Final FourTutto pronto per la portata principale (e purtroppo conclusiva) di questa stagione di basket collegiale: le Final Four di quest’anno avranno inizio con le due semifinali di domani e si concluderanno lunedì con la finale. A lottare per l’agognato titolo saranno #1 Florida, #2 Wisconsin, #7 Connecticut e #8 Kentucky, conferme e sorprese di un torneo come al solito spettacolare e ricco di spunti. “Conosci il nemico, conosci te stesso, mai sarà in dubbio il risultato di 100 battaglie” scriveva Sun Tzu ne “L’arte della guerra”: ai suoi tempi evidentemente non esistevano il basket e gli scouting report, ma da semplici spettatori possiamo non preoccuparci esageratamente del risultato delle battaglie e limitarci a conoscere meglio i combattenti in questione e prevedere, con ragionevole dubbio, l’andamento delle partite.

Florida v Connecticut

Florida e UConn hanno già avuto il piacere di conoscersi ed è finita così

La prima sfida a cui assisteremo sarà quella tra #1 Florida e #7 Connecticut: tutti già sapete come queste due squadre si siano sfidate ad inizio dicembre con vittoria allo scadere degli Huskies grazie ad un buzzer beater di Napier, ma cosa ci ha insegnato quella gara e quante cose sono cambiate da allora? Cambiare è cambiato tanto: per iniziare la partita sarà su campo neutro e non a casa di UConn e i Gators avranno Wilbekin (assente per infortunio negli ultimi 3 minuti della prima gara), Kasey Hill e Chris Walker. Se alla sfida di dicembre era UConn ad arrivare imbattuta e favorita ora sono i Gators ad essere la squadra nettamente favorita e sull’onda di 30 vittorie consecutive. Guardando anche a quel primo incontro però possiamo trovare alcuni spunti interessanti: per UConn un dato che salta subito all’occhio in quella partita, ma che è stato decisivo anche nella sfida delle Elite Eight contro Michigan State, è quello relativo alle palle perse degli avversari, 16 in entrambe le partite. Come visto proprio nella partita con gli Spartans gli Huskies contro difese a metà campo di valore come quella di MSU o di Florida devono rubare palloni per crearsi dei punti in transizione o occasioni per andare ai liberi (dove colpiscono con il 77%, ma vanno raramente, 231esimi nella nazione), perchè sebbene giochino a ritmi bassi e abbiano giocatori di valore come Napier e Daniels e un eccellente allenatore in Ollie, il loro attacco a metà campo è troppo spesso farraginoso e poco efficace (199esimi per rapporto assist/canestri realizzati e oltre l’80esimo per Effective FG%) e non è facile pensare che la situazione possa migliorare drasticamente contro UF. Un altro aspetto della partita di sabato riguarderà ovviamente le percenutali al tiro, specialmente dalla lunga distanza: UConn è migliorata al tiro anche grazie all’esplosione di Daniels (passato dal 30 al 43% da tre) e ha sfruttato appieno questo aspetto del gioco nella partita di dicembre tirando 11-24 dalla lunga distanza. La difesa sul tiro da tre viene spesso considerata un punto “debole” della difesa di Florida (88esima per percentuali concesse), ma non dimentichiamoci che i Gators hanno costretto l’ottimo attacco di UCLA ad una prestazione da 3-19, con praticamente tutte le triple arrivate nei primi minuti ed in transizione, con Florida che si era resa autrice di troppe palle perse. Dall’altra parte i Gators non sono una squadra impressionante al tiro da 3 (36%, oltre l’80esimo posto), ma hanno un arma particolarmente pericolosa in Michael Frazier (45% da oltre l’arco): UConn dovrà difendere ottimamente sui pick-and-roll che lo vedranno coinvolto, gli Huskies non possono permettersi una Florida letale anche sul lato offensivo.

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Le lacrime di gioia di Patric Young dopo la vittoria delle Elite Eight con Dayton

La vittoria più impressionante di UConn è stata senza ombra di dubbio quella con Michigan State e gli Huskies arriveranno sull’onda di quell’impresa, ma è realistico aspettarsi qualcosa del genere contro Florida? Se la vittoria non è impossibile (nulla lo è a marzo) appare quantomeno inverosimile pensare che i Gators possano far dettare a UConn le regole della partita, senza sfruttare i propri centimetri sottocanestro, non fosse altro per la diversa natura di giocatori come Payne e Young: il primo ha fin dalle prime battute iniziato ad accontentarsi del jumper dalla lunga distanza come il resto della squadra, difficile che il cesellato centro dei Gators non riesca a prendere posizione sotto le plance (dato che è anche la sua unica dimensione offensiva), rendendo così difficile la vita al leggero frontcourt degli Huskies, come già aveva fatto nella prima sfida. In molti parlano dell’ 1 vs 1 tra Wilbekin e Napier: entrambi stanno giocando ottimamente (eufemismo) e Napier sta facendo una perfetta interpretazione di Kemba Walker in questo torneo, ma se sulla prova corale dei Gators ci sono pochi dubbi, UConn per vincere avrà bisogno che qualcuno salga di colpi insieme a Shabazz, con Daniels e Boatright che sono stati consistenti in questo torneo e dovranno continuare a svolgere un ruolo di valore per dare delle speranze agli Huskies, ma nessuna squadra è meglio attrezzata di Florida per marcare guardie lunghe e atletiche come quelle a disposizione di Ollie. UConn è una buona squadra difensiva (secondi in questa Final Four per adjusted defense) che può forzare diversi turnover ad un attacco non sempre “sul pezzo” come quello di Florida ed ha ovviamente un grandissimo potenziale offensivo con Napier e Daniels a guidare il gruppo, ma può superare dei Gators in striscia vincente da 30 partite, con centimetri, profondi, con la miglior difesa della nazione e tutti i giocatori in forma e rodati da tante partite? Sulla carta è improbabile, ma lo era anche la loro vittoria contro Michigan State.

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L’incredibile tiro del miglioratissimo Aaron Harrison che ha dato a UK il posto alle Final Four

La seconda e probabilmente più affascinante delle semifinali sarà quella che vedrà contrapposte #2 Wisconsin e #8 Kentucky: se nella sfida tra Florida e UConn la differenza di seed evidenzia una distanza effettivamente presente “sulla carta” (anche se forse non così ampia), la differenza presente tra Wisconsin e QUESTA Kentucky non è certo evidente come farebbero immaginare i seed stessi. La sfida tra le due squadre è innanzitutto (a livello di fascino) la sfida tra due coach e due mentalità: da una parte Bo Ryan, preservatore del basket di sistema, della collettiva Swing Offense e basato sul Q.I. cestistico prima che sul talento e l’atletismo e dall’altra John Calipari discusso capofila del basket collegiale degli one and done, della più individuale dribble drive motion offense e basato in primis sul talento e la superiorità fisico-atletica dei proprio giocatori. Difficile essere indifferenti davanti a due mentalità così contrapposte e non simpatizzare per uno dei due a scelta. Kentucky è arrivata alle Final Four giocando in maniera pressochè opposta rispetto a gran parte della propria regular season, scendendo in campo con voglia, lottando su ogni pallone con un motore instancabile, dominando a rimbalzo e con i fratelli Harrison in grande spolvero ed in particolare Aaron in versione Mr. Clutch (chiediamo scusa a Jerry West). Kentucky cattura il 42% dei rimbalzi offensivi disponibili (addirittura un irreale 17 su 27 contro Michigan), aspetto in cui sono eccelsi durante la stagione e che si è rivelato decisivo nella corsa alle Final Four. Wisconsin però a differenza dell’ultima avversaria di UK, Michigan, è 12esima nella nazione per rimbalzi difensivi catturati e quindi, sebbene non atletica e fisica come Kentucky, non è una squadra con la quale dare per scontato il dominio a rimbalzo dei Wildcats ed è probabile aspettarsi un quintetto alto con Dekker, Haynes e Kaminsky. Un altro aspetto interessante è quello relativo ai tiri liberi: UK va moltissimo in lunetta con risultati altalenanti (68%, ma anche un 22 su 27 contro Louisville), mentre i Badgers sono la terza squadra della nazione per minor numero di viaggi in lunetta concessi agli avversari e sono ottimi nel negare la via del canestro. La squadra con la media di liberi tentati più alta affrontata da Wisconsin è stata Iowa che ne tirò 25 nel loro primo incontro, ma fu tenuta a 9 nella seconda gara. I Badgers in alcuni momenti della partita potrebbero trovarsi a dover valutare quale sia l’opzione migliore contro Kentucky, se evitare i falli, ma rischiare così più tiri “facili” dei Wildcats, o se invece mandare in lunetta una squadra con percentuali dubbie. Senza contare l’incognita del metro di giudizio adottato dagli arbitri.

Il killer silenzioso Kaminsky taglia la retina dopo la vittoria su Arizona

Il killer silenzioso Kaminsky taglia la retina dopo la vittoria su Arizona

Julius Randle è una macchina da rimbalzi difficilmente contenibile e sa decisamente come concludere in pitturato, ma l’arma più pericolosa della partita è probabilmente nelle mani di Wisconsin ed ha il volto un po’ assonnato di Frank Kaminsky: versione 2.0 dei lunghi con buoni piedi e buone mani di Ryan, presenta un accoppiamento a dir poco insidioso per chiunque, con la sua capacità di colpire col tiro da fuori, ma al contempo penetrare in area e concludere nei pressi del ferro dall’alto dei suoi due metri e dieci. Difficile immaginare Dakari Johnson e Julius Randle a inseguirlo sulla linea dei tre punti o Poythress a dargli fastidio in pitturato: la presenza di Cauley-Stein, che sarebbe l’unico a poter provare a fare entrambe le cose, farebbe comodo, ma è improbabile per il suo infortunio alla caviglia, con Kentucky che dovrà forse puntare nuovamente sulla rivelazione delle Elite Eight Marcus Lee o giocare più minuti a zona. I ragazzi di Calipari rispetto alla stagione regolare fanno un migliore uso della rotazione di palla e come detto hanno trovato dei fratelli Harrison che non sembrano più quelli delle decisioni a dir poco dubbie del resto dell’anno, permettendo a UK di colpire con continuità nei finali di partita e di tirare con percentuali più alte da tre (45% per i fratellini e Young in questo torneo), con Kentucky che si presenta quindi come una squadra decisamente cosciente dei propri mezzi e ovviamente dotata di talento indubbio sin dalla pre-season, ma il solo talento non basta e i Wildcats paiono averlo capito al momento giusto. Wisconsin dalla sua per vincere le ultime due gare ha rispolverato la natura difensiva delle squadre precedenti di Ryan ed ha limitato Gordon ad un misero 2-9 in pitturato nella Elite Eight contro Arizona dopo aver annichilito Baylor nella gara precedente. Chi vincerà? Difficile dirlo. Verosimilmente, dato che ci aspettiamo una partita equilibrata e “tosta”, la squadra che lotterà maggiormente sulle palle 50-50 e che vincerà la battaglia a rimbalzo (o quantomeno, nel caso di Wisconsin, non farà dominare gli avversari). Come “quadratura” e accoppiamenti (Kaminsky in primis) Wisconsin è probabilmente la squadra più difficile per Kentucky in questa incredibile corsa, ma, per come stanno giocando e i loro vantaggi fisici e atletici, i Wildcats sembrano, nonostante i seed, leggermente favoriti.

Programmazione delle semifinali:

Sabato 5 aprile a mezzanotte Florida-UConn e a seguire (intorno alle tre della notte tra sabato e domenica) Wisconsin-Kentucky.