Permane un’aurea di marcata imprevidibilità attorno alla Big 12. La nuova stagione di college basketball nella Conference si apre è vero, sotto il segno dei Kansas Jayhawks, ma da un’analisi complessiva delle squadre non emerge nessuna favorita che stacchi nettamente le altre. In più, alcune formazioni non sono per niente intelligibili.

Stagione cruciale per Jeff Whitey

La squadra di coach Bill Self dicevamo, appare come la più accreditabile per la vittoria della Conference, in virtù in primis, della forza del proprio programma cestistico e dell’altissima continuità di rendimento negli ultimi. A questo sostrato, dopo la partenza di Thomas Robinson e di Tyshawn Taylor, vanno aggiunti due giocatori attesi da una stagione ai massimi livelli come Jeff Whitey e Elijah Johnson. Il primo rappresenterà probabilmente il cardine della pallacanestro della squadra. Il secondo dovrà elevarsi a leader.

Dietro a questi due, Travis Releford, rappresenta un ottimo giocatore di complemento e viene spesso sottovalutato come difensore, Naadir Tharpe, chiamato ad una stagione da protagonista, e Justin Wesley. Tra parentesi quest’ultimo è il protagonista di “the Jayhawkers”, un film sulla Kansas degli anni 50 dove recita nei panni niente meno di Wilt Chamberlain che in molti definiscono come da non perdere.

Tra i volti nuovi della squadra, Ben McLemore è una fantastica guardia trasferitasi a Kansas la scorsa stagione e additata da coach Self come grande talento. Noi a questo lotto aggiungiamo il nome di Jamari Traylor, per alcuni il nuovo Thomas Robinson. Questa è la cornice tecnica all’interno della quale dipingeranno le mani sapienti di coach Self e del suo staff, abili come pochi a rendere produttivo il proprio lavoro in palestra.

Tra le altre squadre della Conference, Baylor rappresenta ancora una volta, la più papabile antagonista di Kansas. Coach Drew ha ancora a disposizione per talento, uno dei primissimi roster del lotto, e in Pierre Jackson, Brady Heslip e AJ Walton, tre giocatori presenti nella squadra della scorsa stagione. Jackson rappresenta il giocatore che dovrà trascinare i compagni e Walton quello con margine di miglioramento più ampio. A questi, in un roster che si dovrebbe confermare come profondo, sono stati aggiunti Isaiah Austin, Ricardo Gathers e Chad Rykhoek. Il primo in particolare è il più talentuoso dei tre ed è accompagnato da una valanga di aspettative. E’ fin da ora, materiale tecnico-umano da primo giro del prossimo Draft NBA.

Nel mezzo di questo gruppo, troverà certamente minuti quella molla umana rispondente al nome di Deuce Bello, capacissimo di schiacciate indimenticabili, ma chiamato ad incrementare in modo vertiginoso, produzione offensiva e continuità di rendimento. A Baylor negli ultimi anni è mancata la continuità di rendimento di Kansas per ottenere ben altri risultati. Il gruppo comunque ha ampiamente le potenzialità per competere fino all’ultima partita della Conference.

Subito dopo Kansas e Baylor, poniamo le due squadre incognite della Big 12. La prima, West Virgina, è assolutamente da scoprire. La squadra di coach Bob Huggins ha nel duo Aaric Murray e Deniz Kilicli il proprio fulcro tecnico. Il primo, ala forte junior di 6’10”, è il giocatore più atteso del lotto e dotato di talento abbondantemente sopra la media. Arriva da La Salle. Sotto i tabelloni sarà supportato dal centrone Kilicli e i due garantiscono ai Mountaineers un frontcourt d’impatto e tra i più talentuosi dell’intera nazione.

Tra le guardie citiamo Jabarie Hinds, Garry Browne e Juwan Staten, quest’ultimo trasferitosi da Dayton; con i primi due, chiavi di un backcourt d’esperienza ma non eccelsi dal perimetro. Per questo motivo molte delle speranze di coach Bob Huggins si appuntano sul petto di Matt Humphey, giocatore trasferitosi da Boston College, che rappresenta una reale minaccia per gli avversari dalla linea da tre punti. La panchina di West Virgina è profonda e cosi i Mountaineers sono assolutamente da seguire con interesse.

Stagione delicatissima per coach Weber a Kansas State

L’altra incognita della Conference sono i Kansas State Wildcats. In primis, per la partenza di coach Frank Martin e l’arrivo di coach Bruce Weber da Illinois. Quest’ultimo ridisegnerà la squadra sotto ogni profilo tecnico, rendendo proprio il suo lavoro cosi criticato a Illinois, l’ago della bilancia nella stagione dei Wildcats. In un gruppo profondo e con un buon tasso di talento, emergono Rodney McGruder, il miglior scorer del lotto; Will Splading, miglior giocatore dal perimetro.

Jordan Henriquez e Thomas Gipson, probabilmente non hanno il talento dei giocatori citati in precedenza, ma possono diventare anche più importanti, combinandosi come buon pacchetto di lunghi intimidatori, ma condizionati da una certa tendenza ai falli, specie il primo. Complessivamente i Wildcats si configurano ancora come una squadra ancora di talento e pericolosa in questa Conference, sempre che, lo ribadiamo, lo staff tecnico riesca a rendere produttivo il talento a propria disposizione. Il confine per loro tra una buona stagione e una stagione deludente, appare al momento, labile.