DeMarcus Cousins, MVP della stagione di Sacramento con a partita (Photo by Phil Carter/US Presswire)

DeMarcus Cousins, MVP della stagione di Sacramento con a 22,7 punti, 11,7 rimbalzi e 2,9 assist di media a partita (Photo by Phil Carter/US Presswire)

La stagione: Si è conclusa l’ennesima stagione di transizione dei Sacramento Kings, alla ricerca della tanto attesa svolta che possa far rivivere i bei fasti dei primi anni 2000. L’obiettivo stagionale, visto la consapevolezza di non poter competere nella corsa ai playoffs, era migliorare il record della scorsa annata. I Kings del 2014 però non hanno fatto molti passi avanti rispetto a quelli del 2013. Stesso record (28 vittorie e 54 sconfitte) e stessa terzultima posizione nella Western Conference come l’anno precedente. La squadra ha vissuto il suo momento migliore nel mese di gennaio dove ha inanellato tre vittorie consecutive, miglior striscia stagionale. Il coach, debuttante nella NBA, Mike Malone, pressoché confermato anche per il prossimo campionato, non è riuscito ad arginare la falla nella difesa dei californiani (103,4 punti subiti di media a partita), cruccio anche del precedente allenatore dei Kings, Keith Smart. Nonostante la negatività del campionato, nel Nord California si respira un’aria di leggero ottimismo per il futuro prossimo ed effettivamente motivi per sorridere ce ne sono in casa Sacramento.

MVP: DeMarcus Cousins. E’ certamente lui il motivo più grande che fa sorridere i Kings ed i suoi tifosi. Da lui si riparte per costruire il prossimo futuro della franchigia californiana. Cousins è stato l’arma in più ed il miglior giocatore della squadra allenata da Malone. Per l’ex Università del Kentucky, su cui i Kings avevano puntato al draft del 2010, le cifre parlano da sole. Una media di 22,7 punti, 11,7 rimbalzi e 2,9 assist a partita con l’exploit dei 32 punti, 15 rimbazli ed 8 assist il 26 marzo contro i New York Knicks. I miglioramenti avuti da Cousins di in anno in anno lo candidano senza troppi dubbi al ruolo di superstar della squadra ma l’idea è che per esprimersi al 100% avrà bisogno di un paio di elementi attorno. Il general manager Pete D’Alessandro farà di tutto per non farlo andare via.

La sorpresa: Ben McLemore. Altro elemento positivo dell’annata Kings è stata la shooting guard uscita dall’Università del Kansas, settima scelta assoluta del draft 2013. Sorprendente perché McLemore era un debuttante, uno tra i papabili contendenti al titolo di rookie dell’anno anche se per un breve periodo. Buon impatto con la lega in una realtà cestistica difficile come quella californiana supportato anche dalle cifre. Tutte ed ottantadue le partite giocate con 55 partenze in quintetto, collezionando 8,8 punti, 2,9 rimbalzi e 1 assist di media a partita. Due le serate da ricordare per il numero 16 dei Kings. La prima il 16 aprile, nell’atto finale della regular season, sera del career-high da 31 punti contro Phoenix. La seconda il 20 dicembre con i 19 punti messi a segno contro i campioni in carica di Miami anche se in tutte e due i casi arrivò un KO. Il futuro sorride a questo classe 1993 e una buona maturazione potrà far sorridere anche i supporter di Sacramento.

Derrick Williams invece è stato protagonista di una stagione al di sotto delle aspettative (photo by Brad Rempel-USA TODAY)

Derrick Williams invece è stato protagonista di una stagione al di sotto delle aspettative (photo by Brad Rempel-USA TODAY)

La delusione: Due i giocatori sotto quelle che erano le aspettative dei seguaci di Sacramento. Il primo è stato Derrick Williams. L’ala piccola arrivata da Minnesota a novembre, nella trade che ha portato Mbah a Moute ai Timberwovles, non ha avuto una stagione particolarmente fortunata. Per il prodotto dell’Università dell’Arizona cifre individuali in netto calo rispetto alla scorsa stagione giocata a Minnesota che invece era stata più che soddisfacente. In questa stagione per Williams, sessantasette partite giocate con 8,5 punti di media a partita (12,0 lo scorso anno). La prossima stagione, l’ultima sotto contratto coi Kings, sarà quella della verità per Williams per mantenere un posto in squadra. Il secondo giocatore che poco ha brillato in questa stagione è stato Jason Thompson. Per la dodicesima scelta del draft 2008, dopo un paio di stagioni più che buone, era un po’ l’anno della consacrazione. Invece Thompson quest’anno è calato nel rendimento partendo di meno nel quintetto base e anche nelle cifre. Per lui 7,1 punti (contro i 10,9 dello scorso anno), 6,4 rimbalzi e 0,6 assist a partita. Il ventisettenne è comunque un elemento prezioso del roster che, da ora in avanti, potrà contribuire con i suoi punti dalla panchina.

Vivek Ranadive (proprietario dei Kings). Le sue ambizioni saranno fondamentali per costruire una Sacramento al vertice (photo by Jesse D.Garrabrant/Getty Images)

Vivek Ranadive (proprietario dei Kings). Le sue ambizioni saranno fondamentali per costruire una Sacramento al vertice (photo by Jesse D.Garrabrant/Getty Images)

Prospettive future: L’ennesima transizione per l’ennesima ripartenza. Con la questione del nuovo palazzo definitivamente risolta e dopo le insistenti voci di uno spostamento di franchigia con annessa cancellazione del logo, la rivalorizzazione dei Sacramento Kings del prossimo futuro si basa su quattro punti. Primo, le ambizioni del proprietario della squadra Vivek Ranadive che non ha nascosto la voglia di costruire un roster competitivo per il titolo non rinunciando a spese importanti e questo, per una squadra che vuole ripartire, è un ottimo segnale. Secondo, trattenere i punti certi della squadra. Già detto di Cousins, la risalita passa anche dalla conferma di due elementi fondamentali come Rudy Gay e Isiah Thomas che, quando raggiungerà la completa maturazione, potrebbe rivelarsi un crack per la lega. Terzo, la presenza di un roster giovane che a basso costo può garantire dei buoni risultati, mixandoli con atleti di esperienza o di sicura affidabilità (si vociferava di un interessamento per Kevin Love in ottica 2015) con la possibilità di rinunciare a qualche elemento che nel contesto di Sacramento ha oramai poco da dire. Il quarto punto è il prossimo draft. I Kings hanno la scelta numero otto e sarà molto importante selezionare un prospetto che possa già essere pronto già dalla prossima stagione. Voci suggeriscono l’interesse per uno tra Aaron Gordon (Arizona), Marcus Smart (Oklahoma State) e Doug McDermott (Creighton). Il 26 giugno, tuttavia, a New York i nostri dubbi verranno cancellati. Una cosa è certa, l’obiettivo per la stagione 2014-2015 dei Sacramento Kings è quello di avvicinarsi il più possibile alla zona playoffs o, perchè no, anche entrarci.