Kevin Durant non sembra sentire particolarmente la mancanza di James Harden (Foto: bleacherreport.com)

Kevin Durant non sembra sentire particolarmente la mancanza di James Harden (Foto: bleacherreport.com)

Nella settimana segnata dall’evento della partita di regular season tra Knicks e Pistons giocata in Europa (ampiamente seguita e documentata dal nostro inviato a Londra Federico Bobbio), sono successe cose interessanti anche negli USA, sia sul lato del Pacifico che sull’Atlantico. La squadra del momento non può che essere Oklahoma City, in striscia positiva da 6 partite dopo un periodo “negativo” da 6 vittorie e 4 sconfitte; i Thunder hanno raggiunto l’80% di vittorie (32-8) proprio grazie alla vittoria al supplementare nella notte contro Dallas, con un Kevin Durant che ha fatto registrare il suo career high in punti (52), portando la sua media punti a 29,3 (secondo assoluto), con 7,5 rimbalzi e 4,2 assist, un incredibile 52% dal campo e un ottimo 41% da tre. Non bisogna però dimenticare l’apporto del discusso Russell Westbrook, che pur con percentuali rivedibili (42%) fattura 22,6 punti, 5,2 rimbalzi e 8,3 assist ad allacciata di scarpe, e di un Serge Ibaka sempre più determinante (13,9 punti, 8,4 rimbalzi, 2,8 stoppate). E se James Harden a Houston sta dimostrando di poter essere una stella di prima grandezza, non si può dire che i Thunder si siano pentiti dell’affare; oltre al primo record della Lega, Kevin Martin si sta dimostrando valido sostituto del “Barba” come elemento in grado di portare punti rapidi dalla panchina (14,9 con il 42% da tre in meno di 30 minuti a gara).

Al Jefferson, 19 punti a gara nel 2013 (Foto: bleacherreport.com)

Al Jefferson, 19 punti a gara nel 2013 (Foto: bleacherreport.com)

Alle spalle dei Thunder resistono bene sia i Clippers (31-9) che gli Spurs (31-11); Memphis (25-13) sembra ormai lontana dal terzetto e concentra i suoi sforzi nel conservare il quarto posto, compito al momento reso più agevole dal momento negativo dei Warriors (23-15, 5 sconfitte nelle ultime 6 giocate) e dalla leggera flessione dei Nuggets (24-18), che hanno perso le ultime 2 (contro Thunder e Wizards) dopo 6 vittorie di fila. Tre invece le squadre realisticamente in lotta per il settimo e l’ottavo posto: se i Jazz (21-19) sono in costante crescita nel 2013 (6 vittorie e 2 sconfitte), guidati dai lunghi Jefferson e Millsap e da un ritrovato Hayward, sia i Blazers (20-19) che i Rockets (21-20) dopo un periodo molto positivo stanno avendo delle difficoltà. Portland viene da 4 sconfitte di fila dopo 6 vittorie in 7 partite, mentre Harden e compagni hanno perso le ultime 6 dopo 12 vittorie in 15 partite da metà dicembre e metà gennaio. Sempre più in crisi i Timberwolves (16-20, 5 sconfitte in fila), mentre solo un miracolo potrà portare i Lakers (17-22) ai playoffs. In crescita, ma ormai completamente fuori dai giochi, i Mavs (17-24), che ne hanno vinte 4 in fila prima di perdere stanotte al supplementare contro i Thunder, e gli Hornets (13-26), che dopo il rientro di Eric Gordon hanno lasciato l’ultimo posto a Ovest ai Suns (13-28) e pianificano il vano sorpasso a danno dei Kings (15-25).

Iman Shumpert era molto carico per il rientro (Foto: nicekicks.com)

Iman Shumpert era molto carico per il rientro (Foto: nicekicks.com)

A Est invece, come detto, l’evento della settimana è stato il match di giovedì tra Detroit e New York, giocato alla O2 Arena di Londra. La gara in sé non è stata particolarmente brillante, e questo un po’ ha stupito: i Knicks sono più forti, ma nel 2013 stanno avendo qualche difficoltà di troppo, mentre Detroit, sulla carta nettamente inferiore, aveva vinto 7 partite su 9 prima di perdere di misura con i Jazz e di volare in Europa. Insomma, ci si sarebbe aspettati un po’ di equilibrio; invece, i Knicks, grazie anche al brillante rientro dall’infortunio di Iman Shumpert, sono subito volati in vantaggio in doppia cifra, mentre i Pistons hanno giocato una delle peggiori gare stagionali, con l’asse Knight-Monroe, su cui erano puntati i riflettori, che ha messo a segno solo 12 punti (11 Monroe e solo 1 Knight) con un pessimo 4/16 dal campo. Ora i Knicks (25-13) sono nel rischioso limbo tra il primo posto occupato dagli Heat (26-12), in ripresa con 3 vittorie nelle ultime 4, e la perdita della seconda piazza a favore delle dirette inseguitrici, che hanno dato segno di un discreto cambio di ritmo nell’ultimo periodo. Pare infatti che l’Est si stia “ovestizzando”, con 5 squadre oltre il 60% di vittorie: dopo Miami e New York, il terzo posto è ora dei Pacers (25-16), seguiti a brevissima distanza da Bulls (23-15) e Nets (24-16). In caduta libera invece gli Hawks (22-17), terzi fino a un paio di settimane fa e ora precipitati al sesto posto a causa di 7 sconfitte nelle ultime 9 gare; mantengono però comunque un certo margine sui sempre altalenanti Bucks (20-18) e su dei Celtics (20-19) che si sono presi una “pausa” dopo 6 vittorie di fila, perdendo con Hornets e Bulls.
Non danno grandi segni di ripresa i Sixers (17-23), noni ma distanti dall’ottavo posto, né tantomeno sembrano in grado di lottare per i playoffs i Magic (14-25), i già citati Pistons (14-25) e i Raptors (14-26). Sul fondo della classifica è da segnalare la ripresa dei Wizards (8-29), che hanno vinto 4 delle ultime 5 partite, mietendo vittime importanti come Thunder, Hawks e Nuggets e cercando così in tutti i modi di abbandonare l’ultimo posto. Se continuano di questo passo, il sorpasso ai danni di Cleveland (10-31) e Charlotte (10-29) non è lontano.