La chiamavano Midmajor e poi, lo scorso anno, ha portato cinque squadre al Grande Ballo di Marzo.

Smart e Stevens (fonte thesportsquotient.com)

Smart e Stevens (fonte thesportsquotient.com)

Partiamo da due nomi: Brad Stevens e Shaka Smart. Sono due tra i giovani allenatori più promettenti della nazione. Smart (classe ’77) dal suo arrivo a Virginia Commonwealth University nel 2009 ha imposto la sua filosofia di gioco, quella “havoc defense” ovvero la pressione a tutto campo atta a generare palle perse per partire veloci in contropiede. A due anni dal suo arrivo è riuscito nell’impresa di accedere alle Final Four dove si è dovuto arrendere solo alla sua nemesi, quella faccia d’angelo che orchestrava i giochi per i Bulldogs di Butler. Già, proprio quello Stevens (classe ’76) che ora è chiamato a reimpostare la strada dei Celtics, dispersi dopo la diaspora degli ex Big 3. Rams e Bulldogs. I loro destini si sono incrociati più volte ma questo stupendo capitolo dovrà terminare con la nuova stagione alle porte.

Il piccolo college dell’Indiana ha beneficiato di una promozione, esattamente come il Coach che li portò a un tiro da metacampo dal titolo nazionale. Insieme alla Xavier University va a formare il nucleo della nuova Big East in cerca di certezze dopo la rivoluzione totale avvenuta nella offseason. Insieme a loro Charlotte, verso la Conference USA e persino Temple, lo storico programma di pallacanestro che si accasa nella American Athletic Conference. In entrata la sola George Mason che i più appassionati ricorderanno come una delle più belle Cinderella Story di questo millennio.

Le favorite:

Juvonte Reddic (fonte www.sportingnews.com)

Juvonte Reddic (fonte www.sportingnews.com)


In uno scenario dominato dall’incertezza il nome che può venire in mente è solo uno. VCU viene dall’ennesima bella annata, ha perso i Senior Daniels e Theus e punta tutto sulla crescita di Reddic. Il ragazzo è potente e si sa muovere bene sotto canestro e sarà la chiave per aprire il campo e innescare i tiratori da fuori. Se saprà prendersi le sue responsabilità avremo i soliti Rams da corsa, sempre fastidiosi se giocano a campo aperto. Hanno aggiunto il transfer da Florida State Terrance Shannon, i promettenti freshmen Lewis e Burgess e l’impressione è che abbiano tutti i pezzi per provare un’altra sortita ai piani alti.

Quando pensi ai Bilikens di Saint Louis pensi a Rick Majerus e a tutto quello che ha saputo portare umanamente e sul campo ai ragazzi che ha allenato. Ora Rick non c’è più ma l’impianto di gioco da lui impostato rende questa squadra una contender temibile. Ritornano tutto il quintetto base e vogliono vincere il titolo divisionale per il secondo anno consecutivo.

Chaz Williams in palleggio (fonte www.sportingnews.com)

Chaz Williams in palleggio (fonte www.sportingnews.com)

UMass rientra prepotentemente in scena dopo anni di oblio, guidata dal piccolo condottiero Chaz Williams (nella foto), un play che sfiora l’1.80 ma attacca il ferro con costanza, sa trovare i compagni e difende tenacemente nonostante i mismatch continui che si trova davanti. I Minutemen affronteranno tra le loro mura i rivali più quotati, hanno aggiunto un transfer che può fare una vera differenza in Derrick Gordon e hanno a disposizione multiple armi offensive come Putney, e il lungo Lalanne.

Garland, uno dei favoriti per il titolo di scorer (fonte www.all-around.net)

Garland, uno dei favoriti per il titolo di scorer (fonte www.all-aroun

Dopo essere arrivati alle Sweet Sixteen gli Explorers ripropongono lo stesso schema degli anni passati. Garland e Duren guidano una batteria di guardie che deve riuscire a prendersi i punti di Galloway, che ora sta cercando una fortuna NBA. Saranno divertentissimi da vedere ma contro squadre con tanti centimetri faticheranno e non poco a reggere sotto canestro. Servono più garanzie ma non è detto che La Salle sia automaticamente fuori dalla lotta per arrivare alla Big Dance.

Le (fastidiose) incognite:

Coach Miller (fonte collegechalktalk.com)

Coach Miller (fonte collegechalktalk.com)


Dietro queste quattro abbiamo una serie di squadre in grado di superare le aspettative e giocarsi un ruolo importante. Tra queste la più solida sembra essere Dayton. Coach Archie Miller ha posto le basi per una rinascita del programma. Sibert (da Ohio State) e Kavanaugh potranno finalmente esprimere il loro potenziale mentre Vee Sanford è chiamato a prendersi le redini della squadra. Se tutte le carte vengono giocate nella maniera giusta abbiamo una Dayton temibile, sopratutto in prospettiva futura.

Dopo un anno di grandi delusioni St.Joseph è chiamata al riscatto. Langston Galloway è ancora lì, insieme a Kanacevic e Roberts. Cercano la dinamica di squadra che finora ha faticato ad arrivare e attendono un passo falso delle avversarie per entrare in corsa.

Uno dei College più interessanti da osservare nelle Conference “minori” sarà Rhode Island. I Rams sono una bomba pronta ad innescare e se trovano il modo di inserire i quattro transfer potrebbero trovarsi ben presto in cima alle classifiche. Oltre a Xavier Munford che 17,4 di media è il giocatore con la media punti più alta a ritornare in tutta la Conference abbiamo un buon prospetto in Jordan Hare, ala completa con buoni attitudini difensive e nel freshman E.C Matthews forse il miglior recruit dell’annata.

La nuova arrivata, George Mason, si prepara ad una stagione senza particolari pretese. Nessuno conosce a fondo i suoi schemi e potrebbe approfittarne nell’immediato ma alla lunga la squadra di Paul Hewitt si assesterà sui livelli consoni al talento non eccessivo che ha a disposizione.

Creek con la maglia di Indiana (fonte www.idsnews.com)

Creek con la maglia di Indiana (fonte www.idsnews.com)

Molto interessante la situazione di George Washington che ai nastri di partenza si presenta come la scheggia impazzita nella parte media del prerank iniziale. Tutto o quasi è nelle mani di Maurice Creek, transfer da Indiana. Se saprà adattarsi a convivere con la star della squadra Armwood e se il demone degli infortuni si terrà lontano almeno per questa stagione abbiamo dei Colonials in grado di spingersi fino al quarto, quinto posto. In caso contrario, sprofonderanno nella parti basse della Conference.

A chiudere questa sezione abbiamo Richmond, che si affida al suo trio Lindsay, Williams, Anthony per risollevare le sue ambizioni. Da un paio di anni gli Spiders non ottengono buoni risultati. Nel 2013\2014 cercano le 20 vittorie e sperano che nessuno emerga con forza dal gruppone delle incognite.

The bottom three:

St.Bonaventure, Duquesne e Fordham con ogni probabilità bazzicheranno ancora il limbo dell’ignavia, rischiando di fare una stagione anonima se non pessima. I Bonnies, sulla carta la migliore squadra lo scorso anno, hanno perso più della metà del loro potere di fuoco. Sono tre programmi in ricostruzione i cui frutti arriveranno ma non di certo con rapidità.