James Harden sta guidando i suoi Rockets verso i playoffs

James Harden sta guidando i suoi Rockets verso i playoffs

Anno nuovo, squadra nuova. Banalizzando, si potrebbe inquadrare così la protagonista, o una delle protagoniste, di questa prima settimana dell’anno. I Rockets, una squadra completamente ricostruita in estate e una delle più giovani della Lega (il giocatore più esperto è Carlos Delfino, che ha 30 anni, dopodiché si passa ai 26 di Toney Douglas e Omer Asik), vengono infatti da 4 vittorie consecutive, contro Hawks, Hornets, Bucks e Cavs, ma in generale a sorprendere è il “cambiamento di marcia” intrapreso da Harden e compagni da metà dicembre in poi: fino a quel momento, infatti, il record dei Rockets era un comunque accettabile 9-11; da lì, però, 11 vittorie e sole 3 sconfitte (contro Raptors, Spurs e Thunder) hanno proiettato i texani al sesto posto a Ovest. Parlare di playoffs è ancora ovviamente prematuro, ma, a meno di crolli improvvisi, si può già parlare di successo per questa stagione, in cui i Rockets partivano con le ambizioni dei vari Hornets, Wizards e Bobcats o poco più. Invece, James Harden ha dimostrato di poter essere un vero uomo franchigia (al momento 26,4 punti, 4,2 rimbalzi e 5,3 assist), anche se deve migliorare ancora nella continuità e nelle percentuali (45% da due e 36% da tre). Ma ovviamente il merito non è solo suo: Chandler Parsons, vera sorpresa lo scorso anno, si sta confermando su alti livelli (14 punti, 6,2 rimbalzi e 3,7 assist); Jeremy Lin, dopo un inizio incerto, sta iniziando a ingranare (12,1 punti, 6,4 assist); Omer Asik fa registrare una doppia doppia di media (10,6 punti, 11,4 rimbalzi). Più in generale, quello che all’inizio era visto come un difetto della squadra, ovvero la presenza di tanti giocatori discreti ma pochi davvero buoni, si sta rivelando un’arma in più, con 9 giocatori oltre i 6 punti a partita e alcuni giovani in rampa di lancio (il già continuo Patrick Patterson, Marcus Morris e Greg Smith su tutti). In tutto ciò, devono ancora essere inseriti i rookie Terrence Jones e Donatas Motiejunas, che stanno faticando più del previsto e oscillano tra il fondo della panchina e la D-League, oltre all’oggetto misterioso Royce White.

Danilo Gallinari sta salendo di livello nelle ultime gare

Danilo Gallinari sta salendo di livello nelle ultime gare

Certamente è difficile che i Rockets riescano a ottenere più del sesto posto a Ovest: sopra di loro, infatti, ci sono squadre che filano dritte verso i playoffs: Grizzlies (20-10), Warriors (22-11), Spurs (27-9), Clippers (27-8) e Thunder (25-7). Al di sotto, invece, siamo in piena bagarre: Portland (18-15, 4-1 nelle ultime 5) e Denver (19-16, 4-2 nelle ultime 6) stanno provando a “scappare”, i primi grazie anche a un JJ Hickson a dir poco sorprendente (12,2 punti, 10,8 rimbalzi), i secondi con un Danilo Gallinari finalmente in crescita (20,2 punti con il 50% da tre nelle ultime 5 gare). Record positivo anche per i Timberwolves (15-15), che però al momento sono fuori dalle migliori 8 e, oltre a Rubio, a riposo precauzionale per dolori alla schiena, hanno perso ancora una volta anche Kevin Love, fuori a tempo indeterminato per una frattura alla mano, mentre sempre più delicate paiono le situazioni di Jazz (17-18) e Lakers (15-17), con i gialloviola che vengono da due sconfitte consecutive e sono costretti a cambiare decisamente marcia se non vogliono rischiare di andare in vacanza già a metà aprile. Hanno invece ormai issato bandiera bianca Suns  (12-22) e Mavericks (13-21), con i primi superati anche dai Kings (13-21), che stanno iniziando a ingranare (4-2 nelle ultime 6, con un DeMarcus Cousins rinato dopo la sospensione poco prima di Natale).

Deciso cambio di rotta per Deron Williams e Brook Lopez

Deciso cambio di rotta per Deron Williams e Brook Lopez

A Est a essere rinati sono invece i Nets (19-15), che dal licenziamento di coach Avery Johnson hanno vinto 5 partite su 6, perdendo solo contro gli Spurs. Qualche segnale di ripresa arriva anche dai Celtics, che hanno vinto le ultime 2 e si sono riavvicinati al 50% di vittorie (16-17 al momento). Boston è comunque l’ottava forza a Est, grazie anche alla definitiva uscita dai giochi di Orlando (12-21), all’ottava sconfitta consecutiva, raggiunta ormai anche dai Raptors, e dalla crisi sempre più nera dei Sixers (15-20), che nelle ultime 14 partite hanno perso 11 volte. Chi invece rischia di sorprendere i Celtics sono i sorprendenti Pistons (13-22), al momento decimi a Est ma in netta crescita. Dopo la striscia negativa di 6 partite perse in fila a metà dicembre, infatti, a Detroit sono arrivate 6 vittorie in 7 gare, contro avversari tutt’altri che facili come Heat, Hawks e dei Kings in buon momento di forma, oltre a dei Bucks che, pur con un record di 16-16, stanno invece vivendo una fase piuttosto negativa (4 sconfitte di fila).

Amar'e Stoudemire è rientrato dopo il lungo stop, ma ancora non è al massimo della forma

Amar’e Stoudemire è rientrato dopo il lungo stop, ma ancora non è al massimo della forma

Sembrano invece essersi ripresi i Bulls (18-13), che avevano avuto una leggera flessione nella settimana di Natale, ma che hanno battuto gli Heat venerdì notte. I Pacers (20-14) per il momento non mollano la vetta della Central Division, ma i Tori sono lì a un passo. Sempre al terzo posto a Est gli Hawks (20-12), nonostante qualche difficoltà di troppo nell’ultimo periodo, mentre sembrano inattaccabili le prime due, soprattutto per mancanza di alternative: i Knicks (23-10) continuano ad affidarsi alla verve offensiva di Carmelo Anthony (due quarantelli nelle ultime 3 gare), ma dovranno gestire al meglio il rientro di Stoudemire, mentre gli Heat (22-9), dopo le 6 vittorie in fila a metà dicembre, stanno vivendo un momento difficile, ma lo stanno mascherando al meglio: 3 le sconfitte nelle ultime 5 gare, contro i non irresistibili Pistons e Bucks e, come detto, contro i Bulls, mentre le due vittorie sono arrivate solo dopo i supplementari, sia contro i Magic in crisi, sia contro i malconci Mavericks. E il calendario non aiuta la squadra di Miami, che dopo i Wizards dovrà affrontare squadre non imbattibili ma sicuramente in forma come Pacers, Blazers e Kings: sarà la prova del nove per capire quanto è profonda la crisi dei campioni in carica.