Il record. Gli addetti ai lavori, all’inizio di questa pazza stagione post lockout, avevano previsto che le squadre come i San Antonio Spurs, le squadre dei “senatori” dell’NBA, non avrebbero potuto competere, nella stagione ristretta, con squadre giovani e atleticamente molto più preparate, e che le ginocchia stanche di giocatori come Tim Duncan non avrebbero retto ai ritmi serratissimi della regular season 2012. Il risultato? 50 vittorie e 16 sconfitte, miglior record dell’intera lega per il secondo anno consecutivo, con una striscia vincente di 20 vittorie consecutive tra Aprile e Maggio e 2 vittorie per 4-0 nei primi due turni di playoff. Le previsioni erano certamente sbagliate. Piuttosto che cercare di prevedere le difficoltà che gli Spurs avrebbero avuto dal punto di vista fisico, l’attenzione andava focalizzata sul fatto che, in una stagione così ristretta, sarebbe stato necessario trovare il prima possibile un gioco efficace. Gli Spurs si sono presentati ai cancelli di partenza della stagione appena conclusa con la stessa squadra che un anno fa aveva ottenuto il miglior record della lega. Unica variazione importante lo scambio di George Hill con i Pacers per la 15° scelta assoluta al draft del 2011 che ha portato a San Antonio Kawhi Leonard, giocatore che si è rivelato fondamentale per la stagione degli Spurs (7.9 punti di media, 5.1 rimbalzi a partita). San Antonio ha da subito trovato una chimica di gioco eccellente, migliorata dai movimenti di mercato di metà stagione: l’arrivo di Stephen Jackson e Boris Diaw ha garantito esperienza dalla panchina. Il quinto titolo sembrava a un passo ma OKC è sembrata non pensarla allo stesso modo.

Tony Parker

MVP. Tony Parker è stato indubbiamente il giocatore cardine nella stagione degli Spurs. E’ primo tra i suoi compagni per punti (18.3) assist (7.7) e minuti giocati (32.1). Numeri migliorati, per quanto riguarda punti e minuti, nei playoff (20.1 e 36.1).l’uomo franchigia è sicuramente ancora Tim Duncan, ma il francese, che è in dubbio per i giochi olimpici a causa dell’infortunio all’occhio che ha riportato durante una rissa in una discoteca di New York, è diventato l’ago della bilancia della squadra.

Manu Ginobili e Tim Duncan

La sopresa. O forse bisognerebbe dire “Le sorprese”. Primo fra tutti Tim Duncan. Nessuno è in grado di dire con esattezza quali siano le condizioni del ginocchio del caraibico, ma la sua stagione è stata senza dubbio esaltante. 17.4 punti a partita, 9.4 rimbalzi e 2.07 stoppate nei playoff. Avere 36 anni e non sentirli. Menzione speciale anche per Kawhi Leonard. Ottima stagione da Rookie per il prodotto di San Diego State. 7.9 punti e 5.10 rimbalzi in stagione regolare, ma soprattutto una concentrazione e una presenza che raramente si vedono in un giocatore al primo anno nella lega. In fine Stephen Jackson e Boris Diaw. Arrivati a stagione iniziata, hanno portato esperienza dalla panchina, garantendo a Coach Pop una rotazione migliore.

La Delusione. Potrebbe essere difficile per qualcuno crederlo, ma ci si aspettava qualcosa in più da Manu Ginobili. Sebbene il suo impatto in entrambi i lati del campo possa essere fondamentale, Manu deve essere della partita perché questo accada. Ginobili ha saltato 32 gare in stagione regolare per una lunga serie d’infortuni. Durante la serie di finale a ovest contro i Thunder è sembrato spesso fuori dal gioco. Dei “Big Three” versione Spurs è sicuramente quello che ha avuto più difficoltà in questa stagione.

Prospettive Future. Il draft di stanotte non sarà sicuramente l’obiettivo principale della dirigenza Spurs. La 59° scelta è troppo bassa per pensare di prendere un giocatore importante. Il mercato dei free agent è molto più interessante per San Antonio. Il primo free agent di cui occuparsi è Tim Duncan. La stagione del lungo caraibico ha mostrato che ci sono ancora un paio d’anni nelle gambe del numero 21 e la sua volontà di concludere la sua carriera in maglia Spurs troverà senza dubbio l’appoggio della dirigenza che non si priverà del suo uomo franchigia. Boris Diaw dovrebbe rifirmare con gli Spurs. Il suo impatto è senz’altro positivo e non ci sono stati problemi nell’inserimento in spogliatoio, grazie anche all’amicizia che lo lega a Tony Parker. Anche se si parla di un possibile interessamento a Kevin Garnett, non aspettiamoci grandi sconvolgimenti nel roster texano per la prossima  stagione. Le Chance di vincere il quinto titolo per Coach Popovich (Coach of the Year 2012) passano ancora da Tim Duncan, Tony Parker e Manu Ginobili. 


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