Air Force non è solo Mike Lyons. Occhio anche a Fitzgerald

Air Force non è solo Mike Lyons. Occhio anche a Fitzgerald

Settimana di rivalità in NCAA, e anche la

non è da meno, offrendo diverse partite degne di interesse, e come al solito non sono mancate le sorprese, anche se corredate da uno spettacolo relativo a causa di punteggi piuttosto bassi come è ormai d’abitudine in questa stagione.

Cominciamo il nostro viaggio dal Wyoming, dove i Cowboys hanno avuto la meglio su una Nevada sempre più in crisi d’identità e dipendente dalla propria coppia di guardie Story-Burton. A farla da padrone uno dei migliori giocatori della Conference, quel Leonard Washington che grazie alla sua ennesima doppia doppia (16+12) si erge a leader dei suoi soprattutto durante il secondo tempo, nel quale i padroni vanno subito avanti in doppia cifra. Il back court dei Wolf Pack già citato produce soltanto 24 punti combinati, e in una gara a punteggio basso (48-68) gli ospiti non hanno potuto far altro che arrendersi alla sconfitta.

Arriviamo dunque alla prima sorpresa di nottata ad opera di Air Force, che supera abilmente il momentaneo periodo negativo prevalendo su una UNLV che sta sempre più perdendo il filo del discorso a livello offensivo. Il 56-71 finale infatti sottolinea le difficoltà dei Rebels, che una volta privi della pietra angolare Anthony Bennett (limitato a 8 punti) hanno dovuto ricercare punti da altre fonti, ma nonostante la buona risposta del freshman Katin Reinhardt (15 punti) non hanno potuto niente contro la semplice, ma quasi indifendibile tattica offensiva dei Falcons, che hanno tratto il massimo vantaggio da una delle armi più vecchie nel gioco del basket: i tagli backdoor per punti facili da parte di MikeLyons, autore di 27 segnature e di Mike Fitzgerald che ne ha aggiunti 18 per una vittoria di qualità che a fine anno potrebbe portare Air Force come minimo all’interno dei cosiddetti “bubble teams” che si giocheranno fino all’ultimo l’ingresso al Torneo.

Fatica più del dovuto New Mexico ad ottenere sul campo dei Fresno State Bulldogs una vittoria comunque importante per rinforzare la propria leadership. 54-48 il punteggio finale che premia i Lobos in una partita non bella e che si era messa male, visto che nel secondo tempo i ragazzi di coach Alford si sono ritrovati incredibilmente sotto di 11 punti, ben recuperati dal leader Kendall Williams, che si è improvvisamente acceso guidando i suoi alla vittoria finale. Ottimo segnale per una squadra che conferma di avere gli attributi da gruppo vincente portando a casa una gara che normalmente molte altre compagini avrebbero lasciato scappare. Per Fresno State una sconfitta che non cambia le sorti di una stagione ormai quasi sicuramente perdente, ma che lascia intravedere almeno qualche barlume di speranza per il futuro di Kevin Olekaibe e compagni.

Greg Smith e Pierce Hornung, due delle tante chiavi dei Rams

Greg Smith e Pierce Hornung, due delle tante chiavi dei Rams

Il big match di giornata si disputava però in Colorado, dove i Rams neo entrati nel ranking nazionale (alla numero 24) sono riusciti a dare continuità al loro magic moment battendo i sempre ostici San Diego State Aztecs col risultato di 60-66.  Prima gara da squadra di ranking dopo 59 anni per Colorado State, che ha festeggiato grazie ai 6 punti consecutivi nel finale di Dorian Green, alla fine autore di 16 marcature. Nel momento più difficile è stato però il lungo Pierce Hornung a prendere la scena, alzando il volume in difesa e prendendo i rimbalzi decisivi nell’ultimo minuto. Abbiamo sempre affermato che la squadra più profonda e organizzata della MWC fosse New Mexico, ma questa ennesima convincente vittoria di Colorado State mette seriamente in dubbio il titolo dei Lobos, che dovranno fare i conti con i giallo verdi fino alla fine, aspettando l’antipasto di una possibile finale di Conference tra soli 9 giorni in casa. Per San Diego State altro passo indietro in una stagione fino a questo momento condita di alti e bassi, nella quale hanno mostrato grandi individualità (Franklin, Tapley, Thames su tutti) ma unità di intenti e spirito di squadra solo a tratti. La bella notizia è che sono tutti elementi migliorabili all’interno di una stagione lunga come quella del college basketball.

Insomma, mentre le gerarchie si fanno sempre più definite all’interno del raggruppamento, registriamo una UNLV in caduta libera, ed è proprio questa la notizia più sconvolgente. Una squadra partita per essere una delle possibili under dog del torneo di Marzo potrebbe non qualificarsi deludendo i propri sostenitori che si aspettavano l’inizio della grande rifondazione dei Rebels dai tempi dello “Squalo” Tarkanian. Anche qui la buona novella è che c’è ancora tempo per migliorare, ma i progressi dovranno palesarsi in fretta se l’obiettivo finale rimane lo stesso.

Chiudiamo come di consueto con i migliori giocatori della MWC a livello statistico e con la classifica aggiornata.

PUNTI

1)      Mike Lyons (Air Force) 18.0

2)      Anthony Bennett (UNLV) 17.8

3)      Jamaal Franklin (SDSU) 17.2

4)      Derrick Marks (Boise State) 16.6

5)      Malik Story (Nevada) 16.2

RIMBALZI

1)      Colton Iverson (Colorado State) 9.8

2)      Pierce Hornung (Colorado State) 9.3

3)      Leonard Washington (Wyoming) 8.9

4)      Anthony Bennett (UNLV) 8.6

5)      Alex Kirk (New Mexico) 7.8

ASSIST

1)      Anthony Marshall (UNLV) 6.0

2)      Kendall Williams (New Mexico) 4.7

3)      Dorian Green (Colorado State) 4.2

4)      Todd Fletcher (Air Force) 4.0

5)      Derrick Marks (Boise State) 3.6

CLASSIFICA GENERALE

1)      New Mexico 8-2 (21-4)

2)      Colorado State 7-2 (20-4)

3)      San Diego State 6-4 (18-6)

4)      Air Force 6-4 (15-8)

5)      UNLV (5-5) 18-7

6)      Boise State 4-5 (16-7)

7)      Wyoming 3-7 (17-7)

8)      Nevada 3-7 (12-12)