Come la lava di un’eruzione vulcanica non si può arrestare così è impossibile contenere le idee di Gianni Corsolini, mitica figura del cestismo nostrano fra il petroniano, il brianzolo e un afflato culturale infinito. Chi non conosce il Gran Gianni, già allenatore della Pallacanestro Cantù, poi suo illuminato e fantasioso dirigente in grado di realizzare progetti su progetti, grand’innovatore e trait d’union fra sport della palla a spicchi e mondo dell’industria, talent scout d’eccezione (vedi tali Carletto Recalcati e Ciccio Della Fiori), presidente della Lega Basket e a capo dell’USAP, ossia l’Unione Sindacale Allenatori Pallacanestro, membro della Hall of Fame italiana, dirigente industriale alla Fonti Levissima, alla Poretti e alla Snaidero, opinionista e chissà quanto altro ancora? Non basterebbe una pagina intera per elencare tutto quel che ha fatto, tutti coloro che ha conosciuto, tutte la partite che ha visto, tutte le avventure in cui si è imbattuto o che ha creato. Forse solo i giovanissimi non lo conosceranno. Forse…
figliolia

Da sempre Gianni Corsolini si è dilettato – oltre che con schemi e programmazioni tecniche, piani aziendali, reclutamento di promesse o di affermate celebrità del parquet e invenzioni d’ogni sorta per lanciare sempre più all’attenzione della società e dei giovani l’amata pallacanestro – anche con la penna. Corsivista ironico e, nel caso, corrosivo, un fantastico mix fra bonomia, intelligenza visionaria e pragmatismo, nonché capacità di collegare il basket colle più disparate materie, situazioni e personaggi (ricordiamo che nel basket coinvolse anche quel gran genio letterario di Luciano Bianciardi, autore de La vita agra) , Gianni Corsolini ha negli ultimi due anni prodotto due libri autobiografici: Quasi sessant’anni della mia vita con gente del basket (2008, prefazione di Carlo Recalcati) e Torta di riso e stuzzichini vari (2012, prefazione del figlio Luca, noto giornalista di Sky), entrambi editi da Albalibri.

Il primo dei due volumi è un lungo excursus in cui il nostro racconta tutti gli incontri della sua vita tracciando attraverso di essi una storia del nostro basket. Istruttivo, romantico, divertente, a tratti anche esilarante, come quando ricorda la divorante passione di Aldo Giordani per le auto veloci e il terrore che si prendeva l’anima degli sventurati suoi compagni di viaggio quando, ignari e incauti, accettavano dal re dei telecronisti un passaggio. Mai e poi mai sarebbero risaliti una seconda volta a bordo di un’auto con il buon Aldo al volante. Una volta Cesare Rubini, arrivato a un passaggio a livello, ne approfittò per scendere e non farsi più rivedere dall’assatanato Aldo alla guida.

In Torta di riso e stuzzichini vari – già il titolo è un programma… pare mutuato dall’insana passione per la cucina di Gianni Corsolini o, meglio ancora, dall’omonimo squisito dolce della sua città d’origine – Corsolini riparte con immutata verve: un po’ torna sugli episodi salienti, tappe e passaggi fondamentali, della propria vita, la suggestiva galleria di volti e nomi e amici e avversari, un po’ divaga – l’arte della fuga è nelle sue corde – muovendosi fra la Bologna del dopoguerra, dai comizi nell’Italia tornata alla democrazia, al fervore e all’entusiasmo della piazza emiliana nei confronti del basket, dalla Lombardia d’elezione – non dimentichiamo che fu come dirigente uno degli artefici del primo storico scudetto canturino Anno Domini 1968 – all’esperienza in quel di Udine. E proprio in Friuli, presso la struttura Castelvecchio in Sagrado (Go), via Castelnuovo 2, domenica 1 settembre, ore 18, Gianni Corsolini presenterà il suo ultimo libro. Per chi non lo avesse mai visto all’opera… non perdetevi l’occasione: questo giovanotto ottantenne ha un brio senza pari: incantevole e incantatore (avrebbe benissimo potuto fare l’entertainer), affabulatore e magnifico narratore di cose di basket.
Aneddoti su Dino Meneghin ed escursioni al supermercato, un vivido ritratto di Trieste e del Friuli Venezia Giulia e la scintillante Milano degli anni Sessanta, l’amata Cantù e i pericoli aerei, la cioccolata (Oscar Schmidt, il celeberrimo tiratore, forse è più goloso di Gianni…) e la Briantea 84, la prigionia in un bagno spagnolo e un leggendario viaggio in Sardegna nel 1954: “Di notte a metà strada tra Orgosolo e Nuoro c’è un tronco che blocca il passaggio. Il taxista a sorpresa ci chiede cortesemente di scendere a spostarlo perché lui potrebbe avere dei problemi. A noi non sarebbe successo niente. Momenti di sconcerto! Nessuno scendeva, il taxista immobile alla guida. Siamo stati quasi mezz’ora fermi. Poi l’amico Boris Sangirardi ha preso coraggio, è sceso ed ha spostato il tronco. Via libera!”.

Un’altra vicenda/mezza vicissitudine… “Trieste mi ricorda un particolare ridicolo. La mia squadra canturina doveva giocare a Trieste e il nostro centro Lorenzo Charles attendeva dagli USA la mamma e la ragazza. Ho preso io l’incarico di andare alla Malpensa e portarle a Trieste con la mia macchina. La mamma, un donnone enorme, e la ragazza, carina e disinvolta, laureata in sociologia. La mamma enorme, come ho detto. D’altro canto il figlio Lorenzo prima dell’allenamento al mattino si mangiava nello spogliatoio un pollo arrosto intero. Le due donne si sistemarono dietro e cominciò così il viaggio verso Trieste. La mamma, mentre la ragazza dormiva, rideva spesso e la potenza delle risate scuoteva tutta la macchina. Dopo un centinaio di chilometri, sento rumori frequenti che mi preoccupano. Mi fermo a un’area di servizio ma il meccanico mi conforta: “Tutto ok”. Ripartiamo con la ragazza che continua a dormire, ma continuano i rumori. Era la mamma Charles che faceva flati rumorosissimi, accompagnati dalle consuete grandi risate. Insomma, rutti. In Cina sono normali per dimostrare soddisfazione durante i pasti ma nella mia macchina? Dopo Venezia il programma è cambiato. Nessun rumore ma spesso e volentieri delle puzze orribili. Ho fatto gli ultimi chilometri sulla costiera col finestrino un po’ abbassato. No problem. Quando mi giravo la mamma rideva di gusto e la ragazza dormiva. Anche questa è un’esperienza che devo a Trieste”.

Impagabile Gianni!

Per chiudere, il libro è… “dedicato a Mara, che mi ha sopportato in tutto e sopportato per una vita”. La famiglia Corsolini tutta è davvero fantastica sapendo riservare le più gradite sorprese.

Appuntamento dunque alla struttura Castelvecchio in Sagrado (Go), via Castelnuovo 2, domenica 1 settembre, ore 18. E buon divertimento!

ALBERTO FIGLIOLIA