È il 2007 e il Veroli Basket conquista la Legadue. Un avvenimento per una città di 20.000 abitanti o poco più, riassunto in un inno scritto e interpretato dai Rumori di Fondo.
L’ingresso del Veroli Basket nel salotto buono della pallacanestro italiana è datato 2007: è l’anno della finale playoff vinta a spese della Fulgor Fidenza, un 3-1 che apre ai ciociari le porte della Legadue. Il prologo di una storia breve e intensa, culminata con il secondo posto in stagione regolare raggiunto nel 2009 e nel 2010 e la conquista di tre Coppe Italia. La corda si spezza nel 2015, sotto il peso di problemi economici irreversibili. Le conseguenze sono inevitabili, oltre che dolorose: esclusione dal campionato, che nel frattempo ha assunto il nome di A2 Gold, scioglimento dei vertici societari, le minors come prossima destinazione. In quel decennio o quasi, il Veroli Basket non si è fatto mancare nulla: sold-out registrati uno dopo l’altro al palasport di Frosinone, sogni di promozione in serie A, una squadra vincente in grado di incutere paura e rispetto ad avversari molto più blasonati e dotati da budget importanti.
La colonna sonora di anni che definire belli e spensierati appare addirittura riduttivo, è stata offerta dai Rumori di Fondo. Una band nata a Ceccano (siamo sempre in Ciociaria) allo scoccare del nuovo secolo, titolare di una manciata di EP, di un album autoprodotto, L’ORA DELL’AMORE, e di un paio di inni. Usciti fuori in occasioni importanti: Frosinone alè, scritto in occasione della promozione in serie B del Frosinone Calcio, “Vinci Veroli”, che vede la luce in quel fatidico 2007 e festeggia in musica la promozione in Legadue della squadra giallo-rossa.
I Rumori di Fondo, nel corso della loro attività artistica, scemata attorno al 2010, si sono mossi attorno a un pop-rock piuttosto tradizionale ammantato da esigenze cantautorali, lineare ma elegante, leggero e privo di fronzoli. Vinci Veroli non sfugge alla regola: è un inno che potremmo definire old-style, con svisatoni di chitarra elettrica compresi nel prezzo e una tastiera in discreto odore di sixties. Per il resto, è la passione per la palla a spicchi e per la squadra del cuore a dare un senso all’operazione, che spicca per un testo non proprio poetico. I Rumori di Fondo, per celebrare l’approdo i A2 del Veroli, hanno rinunciato a paroloni, profondità, simbolismi letterari o metafore di contorno, preferendo, sia detto con il dovuto rispetto, mantenersi all’altezza di un livello terra-terra. “Volare, volare più in alto del cielo / Veroli, la mia stella sei tu”: ecco, con l’aiuto di poche ma decisive parole, cosa significa non complicarsi troppo la vita quando devi tirare fuori un attacco efficace, che non ottenebri troppo la mente e ti lasci proseguire in pace. “Veroli, la mia canzone per te / e se ci credi vincerai / il nostro grido per noi vincerai”. Vincere è quel che conta, asfaltare gli avversari di turno la soddisfazione massima per il tifoso e la curva. E più il tifoso è contento, più avrà voglia di cantare, meglio se a squarciagola, l’inno dedicato alla sua squadra: “Veroli, il mio orizzonte sei tu / sognare, sognare, tifare, cantare […] / Vinci Veroli, forza Veroli, oh Veroli, grande Veroli / è ciociaro il nostro cuore / è giallorosso il nostro cuore”. E così via, in un crescendo di ritmo e passione. Che non è scemata nonostante la massima espressione cestistica cittadina in questo momento sia la Pallacanestro Veroli, militante in C Gold. Da quelle parti, in questo momento, non è che si voli alto. Ma, forse, si continua a cantare Vinci Veroli.