Yogi Ferrell finalmente convincente nel successo su James Madison

Yogi Ferrell finalmente convincente nel successo su James Madison

Se il primo giorno aveva regalato forti emozioni e uno degli highlights con cui verrà ricordato questo torneo NCAA, la seconda giornata dell’East Regional è passata senza particolari scossoni e di fatto soltanto una gara è arrivata fino agli ultimi possessi. Andiamo dunque ad analizzare insieme tutto quanto successo nel Venerdì di college basket.

C’era attesa per vedere in azione la numero 1 del tabellone Indiana, che ha avuto facilmente la meglio su James Madison con il risultato di 62-83. Grande protagonista del match è stato Kevin “Yogi” Ferrell, autore dei primi 9 punti per gli Hoosiers, 14 in 6 minuti che hanno stabilito un discreto vantaggio per i ragazzi in maglia rossa. James Madison non è riuscita a reagire, e a fine primo tempo era già sotto di 21 lunghezze, diventate poi 33 durante la ripresa grazie alle triple di Hulls e Watford e ai 15 punti dalla panchina di Will Sheehey. Ennesimo tentativo di upset fallito per una numero 16 su una numero 1, ma nonostante gli sforzi del freshman Andre Nation (24 punti) una vittoria per i Dukes era davvero improbabile.

La gara più equilibrata del giorno è stata quella tra Temple e NC State, conclusasi con la vittoria degli Owls per 76-72 grazie alla prova eroica del loro playmaker Khalif Wyatt. I suoi 31 punti, con tanto di sei tiri liberi segnati consecutivamente nel finale, infatti hanno trascinato la squadra della Pennsylvania alla vittoria, e il tutto assume quasi i connotati della leggenda se consideriamo che il ragazzo in questione era infortunato. Nonostante il dolore Wyatt ha continuato a giocare alla sua maniera, penetrando e cercando ogni volta il ferro,caratteristica che gli ha fatto guadagnare i liberi di cui sopra, che sono anche un record all time per un giocatore di Temple. Ma del resto si capiva che questa sarebbe stata una gara speciale per gli Owls, avanti anche di 18 prima dell’infortunio a Wyatt e di una rimonta guidata dai 14 e 15 rimbalzi di Richard Howell e dalle triple nel finale di un indiavolato Scott Wood, le quali comunque non hanno evitato una bruciante sconfitta per il Wolf Pack. Un k.o. che suona ancor più terribile se consideriamo che arriva nel giorno in cui a NC State si commemorava il titolo nazionale vinto con Jim Valvano in panchina ormai 30 anni fa, mentre può festeggiare Temple che non superava un turno dal 2001 (quando arrivarono alla Finale del Regional) e che ora affronteranno la temibile Indiana.

Brandon Paul decisivo nel successo su Colorado

Brandon Paul decisivo nel successo su Colorado

Molti meno problemi li ha avuti Miami nel superare Pacific 49-78. Con un Durand Scott da 21 punti e un Larkin completo dominatore del parquet con i suoi 9 assist (career high eguagliato) gli Hurricanes non hanno avuto difficoltà ad imporsi su una squadra decisamente meno attrezzata. Decisivo un parziale di 14-0 all’interno del primo tempo che ha letteralmente spezzato le gambe alla squadra californiana, campione della Big West, giocava l’ultima partita sotto la guida di coach Bob Thomson, il quale si ritirerà dopo questo torneo, onorato se non altro con la grinta e il coraggio messo in campo dai suoi.

Avversaria di Miami nel prossimo turno sarà Illinois, che ha avuto la meglio 49-57 sui Colorado Buffaloes nella partita più strana della giornata. Illinois infatti era sopra di 16 a fine primo tempo, era riuscita ad assemblare un parziale di 21-0 e Colorado tirava con il 13 percento dal campo, ma in qualche modo gli Illini hanno trovato il modo di farsi rimontare e di mettere a repentaglio quanto di buono costruito fino a quel punto arrivando anche a passare in vantaggio 44-39. A questo punto è emersa l’esperienza e il cuore di Brandon Paul e DJ Richardson, che ha risposto alla rimonta avversaria con una tripla e il secondo che ha rubato un pallone segnando facilmente in contropiede per un ennesimo vantaggio Illinois. Nonostante le difficoltà al tiro di Paul (3-12, valido comunque per 17 punti) è stato proprio il numero 3 a sigillare la vittoria dalla lunetta,  riuscendo a non tremare nei minuti finale, e inoltre va segnalata la marcatura speciale riservata dallo stesso leader degli Illini al miglior giocatore avversario, nonché difensore dell’anno in Pac-12, Andre Roberson, il quale ha chiuso con un brutto 4-10 per soli 9 punti. Con Miami la storia sarà diversa, e sarà interessante vedere come difenderanno sulle penetrazioni di Larkin e sui giochi a due con i vari Gamble e Kadji, per i quali Illinois non sembra avere un particolare rimedio, ma come abbiamo visto e come ha anche sottolineato Brandon Paul a fine gara: “E’ la March Madness. Può succedere di tutto, e certe cose accadono”.