Buon anno a tutti! Volevo scrivere qualcosa qualche giorno fa, parlando soprattutto di sport, ma poi devo dire che in questi ultimi tre giorni sono rimasto inchiodato davanti alla TV a guardare più o meno solamente la CNN per seguire l’inaudita e angosciante vicenda dell’attacco che un Presidente degli Stati Uniti ha portato direttamente al cuore del suo Stato, e cioè al parlamento riunito in sessione comune per ratificare l’esito delle elezioni presidenziali e proclamare ufficialmente il nuovo Presidente eletto. Un momento normalmente formale che però stavolta è stato trasformato in una vicenda che, come ha detto George Doublya, noto estremista di sinistra, si sarebbe pensato potesse succedere in una repubblica delle banane, e non negli USA.
Che Donald Trump sia semplicemente pazzo è una cosa penso ormai assodata e la cosa mi è stata confermata dall’analisi fatta dagli psicologi intervistati nel bellissimo documentario “Unfit” che La7 (va bene, sono pericolosissimi comunisti guidati da quel passionario di Urbano Cairo, ma il documentario comunque esiste, ed è stato prodotto negli Stati Uniti dalla PBS, la loro TV pubblica che, a occhio, dovrebbe essere la più equilibrata fra tutte le TV, visto che dipende solamente dai soldi pubblici) ha trasmesso già tempo fa e che ha riproposto ieri sera. Per chi non l’ha visto raccomando la esilarante intervista rilasciata da colui che si occupa delle partite di golf di Trump, nelle quali racconta di tutti i metodi che Trump usa per imbrogliare (voleva farlo addirittura con Tiger Woods), primo fra tutti che la sua macchinina elettrica va al doppio della velocità rispetto a tutte le altre del circolo, per cui lui arriva prima sulla palla e la sposta poi dove più gli aggrada prima che arrivino gli altri, per non parlare dei tanti tornei vinti dove lui era l’unico partecipante o di altri tornei vinti semplicemente inserendo il suo nome in classifica di imperio, anche se durante il torneo stesso era da tutt’altra parte.
Ho testimoni che possono confermare che da quando è stato chiaro che Trump aveva perso le elezioni una delle prime cose che ho detto è stata che era tutt’altro che finita, perché un narcisista psicopatico come Trump, pur di non dover ammettere una sconfitta, si sarebbe inventato un universo parallelo nel quale il vincitore sarebbe stato lui e che dunque fosse perfettamente convinto delle sue ragioni, per quanto totalmente inventate, ragion per cui, finché fosse stato formalmente in carica, le avrebbe tentate tutte per rimanere alla Casa Bianca. A mo’ di boutade avevo detto che probabilmente, come ultimo tentativo, avrebbe mandato la Guardia nazionale a occupare il Parlamento con una scusa qualsiasi e che si sarebbe visto se gli Stati Uniti sono o no uno Stato serio se la Guardia nazionale si fosse semplicemente ammutinata. Fra parentesi, un punto cruciale per una seria discussione è: cos’è più giusto, se un corpo militare esegue gli ordini oppure, nell’interesse dello Stato che in teoria serve, si ribella con ciò nuovamente creando un pericolosissimo precedente che in futuro potrebbe essere usato per scopi diametralmente opposti? E il brutto di questa mia boutade, che pensavo fosse fantascienza, è che si è verificata praticamente in pieno.
Quando ero più giovane ho tentato di studiare a fondo le ragioni per le quali un altro pazzo palese, che ai brutti tempi antichi sarebbe finito direttamente in manicomio, quale Adolf Hitler potesse essere diventato addirittura il Fuehrer della Germania portandola poi a sfidare tutto il mondo in una guerra che ha significato per la Germania stessa quasi la dissoluzione e la sparizione dalla faccia della terra. La Germania, faro della civiltà europea, terra di straordinari scienziati, artisti, musicisti che hanno fatto la storia della civiltà, che si mette in mano ad un pazzo che urla slogan senza senso, o che, meglio, vogliono dire tutto e niente allo stesso tempo, battendo sempre sul chiodo fisso del complotto giudo-pluto-massonico (Vladan, Edoardo, vi ricorda qualcosa? – quando qualcosa non va come a noi piacerebbe che andasse ci sono sempre di mezzo, da 2000 anni ad occhio, gli ebrei prima e i massoni poi) che sarebbe alla base di tutte le disgrazie tedesche, cosa, ripeto, che doveva farlo rinchiudere subito in una clinica di igiene mentale, e che invece gli procura un incredibile consenso fra la gente, il famoso popolo, che lui soggioga e conduce come un pifferaio magico verso l’autodistruzione. Non sono mai riuscito a capire come avesse fatto – né come avesse fatto il suo predecessore in un altro Stato europeo, anch’esso teoricamente faro di civiltà e altrettanta fucina di straordinari artisti, portando un rozzo gruppo di picchiatori o comunque di nessuna estrazione culturale a prendervi tutto il potere instaurando anche una lunga stagione di grande consenso presso la sua gente. Che ha perso fra l’altro solo perché si è imbarcato in una guerra stupida volendo troppo e non ottenendo niente, vista la totale impreparazione e incapacità di coloro che erano al comando delle forze armate (a loro volta assolutamente inadeguate per una guerra seria contro eserciti veri). Nel mio piccolo dico sempre che, non ci fosse stato il fascismo, noi sloveni avremmo ancora il confine a Planina e a Fiume, invece che a Sesana e Capodistria.
Ora, dopo aver vissuto in prima persona questo periodo, mi sembra di aver capito, o almeno di aver intravisto i meccanismi che costruiscono questo mostruoso castello di follia collettiva. Diceva giustamente Goebbels che basta ripetere senza smettere mai un momento una bugia, per quanto gigantesca sia, perché alla fine la gente cominci a credere che si stia dicendo la verità. Quanto successo negli Stati Uniti, per quanto impossibile possa sembrare a qualsiasi persona che pensa con la propria testa, dimostra abbondantemente che la cosa è purtroppo vera. Cosa che mi angoscia in modo doloroso e che mi fa sempre più pensare che l’umanità sia praticamente tutta fondamentalmente imbecille e che non ci sia speranza di salvezza. I periodi nei quali si comporta in modo umano, dire intelligente sarebbe troppo, sono troppo brevi nella storia per poter pensare che ci sia una qualsiasi possibilità di redenzione. Scusate, ma sono veramente troppo abbattuto.
Eppure sarebbe, o almeno così pare a me, abbastanza facile non cadere in questo tipo di perversa ipnosi collettiva. Basterebbe sgombrare un po’ la testa da qualsiasi pregiudizio o preconcetta dietrologia e attenersi strettamente ai fatti. I quali, in questo caso, sono più o meno questi: negli Stati Uniti c’è un Presidente eletto per abbattere l’establishment, o meglio per ridare voce alla gente comune, principalmente quella che per le leggi ineludibili che la globalizzazione selvaggia porta con sé si sente minacciata e che teme di veder diminuire progressivamente il proprio tenore di vita (che in America è percepito come mediamente alto e che, cosa ancor peggiore, è per la loro mentalità l’unico metro per definire lo status sociale di una persona), che per costruire il consenso attorno alla sua persona spara promesse a raffica condite da una serie interminabile di bugie (quante sono a proposito? C’è gente che ne ha contate qualcosa oltre 2000), tutte bugie che la gente vuole sentire perché le danno conforto e speranza senza che abbiano alcun nesso con la realtà vera. E dunque non aspetta altro che di credere che siano verità. Il quale Presidente, ricordo, pazzo assodato, alla fine perde le elezioni. Visto però che nella sua realtà da universo parallelo lui le elezioni non le può perdere si inventa una storia inverosimile, palesemente parto di pura fantasia (credete veramente che nei seggi elettorali non ci fossero anche scrutinatori repubblicani e che fosse possibile mettere in piedi un complotto che neanche il KGB riuscirebbe a mettere in piedi proprio per l’impossibilità logistica di gestire un evento tanto diffuso e capillare come lo è un’elezione a livello nazionale?), su brogli diffusi e si autoproclama Presidente confermato. Già questo basterebbe a farlo rinchiudere in una camicia di forza, ma evidentemente il seme diffuso a piene mani in quattro anni di indisturbata dezinformacija attraverso i famosi social, che ora tutti i suoi sostenitori affermano siano stati contro di lui perché rappresenterebbero l’establishment (cosa che mi fa rimanere basito: per quattro anni sono stati il megafono di bufale e cazzate sparate a raffica e sarebbero contro di lui? Secondo che logica, di grazia?), fa in modo che la sua realtà parallela sia percepita come tale da un numero incredibilmente spropositato di persone palesemente decerebrate, per cui può tranquillamente mettere in piedi una sedizione in piena regola, sedizione per abbattere quello stesso sistema che l’aveva fatto eleggere e che lui aveva giurato di difendere e conservare. Cioè vorrebbe fare esattamente quello che hanno fatto sempre tutti i più biechi dittatori di questo mondo: per capirci, sto paragonandolo a Idi Dadà Amin o Bokassa. Hitler e Mussolini, o se per quello Lenin o Mao, al suo confronto sono stati veri signori.
Le ultime immagini del disgraziato 2020 che mi rimarranno in mente saranno quelle agghiaccianti di Trump che dietro ad una protezione di vetro antiproiettile arringa la folla di pazzi ad assaltare il Campidoglio promettendo di guidare la marcia, salvo poi, nel più perfetto stile dell’armiamoci e partite, salire sulla sua limousine ed andare alla Casa Bianca a godere dello scempio vandalico che i suoi accoliti perpetrano in quello che dovrebbe essere il sancta sanctorum della democrazia americana. Accoliti che si permettono il lusso di rompere tutto quello che trovano, agitando bandiere confederate che sono bandite per legge (qui non si tratta di correttezza politica, ma di esplicita apologia del razzismo), con un noto pregiudicato suprematista bianco che gode nel mettere i piedi in modo sprezzante sulla scrivania della speaker della Camera dei rappresentanti. A proposito, come c…o si fa ad avere il coraggio di dire che si era trattato di una messinscena quando tutti quelli filmati e fotografati sono noti da tempo per essere dei pericolosi estremisti di destra?
Un’altra cosa che mi ha sconvolto è stato il fatto che questo raid sia potuto accadere indisturbato, o per meglio dire disturbato soltanto da uno sparuto drappello di poliziotti, alcuni dei quali veramente coraggiosi ed eroici (non dimentichiamo che ci sono stati cinque morti: a proposito, come mai non si sa ancora in realtà chi siano e cosa sia realmente successo?), ma in quantità assolutamente risibile rispetto alla minaccia largamente prevedibile (l’altro giorno, guardando la trasmissione del più bravo giornalista che ci sia sul globo, ovviamente Christiane Amanpour, ho seguito un’intervista nella quale un esperto israeliano – chissà come loro le cose le sanno, detto di sfuggita se al posto dell’FBI ci fosse stato il Mossad col piffero che queste cose sarebbero potute accadere – spiegava per filo e per segno che lui tutto quanto sarebbe poi successo lo aveva previsto e pubblicato sul suo blog 10 giorni prima), quando d’estate i pacifici dimostranti che protestavano nel quadro delle manifestazioni del Black Lives Matter erano stati respinti con le cattive prima ancora di entrare nel perimetro della città. Questa assurda assenza non può solamente essere imputata alla palese incapacità dei servizi segreti americani (nella realtà dimostrata un infinito numero di volte, dalla Baia dei Porci del 1961 al goffo tentativo di liberazione degli ostaggi a Teheran nel 1979 fino alla totale impreparazione che li ha colti l’11 settembre del 2001), e dunque deve esserci dietro qualcosa di estremamente inquietante. Ricordo che la difesa del perimetro delle istituzioni federali è affidata alla polizia federale che in teoria dovrebbe essere formata dai quadri più esperti e preparati.
Insomma un altro episodio semplicemente deprimente, oltre che angosciante, che corona(virus) nel modo più perfetto un anno orribile. E intanto il 20 gennaio è ancora lontano un paio di giorni. Speriamo che riescano a farcela finalmente a liberarsi in modo pacifico di Trump. Non ne sono però tanto sicuro che ci riusciranno. Staremo a vedere.
Ho ancora un sassolino da levarmi dalla scarpa. Ho letto di gente che si scandalizza per il fatto che Facebook e Twitter hanno (finalmente! era veramente ora!) bandito le farneticazioni inventate di Trump. Secondo loro ognuno ha il diritto di parlare e esprimere le sue opinioni, per quanto bizzarre siano. Certo, ed è per questo che esiste l’informazione pubblica, che dunque dovrebbe essere curata e preservata come un fiore all’occhiello da qualsiasi governo che si dichiara democratico. I social sono invece organizzazioni private nelle quali chiunque può fare quello che vuole in regime di liberismo sfrenato. Lo volete? E allora pedalate. Non si può avere nel contempo la botte piena e la moglie ubriaca. Del resto, nel suo piccolo, anche il sottoscritto a suo tempo eliminò dal blog i vari Roluk e compagnia per poter avere un uditorio normale col quale dialogare. Non vedo perché Facebook e Twitter non possano fare esattamente la stessa cosa.
Basta. Prometto che la prossima volta parlo di basket. Ho visto sia Trieste che Milano oltre che un paio di squadre che secondo me giocano un basket sorprendentemente umano, per cui ci sono argomenti da trattare.