Eduardo Lubrano

Eduardo Lubrano

Sedevo durante gara sette dei quarti di finale tra Acea Roma e Trenkwalder Reggio Emilia alla sinistra del collega de Il Messaggero Carlo Santi. Al termine della gara, ci siamo resi conto che l’impresa della Lenovo Cantù a Sassari cambiava le carte in tavola non solo per l’avversario di Roma nella semifinale, ma soprattutto cambiava l’ordine delle partite casalinghe dell’Acea che adesso si trova a dover giocare le prime due in casa. E le prime due erano fissate per venerdì 24 e domenica 26 maggio alle 20.30.
Ci siamo subito resi conto, noi giornalisti romani della difficoltà della situazione di domenica quando in città si svolgeranno non solo le elezioni amministrative per il rinnovo del consiglio comunale e l’elezione del nuovo sindaco (non una cosa da poco) ma anche per il tanto atteso dalla città sportiva derby-finale di Coppa Italia. Un derby Roma-Lazio, finale di Coppa Italia, che mette in palio l’ultimo posto per l’Europa del calcio dell’anno prossimo. Se qualcuno vuole aggiungere altro al pathos di questa partita lo faccia ora o taccia per sempre…
Il collega Carlo Santi ha immediatamente telefonato ad un dirigente della Lega, di cui non farò il nome nemmeno sotto tortura per proteggerlo dagli sfottò… che meriterebbe, alla domanda se era pronto un piano B vista la situazione che si andava addensando a Roma domenica prossima ha risposto che non sapeva nulla del derby e che dunque non era pronto e previsto nessun piano B. All’obiezione che altri colleghi hanno fatto allo stesso dirigente solo pochi minuti dopo la telefonata di Carlo Santi e cioè che con il derby previsto alle 18 il rischio che la partita possa finire ben oltre l’inizio di gara due (supplementari, rigori, premiazioni, ecc. ecc.) e che a quel punto una delle due tifoserie si potesse lasciare andare ad atti di vandalismo a cominciare dalla zona del Flaminio dove stadio Olimpico e Palazzetto sono vicini meno di un chilometro, la risposta è stata che “il tabellone non si può toccare”….
Al momento di scrivere questo post, le 23.47 di mercoledì 22 maggio, nessuna decisione è stata presa, dunque tutto lascia pensare che tutto verrà lasciato come da previsione. Salvo anticipare come sfuggito a mezza bocca a quel dirigente della Lega, di giocare gara due a mezzogiorno di domenica, Ma non c’era una regola che diceva che tra una gara e l’altra di play-off devono passare almeno 48 ore? Regola tra l’altro molto condivisibile, chissà come finita nelle norme di questa Legabasket.
C’è poco da scherzare questa volta perché qui si scherza col fuoco, quello vero, quello che i violenti del calcio hanno dimostrato più volte anche quest’anno di saper accendere nei dopo derby, ma anche prima purtroppo a Roma. Un incendio dal quale per ogni evenienza, quelli della Lega basket dovrebbero far di tutto per tenere lontana la loro gente. A costo di qualunque cosa: cambiare i giorni delle semifinali, metterle tutte e due nelle stesse giornate ad orari diversi così da poterle trasmettere tutte e due, sfalsandone poi una per far recuperare l’alternanza e dando u riposo equo a tutte e quattro.
Magari nel momento in cui leggete questo post il Prefetto ed il Questore di Roma hanno preso in mano la cosa ed hanno deciso d’autorità un’altra collocazione. E se così fosse sarebbe stata un’altra occasione persa per dimostrare un minimo di buon senso. Perché la Lega comunicherà qualcosa giovedì verso l’ora di pranzo. Quando Cantù magari sarà già in viaggio verso Roma. Ed anche la squadra brianzola merita rispetto e merita di sapere come organizzare le sue trasferte e gli allenamenti.