Will Cummings ( Joe Robbins/Getty Images)

Will Cummings ( Joe Robbins/Getty Images)

Se si guarda la classifica della American Conference alla prima settimana di gennaio, il primo pensiero che viene è che rispetto alle previsioni i giochi si siano nettamente ribaltati. Le due capolista inattese al momento sono Temple e Cincinnati, mentre i campioni NCAA in carica di Connecticut vanno a corrente alternata. Tulsa e SMU mantengono le buone promesse della vigilia, mentre chi per ora sta davvero viaggiando oltre più rosea aspettativa è Tulane. Ovviamente è prematuro trarre conclusioni ora, ma comunque per il momento chi è in forma ha già messo fieno in cascina per il futuro. Sognando magari di fare un campionato importante…

Temple Owls 3-0 (12 – 4)
Ora come ora gli Owls guardano tutti dall’alto, nella Conference, e già questa di per sé un’eccellente notizia. È lontano il 2001, quando la squadra raggiunse le Elite Eight e perse contro l’allora numero 2 Duke. Da lì il massimo è sempre stato il terzo turno, ma per sperare di andare oltre quest’anno è necessario che Cummings e DeCosey continuino a rendere come stanno facendo finora. La coppia di esterni è il cuore pulsante dell’attacco di Temple, insieme all’altro piccolo Morgan. Insieme a Bond, che garantisce più o meno 8 punti a partita (con lo stesso numero di rimbalzi) sognare non è un reato.

Cincinnati Bearcats 2 – 0 (11 – 3)
Il rendimento di Cincinnati al momento è stato praticamente impeccabile, con solo qualche prestazione discontinua tra fine novembre e metà dicembre. Il junior Ellis e il sophomore Caupain sono i leader offensivi di una formazione che non segna molto (entrambi attorno ai 9 punti) ma altrettanto poco concede nella propria metà campo. Lo scontro di sabato 10 gennaio con Connecticut sarà determinante per saggiarne la mentalità e, insieme, le ambizioni.

Tulsa Golden Hurricanes 2 – 0 (9 – 5)
Shaquille Harrison sopra tutti. Segna, prende rimbalzi, distribuisce stoppate e assist e… fa qualche palla persa. Si può sorvolare, considerando che è il miglior elemento a disposizione di Frank Haith e che malgrado tutto gli altri non fatturano quanto lui nel complesso (i lunghi hanno ovviamente più rimbalzi, ma solo Swennegan più stoppate). Gli Hurricanes restano un avversario velenoso per chiunque.

SMU Mustangs 2 – 1 (11 – 4)
Pare che il vecchio Larry Brown ci stia riuscendo anche stavolta. Come già in passato, tra pro e universitari, il lavoro programmato sta pagando. Dal 26 novembre sono arrivate nove successi e un solo ko, peraltro contro l’ottima Cincinanti. La coppia Nic Moore – Moreira è una delle più micidiali della conference, e se si aggiungono l’altro Moore, Ben, e Frazier allora è ovvio che nessuno può dormire sonni tranquilli. La Mad March non vede tra le sue fila i Mustangs dal ’93, che possa essere l’anno buono?

Tulane Green Wave 2 – 1 (11 – 4)
Cosa dire di Tulane, se non cose positive? Una squadra che veniva accreditata da tutti come di fondo classifica sta sorprendendo grazie alle proprie abilità camaleontiche, che permettono a Stark e compagni ora di segnare con continuità, ora di preferire un approccio più conservativo. Il prodotto di Munford (Tennessee) è con Dabney e Hook l’ago della bilancia. Che in questo mometo pende a favore di Tulane.

Connecticut Huskies 1 – 1 (8 – 5)
I campioni in carica come Penelope, fanno e disfano, alternando periodi positivi (la vittoria 78 – 68 contro West Virginia) ad altri più neri (simboleggiati dalla sconfitta contro Yale 45 – 44). Finora Calhoun e Samuel sotto le aspettative, ampiamente rispettate invece da Abrimah e Boaright. Ma come diceva quel tale, non bisogna sottostimare il cuore dei campioni…

Memphis Tigers 1 -2 (8 – 6)
Come un diesel, i Tigers hanno faticato a partire. Quattro sconfitte nelle prime sette giornate hanno fatto suonare il campanello d’allarme, poi fino al 3 gennaio sono arrivate solo vittorie. Poi adesso le due battute d’arresto contro SMU e Tulane, quest’ultima tra l’altro in casa. Le occasioni per rifarsi ci saranno, ma bisogna che Powell e King aumentino il loro rendimento. Se no la situazione rischia di complicarsi ulteriormente, e venirne fuori potrebbe essere impossibile.

UCF Knights 1 -2 (8 – 6)
A differenza di quanto previsto, gli uomini in più dei Knights non sono Wilson e Williams, ma si stanno rivelando Taylor ed Henriquez. La guardia di Orlando in particolare è prima nei punti e nelle stoppate, non perde troppi palloni e si preoccupa anche di fornire assist. Il record complessivo è in linea con i pronostici.

South Florida Bulls 1 – 2 (7 – 9)
Zitti zitti i Bulls hanno messo in piedi una mini impresa. Erano partiti bene con un record di 5 – 1, poi si stanno rientrando nei ranghi a causa dell’inadeguatezza del loro roster. Però intanto il bilancio si può considerare buono, e come previsto Corey Allen Jr. è l’uomo migliore.

Houston Cougars 0 – 3 (7 – 7)
C’è da ammetterlo, Houston qui non se la aspettava nessuno. Il trio Rose – Pollard – Stiggers (con quest’ultimo top scorer) sta dando quello che ci aspettava, il problema è che dietro a loro ci sono l’idolo di casa Knowles e poco altro. Urge rimedio per non buttare una stagione alle ortiche.

East Carolina Pirates 0 – 3 ( 7 – 9)
I Pirates navigano a vista. La differenza tra i primi tre (White, Tyson e Whisnant) e il resto della squadra è francamente abissale. A parte la vittoria contro Fresno State, non si segnalano fuochi d’artificio.