Dal nostro corrispondente

VALPARAISO, IN – Giunti ormai alle porte di un’altra stagione di pallacanestro collegiale, la Horizon League si prepara ad entrare nell’era post-Butler. È stato proprio l’addio dei Bulldogs — emigrati verso l’Atlantic 10 — a tenere banco nelle discussioni estive, cosa piuttosto comprensibile visto il loro ruolo di (ormai ex) portabandiera della conference.

L’ala australiana Ryan Broekhoff, leader di Valpo (Foto NWI Times)

In principio, Butler avrebbe dovuto essere ancora parte della Horizon in questa stagione, per poi passare all’A-10 a cominciare dal 2013/14. A fronte dei perfidi paletti (sotto forma di esclusione a priori dal torneo di conference) imposti da una Horizon League palesemente risentita, i Bulldogs hanno però preferito alzare immediatamente i tacchi, e trasferirsi già da subito nell’A-10.

Butler, dunque, non c’è più, e questo è forse stato il motivo che ha spinto i vertici dirigenziali della Horizon ad organizzare per la prima volta un media day ufficiale, ovvero un’intera giornata in cui introdurre solennemente la nuova stagione, esibendo a stampa e mondo intero le proprie formazioni.

Di giornalisti e addetti stampa, a dire il vero, non ce n’erano poi molti, qualche settimana orsono all’InterContinental Hotel di Rosemont, sobborgo nord-occidentale di Chicago. Una scelta, quella di snobbare Indianapolis — cuore storico della conference, sede degli headquarters della NCAA, e ovviamente casa di Butler — che a molti è sembrata come un’esplicita mossa atta a dimostrare che si è pronti a voltare pagina, e a puntare dritti e orgogliosi verso il futuro, nonostante la perdita di un ateneo dotato di indubbio prestigio e visibilità nazionale come Butler.

Passando a discorsi prettamente cestistici, tale evento ha fondamentalmente ufficializzato quelle che erano le sensazioni autunnali della stragrande maggioranza di tifosi e addetti ai lavori. Ovvero, che Valparaiso si presenta ai nastri di partenza come favorita numero uno alla vittoria della conference — basti pensare che 40 dei 44 voti da assegnare alla miglior squadra dell’anno sono andati proprio a Valpo.

Sul fatto che i Crusaders siano da considerare come i grandi favoriti di stagione, ci sono ben pochi dubbi, dopo il loro già entusiasmante cammino dello scorso anno. Il quintetto di Valpo, infatti, rimarrà intatto, con le due stelle straniere Ryan Broekhoff e Kevin Van Wijk (entrambi inseriti nel primo quintetto ideale pre-stagionale) supportati dagli altri senior Erik Buggs, Will Bogan e Ben Boggs (senza dimenticare un sesto uomo di lusso come Matt Kenney).

Qualcosa, per non dire molto, si è comunque mosso alle loro spalle, visti i ben cinque nuovi innesti che la nuova stagione porta con sé. Stiamo parlando dei due lunghi Vashil Fernandez e Bobby Capobianco, reduci da un’annata passata forzatamente in borghese per ragioni burocratiche, e dei transfer Jordan Coleman (Hawaii), Alex Rossi (California) e Lavonte Dority (South Florida), con quest’ultimo che sarà eleggibile da dicembre.

Le qualità tecniche e caratteriali che contraddistinguono i cinque giocatori appena elencati — da sommare all’accresciuta esperienza in panchina di Bryce Drew, al secondo anno come capo allenatore — non potranno che rafforzare una squadra che sul finire della scorsa stagione si è rivelata psicologicamente (e fisicamente) troppo fragile, di fronte alla sfrontata brigata di Detroit.

La coppia Ray Jr.-Ray Sr. McCallum, ancora alla guida di Detroit (Foto Todd McInturf/The Detroit News)

Detroit, ecco. Nel ristrettissimo discorso relativo alle favorite alla vittoria finale di lega si devono inserire anche i Titans, che dopo la vittoria dell’Horizon League Championship sono stati subito eliminati da Kansas nel Torneo con la “T” maiuscola.

Il leader Ray McCallum Jr. è ancora in cattedra, sempre alle direttive di papà Ray Sr., e già questo dovrebbe bastare a mantenere la squadra agli altissimi piani della conference. Nonostante la perdita di due assi portanti come Chase Simon e LaMarcus Lowe, i Titans rimangono formazione molto talentuosa ed atleticamente di prim’ordine (attenzione ai prodigiosi balzi di Doug Anderson, vera e propria macchina da highlights), che rappresenterà ancora una volta un durissimo ostacolo per gli uomini di coach Drew.

Dietro la coppia Valpo-Detroit troviamo Green Bay, proiettata in prestagione come terza forza della lega, e che ha nel lungo Alec Brown — inserito nel quintetto ideale d’inizio stagione — il giocatore più rappresentativo. Brown e il compagno di reparto Brennan Cougill vanno a formare un ottimo frontcourt per i Phoenix, che dopo il positivo finale della scorsa stagione sembrano pronti ad una solida annata.

Scendono di molto invece le pretese di Cleveland State. I Vikings hanno perso troppi pezzi importanti per poter ancora ambire a posizioni d’alta classifica, dopo i relativi fasti delle ultime annate. Infine, a fare da cuscinetto tra le (teoriche) prime della classe e i probabili fanalini di coda Loyola, University of Illinois-Chicago (UIC) e Wright State, ci sono—oltre alla già citata Cleveland State—Milwaukee e Youngstown State.

Kendrick Perry, bombardiere di Youngstown State (Foto YSU Sports)

Quantomeno in partenza, Milwaukee soffrirà la dipartita della point guard Kaylon Williams, anche se c’è fiducia sul transfer Jordan Aaron (Olney Central College), suo designato successore. I Penguins di Youngstown State, invece, punteranno ancora (quasi) tutto sul bombardiere Kendrick Perry, marcatore numero uno di conference lo scorso anno grazie ai suoi 16.8 punti di media a partita, e dal quale dipenderanno gran parte delle fortune stagionali dei bianco-rosso-neri.

Nel frattempo, già si sono cominciati a scaldare i motori, con la prima tornata di exhibition games dello scorso weekend. Gli esordi casalinghi delle due regine Valparaiso e Detroit si sono svolti senza tante sorprese, con entrambe le squadre che hanno fatto registrare facili vittorie, rispettivamente su St. Joseph’s (Ind.) e Ryerson.

Insomma, Butler o non-Butler, di carne al fuoco ne è rimasta sul braciere della Horizon League. Di certo, in quest’angolo nord-occidentale di Indiana non è passata inosservata la dipartita dei cugini di Indianapolis, vista la rivalità crescente che si stava alimentando tra i due programmi cestistici.

La gente locale ironizza sul fatto che i Bulldogs abbiano deciso di tagliare la corda proprio nel momento in cui il loro peso specifico all’interno della conference si stava notevolmente riducendo (ricordiamo il loro quinto posto dello scorso anno). Un calo di rendimento e prestigio che aveva agevolato proprio la grande ascesa di Valpo, uscita tra l’altro vincitrice dagli ultimi quattro scontri diretti, compresa la semifinale dello scorso championship.

Grandi aspettative all’ARC di Valparaiso, campo amico dei Crusaders (Foto Rick Welton)

Ecco quindi che dopo le roventi sfide contro Detroit dello scorso anno, e la cocente delusione per la sconfitta subita sul campo amico nella finale dell’ultimo torneo di conference (condita da qualche atteggiamento non proprio sportivo da parte di McCallum & C. sul finale di partita), sono proprio i Titans a vestire i panni dell’avversario numero uno di Valparaiso.

Non è un caso che per molti appassionati del luogo già sia cominciato il conto alla rovescia in vista del 16 febbraio prossimo, data che coincide con il primo re-match casalingo dopo l’incontro dello scorso marzo. Il folkloristico concorso tra studenti locali che premierà la maglietta dal design più originale da dedicare sarcasticamente ai rivali di Detroit — e da esibire in occasione della sfida tra le due squadre — è già partito, e non può che essere una sorta di ufficializzazione della rivalità nascente tra le due squadre.

Per un incontro che non dovrebbe essere l’ultimo della stagione tra le due formazioni, e nemmeno il più importante. Perché l’unica, vera rivincita per Valpo potrebbe consumarsi solamente sullo stesso palcoscenico della scorsa stagione, quando in palio ci sarà di nuovo l’accesso al torneo NCAA. Staremo a vedere.