(collegebasketballtalk.com)

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Jahlil Okafor

Posizione NBA: C

Altezza: 211 cm

Peso: 122 kg

Hometown: Chicago

High School: Whitney Young

College: Duke

Secondo grandissimo talento nativo di Chicago giunto a Duke in altrettante stagioni, Jahlil Okafor, a differenza dell’altro chicagoano Jabari Parker, ha terminato la sua esperienza collegiale nel migliore dei modi, ovvero catturando quel titolo NCAA che Parker non aveva nemmeno sfiorato. Risulta allora ancor più giustificata la scelta del talentuoso centro dei Blue Devils di lasciare il college dopo un solo anno per approdare in NBA: conclusa la stagione con, oltre al titolo NCAA, il premio di giocatore dell’anno della ACC e medie di 17 punti, 66% dal campo e quasi 9 rimbalzi a partita, il giovane Jahlil si presenta indubbiamente come uno dei nomi intorno al quale ruoterà maggiormente l’ormai prossimo Draft.

Punti di forza: Quello che ha sempre colpito di Okafor sin dai suoi giorni alla High School è certamente in primis la sua grande perizia tecnica, ancor più impressionante se pensiamo di essere davanti ad un ragazzo che compierà vent’anni solamente il prossimo 15 dicembre. Eccellente nel giocare spalle a canestro, dove muove perfettamente piedi e corpo ed è in grado di trovare sempre l’angolazione giusta affinché la palla finisca col regalare due punti alla propria squadra – il suo 80% nei pressi del ferro parla chiaro- Okafor è anche dotato di un’ottima visione di gioco che dal post gli permette spesso di servire gli esterni e i compagni sul perimetro, aiutato da mani enormi che gli concedono un trattamento di palla da pallanuotista. Nonostante la stazza possa suggerire diversamente Okafor è anche ottimo in situazioni di contropiede, dove si muove con innata grazia e fluidità. Tornando al gioco in post di certo non si può che rimanere abbacinati dalla profondità del repertorio offensivo del ragazzo, che ha già portato ha pesanti (ma non ingiustificati) paragoni con un mostro sacro come Tim Duncan: l’uso del piede perno, il feeling con il tabellone, la capacità e la velocità nel muoversi in piccoli spazi e l’intelligenza cestistica sono assolutamente impressionanti e lo rendono sulla carta probabilmente il lungo offensivamente migliore degli ultimi anni. Fisicamente parliamo di un giocatore fatto e finito per essere un centro NBA, dotato di centimetri, stazza e forza fisica necessari per fare a “sportellate” nelle aree della lega professionistica: proprio queste sue doti naturali unite alla sua buona intensità complessiva lasciano ben sperare in futuro per quel che riguarda l’aspetto difensivo, dove è ancora un po’ carente, ma presenta ottime potenzialità. Eccellente rimbalzista offensivo, area nella quale usa alla perfezione la sua velocità, la sua forza e i suoi centimetri catturando 3.5 rimbalzi offensivi a partita, 4.6 se proiettato sui 40 minuti.

Punti deboli: Potremmo iniziare da una non strabordante esplosività che lo limita come stoppatore e rimbalzista in traffico, lasciando qualche dubbio anche sulla sua futura efficacia offensiva contro i lunghi NBA, dove tuttavia proprio un giocatore come il già citato Duncan ci insegna che saltare un metro e mezzo da terra non è per forza una prerogativa necessaria per essere delle leggende del parquet, figuriamoci degli ottimi giocatori. Come già accennato la difesa necessita di maggiore intensità, così come di un migliore uso dei piedi sul perimetro e di un maggiore sfruttamento della propria forza fisica in post, qualità che il giocatore ci pare debba però solamente trovare in sé stesso e certamente non utopiche dato che i mezzi naturali non mancano, tuttavia al momento ci troviamo di fronte ad un giocatore difensivamente insufficiente specialmente se proiettato su dei lunghi mobili come quelli che abbondano in NBA, escludendo almeno all’inizio un suo impiego difensivo da 4. Deficitario a rimbalzo difensivo dove è troppo spesso passivo e non è ancora a suo agio nel tagliafuori e nell’usare il proprio fisico per imporsi contro i propri diretti avversari. Da migliorare il tiro che, all’infuori del pitturato, è ancora piuttosto insicuro e molto poco utilizzato dal ragazzo, che dovrà anche migliorare assolutamente dalla linea dei tiri liberi, dove, col 51% di media, si presenta già come futura vittima di numerosi Hack-a-Jahlil.

Previsione di chiamata: Considerato per lunghi tratti della stagione come la futura prima scelta assoluta di questo Draft, Okafor sembra ormai essere stato “sorpassato” da Towns e viene quasi univocamente proiettato alla seconda scelta assoluta, che lo vedrebbe approdare ai Lakers. Scelta che probabilmente renderebbe felici entrambe le parti, con Okafor che potrebbe formare una bella coppia di lunghi del futuro con un ritrovato Randle, specialmente qualora quest’ultimo -scongiurando ulteriori infortuni- riuscisse definitivamente a rendersi un pericolo con il suo jump-shot allargando un po’ il campo, situazione che sarebbe ideale per Okafor, che in ogni caso sarà uno dei nomi che andranno tenuti maggiormente d’occhio nella prossima stagione.