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Trinchieri tornerà in Eurolega alla guida dell'Oly? (foto S. Paolella 2013)

Foto S. Paolella 2013

Andrea Trinchieri (Coach Lenovo Cantù): solo qualche settimana fa Trinchieri era spento, depresso con la squadra in caduta libera tanto che Anna Cremascoli era decisa ad esonerarlo, lo convoca in un incontro a Milano pronta a dargli il benvenuto per affidare la squadra a Lele Molin ed invece, dopo ore drammatiche, ne esce riconfermato almeno sino a fine stagione, anzi decide di avvallare l’acquisto di Joe Ragland, pescato in Spagna da Bruno Arrigoni, per provare a dare un ultima scintilla alla Lenovo. BUUUUUUUUUUM! Arrivano i play off e da gara due la squadra si accende così come iniziano a bruciare di desiderio gli occhi del coach, complici pure extra motivazioni regalategli dagli avversari, tanto da eliminare i sardi nel loro fortino del Pala Serradimigni. Terza semifinale scudetto in quattro anni, il ritorno del bel gioco e della sua verve… siamo ancora così certi che a fine anno Trinchieri e Cantù si separeranno? O forse quei duri mesi hanno insegnato qualcosa al coach e lo hanno migliorato nel suo progetto di crescita personale?

 

 

Daniel Hackett maestoso in gara 7 (foto di Savino Paolella 2013)

Daniel Hackett maestoso in gara 7 (foto di Savino Paolella 2013)

 

Daniel Hackett: Dopo essere stato protagonista sfortunato lo scorso anno con la maglia di Pesaro, il figlio del grande Rudy si prende la sua “vendetta” personale guidando la MPS ad una vittoria di autorità al Forum di Assago. L’azzurro ha preso per mano la Mens Sana con il piglio del fuoriclasse, leggendo con intelligenza la gara, colpendo al cuore la pavida difesa biancorossa ed uscendo dal campo da assoluto trionfatore. L’urlo finale verso la curva dei festanti tifosi biancoverdi sa più di legittimazione di un fuoriclasse in ascesa che di pura liberazione dopo le tante polemiche dei giorni precedenti.

 

 

 

Il presidente Sardara consola Bootsy Thornton (Foto Anteprima_SalvatoreMadau)

Il presidente Sardara consola Bootsy Thornton (Foto Anteprima_SalvatoreMadau)

Sassari, la Sardegna ed il sogno Dinamo: Dopo una partita combattuta ed emozionante trasmessa in diretta tv, non è passata inosservata la reazione del pubblico del PalaSerradimigni all’eliminazione della squadra sarda. Dopo un momento di incredulità i 4500 del fortino sardo hanno richiamato a gran voce i propri giocatori dedicandogli un’ovazione lunghissima. Commossi ed emozionati nonostante la palpabile amarezza Vanuzzo e soci hanno reso onore al proprio pubblico. Il simbolo di un tifo giusto, quello che sostiene la propria squadra sempre anche nei momenti di peggiore difficoltà. La Dinamo è infatti la squadra non solo di una città ma di un’isola intera che ha visto nella stagione stratosferica di quest’anno un riscatto umano al difficile momento storico. Le parole che meglio descrivono questo legame sono quelle di Paolo Citrini poche ore dopo Gara7 “Oggi nella serata più amara e beffarda mi sono sentito veramente uno di voi, l’appartenenza ad un popolo che ha orgoglio, fierezza e niente da invidiare a nessuno. Oggi la Dinamo non è solo una squadra, e’ l’identità e l orgoglio di un popolo, e sono orgoglioso di farne parte“.

 

Cinciarini in azione (Foto Alessio Brandolini 2013)

Cinciarini in azione (Foto Alessio Brandolini 2013)

 

Trekwalder Reggio Emilia: Andrea Cinciarini è stato il simbolo e l’emblema di Reggio Emilia. Non disporrà del talento di un Bobby Brown o di un Travis Diener, ma il playmaker della Trenkwalder ha alzato notevolmente il suo livello di gioco nei playoff trascinando la sua squadra fino a gara 7. La stagione di Reggio Emilia finisce qui, a testa altissima. Dopo vari anni di purgatorio in LegaDue la squadra di coach Menetti è tornata sotto i riflettori della massima serie e lo ha fatto con grande autorità. Confermarsi il prossimo anno non sarà semplice, ma il leader del futuro ce l’hanno già e si chiama Andrea Cinciarini.

 

Gigi Datome  (Foto Alessio Brandolini 2013)

Gigi Datome (Foto Alessio Brandolini 2013)

 

Acea Roma: Dopo la paura è arrivata la gioia. Sotto 2 – 1 nella serie contro Reggio Emilia, i capitolini potevano crollare ed invece sono stati in grado di trovare le forze per rimontare e per conquistare la semifinale al termine di una infuocata gara 7. Luigi Datome, l’mvp del campionato, è l’elemento chiave dell’Acea, ma guai a sottovalutare il talento di Lawal, Taylor e Goss. I tifosi romani si stanno stringendo sempre di più attorno alla squadra sapendo che in semifinale continueranno ad avere il vantaggio del fattore campo…sognare non costa nulla.

 

 

 

 

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Meo Sacchetti durante un timeout (Foto Anteprima_SalvatoreMadau)

Meo Sacchetti durante un timeout (Foto Anteprima_SalvatoreMadau)

 

Dinamo Banco di Sardegna Sassari – I sardi, dopo una stagione sempre al secondo posto ed una buona partenza nella serie contro Cantù escono, meritatamente, in gara 7. A metà serie Meo Sacchetti era stato profetico “Nei playoff vince chi ha qualcosa in più, chi tira fuori anche quel qualcosa che prima non aveva“. Non sono bastati grande cuore ed orgoglio alla squadra sarda a corto di fiato per conquistare la semifinale, di fronte ad una grintosa e ritrovata Lenovo. E’ come se i biancoblu avessero perso quella leggerezza mentale che è sempre stato il punto di forza della formazione isolana. Resta tanta amarezza per Vanuzzo e soci che hanno visto sfumare una grande opportunità, ma la serenità della consapevolezza di essersela giocata davvero fino all’ultimo tiro.

 

 (Foto Savino Paolella 2013)

(Foto Savino Paolella 2013)

 

EA7 Milano: Un’annata tragica, ed a tratti grottesca per gestione e risultati, non poteva che chiudersi con una mesta sconfitta contro Siena in gara 7 per l’Olimpia Milano. Errori di mercato, scelte tecniche discutibili, una ricerca ossessiva del colpo ad effetto senza mai dare l’idea che si stesse formando un gruppo vincente, l’esatto opposto della MPS affrontata in questi playoff. Proprio l’assenza di identità, l’incapacità di creare un legame con il pubblico e talvolta la supponenza di poter vincere con il solo talento rappresentano le cause principali del fallimento chiamato EA7. A dispetto della logica, della storia dei playoff che premiano spesso anche il cuore, la forza mentale e non una somma di grandi, potenziali, sterili talenti.

 

 

 

socialBasket’s Gossip – Tristemente abbiamo assistito all’espansione di quel fenomeno socioantropologico che colpisce il nostro paese da qualche anno. Invece che concentrarsi sulle partite e sui loro esiti, i rumors di contorno hanno spesso tristemente rubato la prima pagina ai risultati sportivi. Da presidenti troppo sarcastici ad allenatori permalosi, passando per società che intessono un’intensa corrispondenza tra botte e risposte via comunicati ufficiali possiamo dire che il basket, quello che piace a noi. è un’altra cosa. E’ vedere le lacrime di gioia dei giocatori che vincono e quelle amare di chi perde, è vedere il coraggio di giovincelli ultra trentacinquenni che si caricano la squadra sulle spalle conducendola alla vittoria, è vedere squadre con piccolo budget conquistare le semifinali, è vedere il tifo corretto e civile di chi ha una passione e ne fa una ragione di vita, senza eccessi violenti. Perchè senza quella passione tutto questo non esisterebbe: i gossip, le ripicche, le offese, le calunnie lasciamole a quei programmi di infimo livello del palinsesto televisivo pomeridiano.