlies la scelta numero 22: si andrà a caccia di qualche giovane con punti nelle mani, possibilmente per sostituire Prince, per il quale potrebbe essere usata l’amnesty.