Chi si ferma è perduto, questa può essere la morale della ventiseiesima giornata che ha visto Cantù, la cui gara con la capolista Siena è rinviata al 12 aprile per gli impegni europei della MPS, pescare un jolly insperato. La carta vincente ai brianzoli la regala un’altra lombarda, Cremona, che si impone con merito sulla solita versione balneare della Milano da trasferta.

Autentico clinic di Milic allo spento Bourousis(Foto Tonghini)

 Poca cattiveria e concentrazione da parte degli uomini di Scariolo convinti, sul più 8 in due circostanze nella ripresa, di poter chiudere di pura inerzia la sfida con i padroni di casa. Vanoli che invece spara un quarto periodo tutto cuore con Perkovic e Milic dominanti su un Bourousis inguardabile per tutta la gara. Proprio un rimbalzo offensivo strappato all’ex centro dell’Olympiacos da parte di Perkovic sul libero sbagliato da Rich (MVP della gara) nei secondi finali è l’istantanea più nitida dell’andamento della gara. E come ricordato chi si ferma rischia grosso in una classifica cortissima soprattutto nelle zone di vertice, a dire il vero la Virtus Bologna forse nemmeno è partita in questa giornata portando al PalaSerradimigni di Sassari delle controfigure cartonate che di bianconero avevano solo la nobile casacca. Canadian Solar a dir poco imbarazzante con difesa pronta per il burro e salvia mentre in attacco il finale a quota 55 descrive al meglio i pasticci degli uomini di coach Finelli che, non per colpa sua, cucina con ciò che la Direzione propone come prodotti dalla dispensa. Gli acciacchi della coppia Poeta-Gigli, sino a questo punto comunque eccellenti, e la No Flyzone imposta ad Air Sanikidze dai lunghi della Dinamo sono il corollario della sconfitta delle VNere. 

Travis Diener sublime anche contro le VNere (Foto Alessio Brandolini)

L’assenza di una panchina degna di tale nome il vero motivo tecnico che rende la squadra di patron Sabatini meno competitiva, al momento, rispetto alle altre contendenti in zona playoff. I demeriti degli ospiti non devono però mai far dimenticare la clamorosa stagione di un Banco di Sardegna che, giustamente, non deve nemmeno più essere chiamato con l’accademico nome di sorpresa. Gli uomini di coach Meo Sacchetti giocano un basket a tratti spumeggiante e sempre assai godibile, l’ex azzurro predica sempre prudenza ma ai tifosi sardi continuare a vedere la propria squadra sul podio della regular season inizia a diventare una piacevole consuetudine. A braccetto con Travis Diener e compagni c’è un’altra ospite inattesa rispetto ai vaticini di inizio stagione come l’Umana Venezia. Anche nel caso della Reyer diventa stucchevole considerarla ancora come una semplice outsider, passa a fatica a Casale ma dimostrando come sempre che il roster a disposizione di coach Mazzon è ricco di solidità ed esperienza, la sfida di Milano domenica prossima rappresenta un problema più per l’EA7 che per i veneziani. Desta meno stupore il quarto posto della Scavolini che si scrolla di dosso la “scimmia” delle sconfitte interne contro le squadre pericolanti e con un secondo tempo autoritario schianta una Teramo comunque coraggiosa.

Hickman serve il poker della Scavolini

Hickman ha preso per mano la Vuelle mettendo a referto 22 punti nella sola ripresa con ritmo ed ottime giocate garantite al resto dell’attacco biancorosso. Un successo che mette Pesaro nella condizione ideale per conservare un quarto posto nella griglia della postseason, obbiettivo abbondantemente alla portata visto il talento complessivo dei marchigiani. Area playoff che sembra ridestare nuove attenzioni data la vittorie di Avellino che compie un mezzo miracolo contro Biella nonostante gli infortuni e le precarie condizioni di alcune pedine fondamentali dello scacchiere di coach Vitucci. E’ proprio un pretoriano assoluto del coach veneto come l’incredibile Marques Green a beffare sulla sirena Biella, che perde una succulenta occasione, ed a regalare un successo che vale la salvezza. Un regalo strameritato per il pubblico irpino accorso ancora una volta in massa a dare una mano alla squadra in una stagione davvero complessa, un Infanti da record in carriera in serie A (21 con 3/4 nelle triple) ed un eroico Linton Johnson in vernice (16 con 12 rimbalzi e 34 di valutazione) i protagonisti assoluti in maglia biancoverde. Dietro Avellino, con Varese ferma per la sosta obbligata, timide reazioni di Treviso e Roma: la Benetton ringrazia la generosità di una Fabi Shoes sciupona che Bulleri punisce con un autentico miracolo, l’Acea di puro orgoglio passa a Caserta e tiene accesa la speranza strapazzando a rimbalzo la Otto con Varnado e Slokar padroni assoluti del pitturato. In coda il già citato “upset” di Cremona rende ancora più complessa la situazione della Novipiù che con Venezia ritorna ad interpretare il canovaccio del celebre film con Bill Murray “Il giorno della marmotta”. Gara quasi vinta e finale raggelante con le triple di Clark che suonano come una mezza condanna per i piemontesi.