Gabriele Procida (foto A. Zaccaria 2023)

Vorrei dire la mia sulle indecifrabili prestazioni dell’Italia finora in questi Mondiali, anche per contribuire alla discussione offrendo magari qualche nuovo tema da affrontare.

Prima di tutto una considerazione di carattere generale. Mi sono sempre chiesto se l’abitudine italiana di vedere solo tutto bianco o tutto nero sia una caratteristica, appunto, peculiare del carattere italico oppure se sia una classica attitudine da appassionati tifosi sportivi. Penso sia una combinazione di ambedue le cose che si sommano, per cui i tifosi italiani sono il massimo al mondo che si possa avere in merito all’approccio nei confronti delle proprie nazionali di tutti gli sport. O sono fenomeni paranormali o terribili pippe, vie di mezzo non esistono. La cosa peggiore è che i fenomeni diventano pippe in un batter d’occhio, cosa ovviamente impossibile, ma sembra che nessuno di voi se ne accorga. Penso che uno sguardo meno viscerale e appassionato non possa che fare del bene, per cui vi consiglio di provare a essere un tantino più obiettivi guardando le cose un po’ più da lontano, con occhio un tantino più imparziale. Per me, tifoso della Slovenia e che verso l’Italia non nutro certamente passione viscerale se non un po’ al contrario, per così dire, la cosa è un po’ più facile, per cui penso che possa dire cose un tantino meno di parte, non obnubilate da alcun tipo di tifo.

Sergio Tavčar (foto A. Rizzi)

Comincio subito dicendo che l’Italia ha avuto in questi Mondiali un sorteggio addirittura ridicolo che avrebbe catapultato qualsiasi squadra normale verso un facile quarto di finale, avendo come unico avversario vero sulla sua strada la Serbia (da battere per non incocciare negli Stati Uniti). Siamo a un Mondiale e avversari più teneri era difficile avere (avete visto il Sudan del Sud? Fisici della Madonna, sanno giocare, insomma di sprovveduti comunque non ce n’è). Se si pensa che nella seconda fase giocheranno nello stesso girone Canada, Lettonia, Spagna e Brasile (e avrebbe dovuto esserci la Francia!) per due soli posti nei quarti e che la stessa Slovenia per arrivare ai quarti dovrà battere una fra Germania e Australia, allora non si può non dire che all’Italia era andata di lusso totale. Personalmente avevo molta fiducia nell’Italia e pensavo che ai quarti ci sarebbe arrivata senza neanche sudare troppo. La squadra, senza Gallinari e Belinelli vari, era molto equilibrata e compatta, con il grande Gigi a fare da chioccia e collante di spogliatoio, con il giusto mix fra vecchi e giovani, alle spalle aveva un ottimo Europeo, a due tiri liberi da un possibile argento (la Polonia in semifinale sarebbe stata una passeggiata), insomma nulla sembrava poter far presagire il totale casino che è poi venuto fuori. Chiaro, nell’ottica del tifo cieco di cui sopra, quando una cosa va male, i vari CT che pullulano nell’animo dei tifosi vanno alla frenetica ricerca di quelli che il CT avrebbe dovuto convocare e che poi ha lasciato a casa (dimenticando sempre che più di 12 giocatori non si possono avere, per cui, manca sì il tale o il talaltro, ma allora chi lasciavi a casa?) innescando il classico dibattito sul sesso degli angeli che lascia il tempo che trova e che è la classica improduttiva e stucchevole pippa mentale. Certo, a posteriori si può dire che magari uno sarebbe stato più produttivo al posto di qualche altro, ma solo perché quell’altro poi ha giocato male, ma come facevi a saperlo prima?

La cosa da fare è vedere quale era la filosofia che ha portato il Poz e il suo staff tecnico a scegliere la squadra da portare ai Mondiali. L’idea di base era ovviamente quella di giocare un basket veloce e frizzante con tanto tiro da fuori e centri mobili e capaci a loro volta di giocare sul perimetro. Onestamente c’è qualcuno in Italia meglio di Melli, Polonara e Ricci per adempiere a questo compito? Io non ne vedo e dunque su questo punto non accetto discussioni perché semplicemente non si possono fare. Tutto bene sulla carta, solo che poi sono sopravvenuti due inghippi, uno del tutto inatteso e uno da attendersi, e qui vedo l’unico grande demerito dello staff tecnico. L’Italia nel primo girone ha affrontato tre squadre che, tutte, avevano la stessa filosofia di gioco dell’Italia, per cui sarebbe stato logico attendersi che, per batterle, l’Italia avrebbe, almeno in questa fase, dovuto giocare in modo diverso, più controllato, puntando sulla propria superiorità in fatto di tecnica e esperienza, e soprattutto puntando tutto sulla difesa che, lo abbiamo visto l’anno scorso agli Europei, l’Italia sa giocare, e molto bene (ricordate la partita contro la Serbia?). E invece abbiamo visto tutto un corri e tira che non faceva altro che portare acqua al mulino delle avversarie esaltandone le (poche) qualità e non facendo emergere i (tanti) difetti. E in più c’è stato il fattore totalmente inatteso, nel senso che da fuori l’Italia non faceva canestro neanche in un barile, per cui tutta la filosofia di base è andata a ramengo. E, non avendo previsto l’ovvio piano B di cui sopra, di conseguenza è sopravvenuto il panico con reazioni inconsulte e del tutto incomprensibili. Secondo me bastava sedersi, guardarsi in faccia e fare questo semplice discorso: bene, l’Angola è tanto scarsa che in qualche modo l’abbiamo battuta, ma così non si può andare avanti. Defence, defence, difendere, sbucciamoci le ginocchia e soprattutto in attacco non buttiamo via la palla, non tiriamo a casaccio e sfruttiamo il fatto che questi avversari non possono difendere in modo competente per tutti i 24 secondi, tentiamo in tutti i modi di scardinare le loro difese di stampo spaventativo senza copertura dietro con penetrazioni continue e scarichi ai nostri centri a centro area e non fuori, visto che abbiamo le polveri bagnate. Se può farlo Tonut (il migliore finora, almeno dal punto di vista del giusto approccio), perché non possono farlo anche gli altri? Secondo me il panico è sopravvenuto subito, dopo pochi minuti della prima partita, quando il Poz ha fatto i primi cambi dopo il facile vantaggio iniziale ottenuto con l’ovvio primo quintetto. Sono entrati Paiola e Spagnolo (assieme a Severini) ed è nato il patatrac con continue palle perse e perdita di qualsiasi filo logico in attacco. Ed è qui emerso il grandissimo problema di questa nazionale, strutturale e secondo me non rimediabile: a parte Spissu non c’è in squadra uno che sappia palleggiare. Io ho avuto la fortuna di vedere Zorzi  (grandissimo coach, grazie di tutto e riposa in pace: se non fosse stato anche per te che mi ammaliavi con le tue magie quando ero piccolo e guardavo i secondi tempi delle partite in TV non mi sarei mai innamorato di questo sport), e poi Bassin, Slavnić, Corbalan, Marzorati e tanti altri e so di cosa parlo. Semplicemente a questi non potevi rubare palla, perché te la nascondevano facendola magicamente riapparire da qualche altra parte. Ecco cosa intendo dicendo che questi di oggidì non sanno palleggiare. E contro squadre che difendono in modo aggressivo tipo NBA, ti stanno cioè addosso e tu, invece di fare la cosa ovvia che avrebbe fatto chiunque di quelli citati sopra, andargli via lasciandoli sul posto, arretri spaventato e poi tenti strane virate offrendo la palla su un piatto d’argento ad uno qualsiasi che raddoppia. Premiando così difese, come detto sopra, spaventative che andrebbero ammazzate nella culla con continui tiri in soprannumero sotto canestro dopo due semplici tagli e occupazioni di praterie disabitate. Di Paiola si sa, le sue doti sono altre, ma Spagnolo mi ha clamorosamente deluso. Che non sia poi più entrato mi sembra solo normale, aveva fatto troppo schifo, il problema è che il ragazzo è molto giovane e un’imbarcata del genere può essere messa in preventivo. Ragion per cui non riesco proprio a capire il suo n.e. nelle partite successive. E’ bravo e molto promettente, per cui un esame di riparazione se lo meritava senz’altro. Perché non gli sia stato concesso lascia credere che dietro ci sia dell’altro che noi da qui non possiamo neanche supporre cosa possa essere.

E qui sta secondo me il vero problema. Il crollo delle certezze iniziali (con molto contributo dato dalle scelte tecniche, come detto sopra, secondo me troppo ottimistiche, della serie sono gli altri che devono preoccuparsi di noi e non noi di loro, atteggiamento da sboroni che l’Italia non può neanche pensare di permettersi) ha innescato tutta una serie di conseguenze deleterie che non so se potranno essere rimediate. Il tutto è stato, onestamente, amplificato dallo scandaloso arbitraggio nella partita contro i Dominicani (lo sfondo galattico di Towns contro Ricci grida ancora vendetta – ma del resto la scandalosa tutela delle stelle NBA da parte degli arbitri in questi Mondiali merita un discorso a parte, e anche questa considerazione mi fa supporre che la Slovenia abbia molte più possibilità di quante le ne attribuivo all’inizio, non so se riuscite a capire a cosa alludo) che ha portato alle sceneggiate in panchina di tutti gli infiniti aiutanti del Poz (a parte Recalcati, che è sempre un gran signore – a proposito, secondo che titolo gli altri che non siano il CT possono permettersi di saltare impuniti dalla panchina a sbraitare? – perché nessuno ne parla?) con conseguenti tecnici e espulsioni che non hanno fatto altro che esacerbare la situazione.

Poi ci sono stati i consulti con Petrucci, il “franco” confronto téte-a-téte (leggi clamorosa lavata di capo), le dichiarazioni del Poz dopo la partita contro le Filippine, dichiarazioni da persona altamente disturbata al limite del ricovero, tipo leone in gabbia che deve sforzarsi a dire cose che non pensa, che non lasciano, onestamente, gran ché ben sperare per le prossime due partite. Ripeto, a occhio ci sono tante cose dietro di cui non abbiamo la minima idea quali possano essere che, sembra, hanno gravemente intaccato i rapporti all’interno del gruppo che l’anno scorso sembrava granitico (“non toccatemi i giocatori” sembra il classico richiamo dell’affogante a mo’ di ultima risorsa), per cui non possiamo che sederci davanti allo schermo, vedere cosa succede e, magari, tentare di capire a posteriori (sempre che si riesca a capire qualcosa) cosa possa essere successo per trovare un qualche rimedio per rimettere assieme i pezzi. Onestamente devo dire che mai avrei pensato che dopo tre partite avrei scritto quello che ho appena scritto, ma la realtà sembra questa e non possiamo altro che accettarla per quella che è.