Julius Randle (Florida) USATODAY photo

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Per la capolista Florida nel fine settimana era in programma un match chiave e tuttaltro che semplice contro Tennessee; mentre le inseguitrici Kentucky e Georgia si affrontavano in un interessantissimo testa a testa e Ole Miss doveva superare il derby statale contr0 Mississippi State per non perdere terreno sui Gators.

Dopo avere passato indenne, ma non senza difficoltà, i due match infrasettimanali contro Auburn (0-6) e Alabama (3-3), per Florida (6-0) arrivava l’ostacolo Tennessee (3-3) squadra sempre ostica e lanciatissima dalla bella vittoria nel turno precedente contro Arkansas (2-4). La concentrazione dei Gators è stata evidente fin da subito, tanto che la difesa asfissiante di Wilbekin e compagni ha concesso solamente 9 canestri dal campo ai Vols nei primi 29′ di gioco, e che è stato un viatico importante anche per un attacco che ha segnato con tutti gli effettivi del roster. Acquisito un vantaggio superiore ai 20 punti per Florida è stato semplice portare in porto un successo per 67-41 che equivale alla 11esima vittoria consecutiva e alla 26esima vittoria casalinga, lasciando ancora Florida unica squadra imbattuta della SEC. Per Tennessee una serata da dimenticare e pur riconoscendo tutti i meriti alla ottima difesa costruita da coach Donovan, il 26,8% con cui i Volunteers hanno tirato dal campo non lasciava loro grandi speranze di successo; al contrario come dicevamo molto positivo tutto l’attacco dei Gators con quattro giocatori in doppia cifra e uno a nove punti.

Anche se il pronostico era tutto dalla parte di Ole Miss (5-1), un derby statale non è mai scontato e la rivalità che separa le due maggiori squadre dello stato del grande fiume non fà eccezione e per i Bulldogs di Mississippi State (3-3) lo scontro con i Rebels ha sempre un sapore particolare. Sul campo, in realtà, Ole Miss ha disposto con facilità degli avversari, trovandosi già sull’8-2 dopo pochi istanti e non mollando mai la testa del match fino all’ 82-63 finale. Se le cifre in generale dal campo sono risultate simili per le due squadre è stata la netta supremazia a rimbalzo dei Rebels (43 a 30) a fare la differenza, ma anche il 42% dal campo dei Bulldogs alla fine ha avuto il suo peso sul finale. Ottimi nelle fila di Ole Miss Jarvis Summers e Marshall Henderson con 19 punti ciascuno.

L’obiettivo di Missouri (3-3) era quello di ripartire senza pensare troppo alla sconfitta contro Louisiana State (3-3) di qualche giorno fa, e certamente South Carolina (0-6) è una di quelle squadre che vorresti sempre affrontare nei momenti di difficoltà, ed effettivamente per oltre 35′ c’è stata veramente una sola squadra in campo. Ma ancora una volte le paure dei Tigers si sono concretizzate in un parziale di 14-2 che ha ridotto un confortante vantaggio di 18 punti in un risicato vantaggio di 73-67 a quattro giri di cronometro dal termine. Fortunatamente in questo frangente le mani di Mizzou non hanno tremato e il 9 su 10 dalla lunetta con cui hanno concluso il match sul 82-73 ha fatto tirare più di un sospiro di sollievo ai tifosi di Missouri. Ai Gamecocks non sono bastati i 32 punti di Brenton Williams e la doppia doppia di Michael Carrera contrapposti ai 24 punti di Jabari Brown e ai 22 di Jordan Clarkson.

Così come le tre vittorie iniziali di Texas A&M (3-3) non dovevano illudere troppo sulle reali potenzialità degli Aggies, così le due sconfitte consecutive in tre soli giorni non devono abbattere i texani che andavano ad affrontare Vanderbilt (2-4) però con la consapevolezza di non potere perdere ulteriore terreno rispetto alla capolista. Ma ancora una volta tutti i problemi degli Aggies visti in questi ultimi 10 giorni si sono evidenziati piuttosto nettamente, e dopo un primo tempo piuttosto equilibrato, i Commodores hanno preso le redini del match per conservarle fino al termine dell’incontro vinto per 66-55. Vandy ha messo in evidenza una pazienza in ogni attaco veramente pregevole tirando con ottime percentuali e mostrando anche delle buone individualita come James Siakam e Kyle Fuller, sul fronte di Texas A&M il solo Kourtney Robinson è andato oltre i 10 punti segnati con 14.

Per i sorprendenti Bulldogs di Georgia (4-2) quello contro Kentucky (5-1) poteva considerarsi un vero e proprio esame di laurea; vuoi per la qualità del roster dei Wildcats e vuoi perchè la Rupp Arena è uno di quei campi che ti fanno tremare le gambe e su cui è sempre complicatissimo giocare. Nelle primissime battute di gioco sembrava che per i Bulldogs non esistesse alcun timore reverenziale, tanto da condurre lo score per 8-5; ma era quello che può essere definito un fuoco di paglia; infatti un secco parziale di 20-2 dei Wildcats metteva la partita sui binari che tutti si aspettavano. Dodici punti di margine portati negli spogliatoi (34-22), venti dopo 8′ della ripresa e 25 (79-54) alla sirena, danno le dimensioni del dominio dei ragazzi di Calipari nell’incontro e che mai hanno avuto dei reali momenti di difficoltà, con Aaron Harrison e Julius Randle sugli scudi con 15 e 14 punti rispettivamente.