Dopo un’estate a scaldare i motori, finalmente ci siamo. La American Athletic Conference (o più familiarmente American) riapre ufficialmente i battenti e lo fa nel modo più scoppiettante possibile. Come è noto infatti i campioni in carica del Torneo NCAA giocano in questa divisione: il 7 aprile scorso sono stati infatti gli Huskies di Connecticut a tagliare le retìne dei canestri, al AT&T Stadium di Arlington, Texas. Per l’ università con sede a Storrs è stato il quarto titolo, il primo senza coach Jim Calhoun sul ponte di comando. Tutti i pronostici danno in netta discesa le quotazioni degli Huskies in questa stagione, ma si sa che la March Madness è tale per definizione, e dunque magari al torneo vero e proprio (la qualificazione, salvo clamorosi ribaltoni, la diamo per scontata) una sorpresa potrebbe sempre esserci.
Oltre a questo, la American fa registrare l’uscita di Rutgers e Lousville (rispettivamente verso Big Ten ed ACC) e l’ arrivo East Carolina, Tulane e Tulsa. Come non bastasse, c’ è da salutare il ritorno in grande stile di Larry Brown e del suo programma di SMU. Insomma, le premesse incoraggianti per una stagione divertente ci sono tutte.
Connecticut Huskies
Come accennato, la formazione di coach Ollie nei ranking nazionali parte qualche gradino dietro rispetto ad altre potenze (o presunte tali): addirittura, viene data tra il quindicesimo e il diciassettesimo posto. A una prima impressione si direbbe a ragione: ha perso quattro dei suoi elementi principali (Napier, Daniels, Kromah, Giffey). Sono ancora presenti però i leader Boatright (play) e Brimah (centro, ghanese), e ci si attende l’ esplosione di Nolan, Omar Calhoun e Samuels. I primi due sono arrivati in contemporanea al loro coach, nel 2012. La ciliegina sulla torta potrebbe essere Sam Cassel Jr, che se è bravo anche solo la metà del padre potrà spostare molti equilibri a favore di UConn.
Southern Methodist Mustangs
Sono partiti Russel e Williams, che l’ anno passato facevano pentole e coperchi. La squadra però è eccellente, mediamente alta, costituita soprattutto per il gioco interno che tanto piace a coach Brown. Sotto canestro è stata incoraggiante l’ annata di Moreira e Cunningham, ma il vero fattore sarà Kennedy. Anche Frazier ha mostrato buone cose, mentre Dunleavy e Mudiay dovranno alzare l’ asticella delle prestazioni per permettere a SMU di tornare al Torneo NCAA (l’ ultima volta fu nel 1993). I giocatori chiave saranno Martin e Tolbert, anche se il vero problema si presenta in chiave lungo periodo: questa squadra è infatti piena di senior e l’ anno prossimo dovrà per forza essere profondamente rinnovata. Coach Brown, però, è una sicurezza.
Memphis Tigers
I tempi di Calipari sembrano lontani un’ era geologica. La sconfitta al terzo turno contro Virginia, l’ anno passato, e un segnale che anche l’ abilità di coach Pastner ( il suo record è pur sempre 130 – 44) può poco quando a mancare sono le risorse, ovvero gli atleti. Le aspettative sono su King e su McGee, il primo reduce da una decente stagione (4.9 di media), il secondo freshman da Los Angeles che dovrebbe dare il cambio a Powell. Per il resto chi ha prodotto di più nel 2013/2014 è stata la coppia di lunghi Nichols – Goodwin (9.3 e 11.5 di media). Il cambio di conference ha prodotto un record complessivo di 24 – 10, mentre quello divisionale è stato di 12 – 6. Non c’ è male, ma si può migliorare, anche perché la squadra è mediamente giovane (due soli senior).
Tulsa Hurricanes
Danny Manning ha portato i suoi talenti di allenatore a Wake Forest, dopo aver portato in dote un secondo turno del torneo NCAA a distanza di undici anni dall’ ultimo. Il sostituto, Haith, arriva da Missouri dove dopotutto ha svolto un buon lavoro: avrà a disposizione un Woodward da 15.5 punti di media l’ anno scorso e un Smith da 12.0, con 4.9 rimbalzi. La coppia di esterni sarà imbeccata da Harrison (3.2 assist), che si è già palesato anche come fattore difensivo. Anche qui si lavora per il futuro, più che per il presente.
Cincinnati Bearcats
Campioni della regular season della American nel 2014 e dal 2011 sempre al Torneo NCAA. Basterebbe questo per lasciar correre la fantasia, ma la realtà è che lasciati andare i leader Kilpatrick (20.6 punti, in 33.8 minuti) e Jackson (11.1) la squadra appare meno competitiva rispetto all’ anno passato. Saranno Guyn e Sanders le armi principali per coach Mick Cronin, e la stagione dipenderà in gran parte dal rendimento di questi due esterni con punti nelle mani.
Temple Owls
È una nobile decaduta, Temple, ma i suoi gradi di nobiltà ancora non li ha persi tutti per strada. L’ anno scorso è stata mancata la March Madness dopo sei anni in fila, e serve dunque pronto riscatto. La coppia di guardie esperte formata da Cummings e Decosey sarà cruciale per l’ effettivo rilancio delle ambizioni degli Owls, ed aumenteranno le responsabilità per Mark Williams e Devontae Watson. La partenza di Lee sarà difficile da colmare, ma la notizia positiva è che a gennaio Coleman sarà a disposizione.
Houston Cougars
Il ritorno di Kelvin Sampson porta con sé un misto di entusiasmo e preoccupazione. Dopo i disastri a Indiana (dove commise ripetute violazioni al regolamento NCAA in materia di reclutamento) la voglia di rilancio per il coach è tanta. Dopo gli anni di assistente a Milwaukee e Houston, si ritrova con in mano un progetto a media scadenza. Quattro elementi del quintetto sono infatti dei junior, mentre il talento cittadino Knowles è un sophomore. L’ asse offensivo sarà composto dalla coppia Rose – Pollard (reduce da un anno di inattività dopo il trasferimento da Baylor) con Stiggers a colpire dal perimetro.
East Carolina Pirates
Il primo anno nella American potrebbe avere qualche difficoltà. È infatti partito il satanasso Richmond, il back court sarà composto da Robinson e Roberts – Campbell (11.9 punti nel 13/14). White sarà una pedina fondamentale, così come l’ altro lungo, Kanu Aja da Baltimora, e il transfer da Florida State Whisnant. Si prevedono comunque pochi arrembaggi, per i Pirates.
Central Florida Knights
Coach Donnie Jones è la figura di spicco. Assistente sotto Billy Donovan ai Gators negli anni del back – to – back, è quello che più di tutti ha mentalità ed esperienza vincente. Intanto ha già varato in sistema di gioco basato sugli uomini che ha disposizione, che prevede quattro esterni e un solo lungo, Blair. Sono partiti i primi tre per punti e minuti, e per questo sarà importante il lavoro di Wilson e Williams.
Tulane Green Wave
Sono rimasti i top scorer dell’ anno scorso (Dabney 15.2, Stark 14.5 e Hook 13.9), e questo per certi versi è un bene. Il problema è che dietro di loro c’è il vuoto o quasi. La buona notizia però è che i primi due hanno la possibilità di rimanere almeno ancora un anno.
South Florida Bulls
Le speranza sono aggrappate al play – guardia Corey Allen Jr, figlio di quel Corey Allen che calcò anche i campi italici, oltre a quelli, tra gli altri, di Bulgaria e Argentina. lo vedemmo in particolare a Fabriano e Varese. il pargolo la scorsa stagione ha prodotto 13.5 punti in 30.5 minuti, è un senior dotato ma non di primo piano. Di tutti, gli elementi più futuribili paiono i lunghi Co