NCAA Basketball: Wisconsin at Iowa

Due squadre si sono imposte questa settimana come nomi da tenere assolutamente in conto, non solo nella corsa per il predominio nelle rispettive conference, ma anche e soprattutto come realistiche pretendenti per le prossime Final Four, stiamo parlando di West Virginia e Iowa.

Partiamo proprio da questi ultimi: dopo la seconda vittoria in una manciata di giorni ai danni di Michigan State -questa volta sul campo degli Spartans e con Valentine presente- la squadra di McCaffrey si presenta come una delle squadre in assoluto più convincenti in questa prima porzione di partite di conference.

Posto che i grandi risultati sono ancora tutti da ottenere, tuttavia non è difficile notare un notevole cambiamento in positivo in un programma che, collezionate 25 sconfitte nelle ultime due stagioni e persi per due anni consecutivi i propri migliori realizzatori -Marble prima e White poi-, è fermo a sole tre sconfitte stagionali e ancora imbattuto nella Big Ten, nonostante un calendario tutt’altro che facile.

Un aspetto in cui i ragazzi di Frank McCaffrey si sono sempre distinti è quello della prolificità offensiva: perso Aaron White gli Hawkeyes hanno trovato in Jarrod Uthoff il perfetto leader della squadra, ancor più in grado di allungare le difese avversarie rispetto al suo predecessore vista la maggior precisione al tiro da tre. Serio candidato al titolo di miglior giocatore dell’anno, Uthoff è però solo uno dei molti elementi di valore ed esperienza all’interno del roster dei giallo-neri: Mike Gesell, altro senior, è uno dei play più snobbati della Division I al netto delle prestazioni che lo vedono nono nella nazione per assist, quinto per assist-turnover ratio (terzo nelle power conference) per i giocatori sopra le cento assistenze e fresco autore della prima doppia-doppia in carriera e del titolo di giocatore della settimana nella Big Ten; Peter Jok, al terzo anno d’esperienza, è tra i giocatori più migliorati nella Division I e potenzialmente può apportare venti punti alla causa ad ogni uscita, il che lo rende un’ulteriore bocca da fuoco in grado di togliere un po’ di peso dalle spalle, ad onor del vero piuttosto larghe, di Jarrod Uthoff. Complessivamente l’insieme di questi talenti porta a risultati di squadra che mettono Iowa al quindicesimo posto nella nazione per percentuale al tiro da tre, al quarto per assist/turnover ratio e al trentesimo per punti per gara, elementi che aiutano a fare degli Hawkeyes la decima squadra della Division I per Adjusted Offense secondo KenPom.com

Tuttavia, come già detto, la fase offensiva è quella che quasi sempre in questi anni ha dato soddisfazioni a McCaffrey e alla sua squadra, il che ci porta a ricercare dall’altra parte del campo i motivi del salto di qualità che Iowa sembra aver effettuato in questa prima metà di stagione ed in effetti è proprio in difesa che gli Hawkeyes stanno brillando: prendendo ad esempio le due partite contro gli Spartans, Iowa a costretto gli uomini di Izzo ad un misero 3 su 13 da tre e 16 palle perse nella prima gara, quella in assenza di Valentine, ma con quest’ultimo tra le file degli Izzo’s il risultato è stato ancora più ampio, con 4 su 21 da tre e altri sedici turnover (quattordici nel solo primo tempo) che Uthoff e co. hanno saputo sfruttare al meglio dominando 17-0 al conteggio dei punti da palle perse. Gli Hawkeyes sono undicesimi in Adjusted Defense per KenPom.com il che li rende una delle tre squadre, insieme a Kansas e Oklahoma, ad essere nella top 15 su entrambi i lati del campo secondo il famoso sito americano: Iowa concede meno del 30% da tre agli avversari piazzandosi al dodicesimo posto assoluto, concede pochissimi liberi e ha in Uthoff, oltre che un eccellente realizzatore, uno dei migliori stoppatori della nazione, con oltre tre rinvii al mittente a partita.

Passando a West Virginia, i Mountaineers sono andati ad un passo dal diventare una delle rarissime squadre in grado di sconfiggere in partite consecutive la numero 1 e la numero 2 della nazione: sconfitta con una qual certa facilità Kansas, costretta a 22 palle perse, i ragazzi di Huggins hanno poi sfiorato proprio ieri il colpo sul campo di Oklahoma, salvata in extremis dal tap-in vincente di Khadeem Lattin, rifattosi dopo il libero sbagliato nel finale di partita contro Kansas. Nonostante la sconfitta, la seconda in stagione, West Virginia si è confermata anche nella sorte avversa come un gruppo di assoluto valore: seconda squadra della nazione per rimbalzi offensivi -dietro a Quinnipac, che però non si trova proprio allo stesso livello di competizione-, aspetto nel quale stranamente non ha brillato contro i Sooners, l’alma mater di Jerry West rispetta quell’idea secondo cui un’ottima difesa è il primo attacco, grazie ad un pressing che riesce spesso a mandare in confusione gli avversari ed impone ad essi il proprio ritmo di partita, certo mandandoli spesso in lunetta -il che può essere un bene o un male in base a chi ci si ritrova davanti, male nel caso di Oklahoma- , ma anche causando quasi ventuno palle perse di media che pongono i Mountaineers ampiamente al primo posto della nazione in questo ambito. Devin Williams e Jonathan Holton formano una delle coppie di lunghi più efficaci della NCAA a rimbalzo, specialmente in fase offensiva dove in due sfiorano gli otto a partita, mentre nel backcourt Huggins può contare su ottimi difensori sulla palla come Jaysean Paige, Tarik Philip e Jevon Carter che hanno prima costretto a sei palle perse la stella di Kansas Wayne Selden e poi bene o male contenuto Buddy Hield a “soli” 17 punti, secondo totale più basso in stagione, impedendogli anche di prendere il tiro nelle ultime due azioni dei suoi Sooners, sebbene nel complesso la prestazione del bahamense sia stata comunque ottima.

In una stagione come questa è quantomai difficile identificare le squadre che potrebbero effettivamente approdare tra le primissime a fine marzo-inizio aprile, tuttavia proprio per il grande equilibrio è più che mai consigliabile arrivare pronte al momento decisivo e, con febbraio sempre più vicino, sia West Virginia che Iowa stanno alzando il proprio livello di gioco, preparando il terreno per un tabellone favorevole e mettendo in mostra qualità che le pongono tra le migliori di due delle delle conference più competitive della nazione. Anche qualora le Final Four non fossero nel loro destino siamo certi che nel lottare per far sì che ciò avvenga non ci annoieranno di certo.